Recensione film horror Al Calare Delle Tenebre
Regia: John Liebesman
Sceneggiatura: Joe Harris, John Fasano, James Vanderbilt
Attori: Emma Caulfield, Chaney Kley
Produzione: U.S.A. 2003
Durata: 85’
Voto: 5/10
“Ciò che prima prendevo per bontà ora lo prenderò in eterno per vendetta”
La luce d’esordio del film ci conduce nel passato, in una cittadina chiamata Darkness Falls.
Una dolce signora, Matilda, elargiva monete d’oro ai ragazzini che perdevano i denti. Questa sua consuetudine le era valso il nome di Fata Dentina.
Poi la tragedia. Matilda resta sfigurata in uno spaventoso incendio divampato nella sua casa, a punto del faro.
La sua pelle diverrà ipersensibile alla luce tanto che la donna sarà costretta ad uscire di casa solo di notte e riparata da una maschera di porcellana affinché nessuno possa più guardarla in volto.
Ma il viso deturpato non è la sola sciagura della Fata Dentina.
Spesso la deformità è associata al male. Alla scomparsa di due bambini ne segue che l’unica rea è lei, Matilda.
La gente del luogo la impicca e le rimuove la maschera esponendo alla luce il suo viso sfatto. Esalando l’ultimo respiro Matilda lancia una maledizione su Darkness Falls.
Il giorno successivo i due bambini verranno ritrovati vivi ed in ottima salute.
Il segreto sarà sepolto con il corpo di Matilda. Per sempre.
Da allora c’è chi pensa che Matilda appaia ai bambini di Darkness Falls la notte in cui hanno perduto l’ultimo dente da latte, e si vendichi su chi osi alzare lo sguardo sul suo viso, compiendo la maledizione.
150 anni dopo
Kyle perde il suo ultimo dente da latte. L’imprudenza lo spinge a guardare la fata dentina in volto. Sua madre resta uccisa dall’ormai strega Dentina.
Kyle viene incolpato per l’omicidio e curato per una malattia detta nictofobia ed altre psicosi.
12 anni dopo
Il fratellino della sua ragazza di un tempo vede in faccia la fata Dentina e Kyle torna a combattere i suoi incubi ed il buio. Armato della sola luce. Unica salvezza contro la creatura malefica.
Ma cosa fa la fata Dentina per far così paura? Librata in volo come un falco cattura le sue vittime, le uccide e le restituisce alla terra una volta esanimi.
Il regista è Jonathan Liebesman. Gli effetti speciali invece sono affidati a Stan Winston, premio Oscar per film come “Aliens – Scontro finale” o “Edward mani di forbici“.
Ma a parer mio come è questo film?
La trama ricorda racconti di bambini ai pigiama-party. Nessuna tensione o sembianza agghiacciante ad arricchire un film che si colloca tra gli horror.
La fotografia invece è ok : l’ambientazione buia con sfumature che vanno dal verde all’azzurro è alternata a sprazzi di luce che danno rilievo all’ intreccio.
Per creare tensione, nelle rapide apparizioni della creatura, si alternano luci ed ombre.
Il montaggio è ritmato e veloce già dall’esordio: una voce off accompagna immagini fotografiche infiammate in successione.
In alcuni tratti significativi, giocano una certa importanza gli echi e i rallenty , ad esempio usati per far intuire lo stato mentale del giovane kyle dopo il brutale assassinio della madre, oppure per sottolineare la situazione in cui lo stesso verte dopo 12 anni.
Nella scena finale, efficace risulta essere la dissolvenza su un molare, che richiama il prologo.
La musica non è dissonante ma segue le immagini e l’intreccio creando un unico linguaggio.
In finale, la fotografia e il montaggio velano una trama altrimenti mediocre.
Lo consiglierei, infatti, ad un pubblico che va dai 5 ai 12 anni. Magari al posto di un film della Disney…
Adele Patrizia D’Atri 29.11.2004