Recensione film horror Body Bags

Recensioni

locandinaRegia: John Carpenter, Tobe Hooper
Soggetto e Sceneggiatura: Billy Brown, Dan Angel
Attori: Alex Datcher, Stacy Keach, Mark Hamill, Wes Craven, John Carpenter, Tobe Hooper, Sam Raimi, Roger Corman
Produzione: U.S.A. 1993
Durata: 95′

Voto:7/10 Voto Episodio 1: 6,5 Voto Episodio 2: 8 Voto Episodio 3: 7-

Lo so cosa avete pensato dopo aver letto la scheda tecnica allegata (sempre che esista al mondo qualcuno che legge le schede tecniche): “John Carpenter, Tobe Hooper, Wes Craven, Sam Raimi, Roger Corman, 50 anni di registi horror concentrati in un solo film?!“.
Ebbene si. Ovviamente non siedono tutti dietro alla cinepresa: “Body Bags” è firmato solo da John Carpenter e Tobe Hooper, ma ognuno dei sopraccitati registi ha la sua bella comparsata all’interno della pellicola (anche se Roger Corman dopo i film girati negli anni ’50-’60 si è dato proprio alla recitazione, comparendo anche ne “Il Padrino II“).

TRAMA: Il film è diviso in tre episodi, inframmezzati da dei siparietti in un obitorio. Il mattatore è un esilarante John Carpenter che, nei panni di uno stralunato bevitore di formaldeide, si aggira per l’obitorio, parlando con i morti, prendendoli in giro e riempiendoli di battute macabre.
I Body Bags sono quei sacchi di plastica nera nei quali vengono conservate le vittime di un omicidio o comunque i corpi di coloro che hanno subito una morte violenta. Nelle Body Bags dunque, come ci fa notare la nostra guida – Carpenter, sono racchiuse le storie più interessanti. Perché non raccontarne qualcuna?
EPISODIO 1: “Gas Station” (di John Carpenter)
Anne è stata appena assunta in una stazione di servizio. Deve fare il turno di notte, ma è un po’ in ansia: per la città si aggira uno spietato killer e lei sarà sola per le prossime otto ore. Tra barboni, strani clienti e momenti di tensione, Anne finirà per trovarsi a duellare con l’assassino.
Cameo: Sam Raimi e Wes Craven compaiono in questo episodio nel ruolo di… due cadaveri. Uno è dentro un armadietto, sgozzato, l’altro ha la faccia maciullata.
EPISODIO 2: “Hair” (di John Carpenter)
Richard è ossessionato dai suoi (pochi) capelli. Ha capito che sta diventando calvo e ha paura di perdere la ragazza per colpa di questo suo problema. Il povero stempiato le prova tutte: lozioni, pettinature particolari, riporti, fino ad arrivare all’utilizzo di uno squallido toupet. Niente riesce a soddisfarlo, al contrario questa ossessione finisce per incrinare i rapporti con la fidanzata. In soccorso di Richard arriva una nuovissima tecnica sperimentale, pubblicizzata dal dottor John Randall. Peccato che i risultati siano fin troppo “mostruosi”…
EPISIODIO 3: “Eye” (di Tob Hooper)
Per la serie: “I giapponesi non hanno inventato niente!”, ecco l’episodio realizzato da Hooper. Brent è un forte giocatore di Baseball in terza divisione, ma è pronto al salto di categoria.
Una sera, mentre sta tornando a casa dalla moglie incinta, Brent ha un bruttissimo incidente automobilistico, in seguito al quale perde un occhio.
Disperato e abbattuto, l’uomo si rivolge ad un famoso chirurgo che gli propone un’operazione sperimentale: il trapianto dell’intero bulbo oculare.
A sua insaputa, gli verrà trapiantato il bulbo appartenuto ad un noto serial killer, da poco giustiziato e le conseguenze non tarderanno a farsi “vedere”…
Cameo: il dottore che effettua il trapianto è Roger Corman.

COMMENTO AL FILM:
A tutti sarà capitato di vedere qualche episodio della serie “Tales From The Crypt” o di sfogliare un fumetto di Zio Tibia. Ecco, quando Carpenter compare sullo schermo all’inizio del film, la vostra mente volerà proprio al vecchio Zio Tibia! C’è tutto: la stramba chioma di capelli lunghi ma radi, gli atteggiamenti da zombie che ha perso qualche rotella e una buona dose di humor nero (credetemi, gli sketch di Carpenter nell’obitorio valgono da soli tutto il film!).
Effettivamente “Body Bags” vuole essere proprio un omaggio del duo Carpenter-Hooper ai b-movie horror che i due registi non hanno mai avuto il (dis)piacere di realizzare.
Si comincia con l’episodio della pompa di benzina, nel quale Carpenter prende in giro sé stesso, facendo la parodia di Halloween. La trama è praticamente azzerata e gli effetti sanguinolenti sono uno spreco totale di sangue rosso rubino, ma il “maestro” riesce comunque a creare una buona dose di suspense, facendoci saltare un paio di volte sulla sedia.
Il secondo episodio è il mio preferito, una vera perla, un’ennesima dimostrazione della follia di Carpenter (come se non bastassero i suoi monologhi nell’obitorio). In “Hair” infatti si ride di gusto osservando il povero Richard alle prese con il suo problema di capelli. Meravigliosa la scena nella quale esce di casa tutto contento per il riporto che si è fatto… e incrocia solo gente con i capelli lunghissimi (compreso un capellone a spasso con un levriero Afgano). Ancora più esilarante quando si pittura la fronte per sembrare con più capelli… per non parlare della capigliatura che si farà realizzare al centro Randall!
L’ultimo episodio, quello realizzato da Hooper, è il più tecnico e serio del film. Direi proprio che stona nel contesto farsesco di “Body Bags“, ma è realizzato davvero molto bene. La trama è lineare e quasi innovativa, gli effetti sono credibili e la regia è perfetta, così come l’interpretazione degli attori. Da segnalare soprattutto l’ottimo Mark Hammill, nel ruolo del folle Brent. L’attore, dopo aver raggiunto la fama impersonando Luke Skywalker in Star Wars, è caduto in un lungo periodo di crisi. Questo film secondo me lo ha rivalutato degnamente.

Certo, gli episodi possono piacere e non piacere, a seconda dei gusti personali. Se leggerete altre recensioni oltre a questa, vi troverete al cospetto di due linee di pensiero opposte: chi idolatra questo film e chi lo disgusta. Io mi metto nel mezzo, inserendo “Body Bags” nel calderone dei film horror godibili e leggeri, da seguire con spensieratezza, facendosi qualche risata e passando una serata rilassante. Non saremo mica dei mostri assetati di sangue e budella no?

QUASI DIMENTICAVO!

Nel finale, c’è spazio anche per il cameo di Tobe Hooper. Interpreta un inserviente dell’obitorio, disgustato dai corpi sventrati. Davvero il massimo per il papà di “Non Aprite Quella Porta”!

Daniele Del Frate 07-07-2005

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