Recensione film horror Bambola Assassina III

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locandinaRegia: Jack Bender
Sceneggiatura: Don Mancini
Attori: Dakin Matthews, Justin Whalin, Perrey Reeves
Produzione: U.S.A. 1991
Durata: 88′

Voto: 5/10

Sono ormai passati otto anni dagli eventi di sangue avvenuti nel precedente “Bambola Assassina II” e la fabbrica di giocattoli Play Pal Toys (casa produttrice delle bambole Good Guys) ha chiuso i battenti da molto tempo; il signor Sallivan, il capo della compagnia, pensa che sia necessario dare un taglio alle vecchie dicerie sull’identità assassina di Chucky; molti bambini desiderano ardentemente una bambola Good Guys e, secondo dei dati commerciali, una nuova serie di questi giocattoli risulterebbe molto fruttuosa economicamente.
Presa la decisione di realizzare il progetto, le vecchie bambole trovate nella fabbrica vengono fuse; tra queste, sono presenti anche i resti del terribile Chucky. Il primo bambolotto ricavato dalla plastica fusa nasconde l’anima del serial killer che animò il balocco nei precedenti episodi. Tornato in vita, Chucky si mette alla ricerca di Andy Barclay, il bambino tormentato anni prima dal pupazzo che cercava continuamente di impossessarsi del suo corpo.
Chucky scopre che Andy, ormai sedicenne, si trova in un’accademia militare; qui regna la severità del colonnello Shelton, antipatico praticamente con tutti, che riesce sempre a cogliere il momento giusto per criticare gli allievi. Andy fa amicizia con Whitehurst, un ragazzo mite e semplice, De Silva, un’attraente ragazza, e Tyler, un bambino di colore. Quest’ultimo è incuriosito dalla pubblicità della nuova serie di bambolotti Good Guys e desidererebbe averne uno. Intanto Chucky riesce a farsi spedire all’accademia militare; Tyler viene ingaggiato da un superiore perché consegni l’oggetto al destinatario, che è ovviamente Andy. Un incidente fa sì che Tyler si accorga che sotto la carta che avvolge il pacco si nasconde la bambola che desidera. Senza pensarci due volte, scarta il pacco: Chucky si anima e, uscito bruscamente dalla confezione, parla al ragazzino. Durante questi istanti, capisce che deve fare un cambio di piani: ora l’anima del killer si trova in un nuovo corpo, e, perciò, può trasferirsi solo nella prima persona cui la bambola rivelerà la sua vera identità. Dopo questa riflessione, il pupazzo riferisce a Tyler il suo nome reale, Charles Lee Ray. Grazie a ciò, tenta in tutti i modi di trasferirsi nel corpo del bambino, e intanto cerca di eliminare Andy, onde evitare possibili tentativi di mandare in fumo i suoi piani.
Andy si accorgerà della presenza del suo incubo peggiore e anche delle sue intenzioni a proposito di Tyler. Tocca a lui e ai suoi amici distruggere il temibile assassino.
Se nel secondo episodio Chucky si rivelava un piccolo killer insensibile, volgare ma simpatico, in questo terzo film della saga si rivela un piccolo killer insensibile, volgare ma simpatico solo a metà. Non sempre le sue battutine ironiche fanno ridere. In alcune situazioni si cerca di essere seri e ci si riesce, altre volte risultano involontariamente demenziali. Escludendo queste incongruenze, si può dire che il ritmo non è avvincente come nei precedenti due film, e a volte annoia; lo splatter è presente solo in una scena, ovvero quando un parrucchiere viene sgozzato. Il finale nel luna park non è abbastanza emozionante come vorrebbe essere, ma di sicuro è il momento più entusiasmante della pellicola. Chi ha apprezzato i primi due si guardi anche il terzo, ma lo faccia solo per un fatto culturale, senza aspettarsi troppo.

Antonio C. 10.07.2007

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