Macabre Perversioni

Racconti


L’avvocato Giacomo Belli stava uscendo dal suo ufficio, quando una delle sue dipendenti finì per terra davanti ai suoi piedi. Erano appena passate le 12:30h e, secondo le chiacchiere delle altre impiegate, si era trattato di un calo di zuccheri. Queste si erano piombate in soccorso della ragazza e l’avevano messa su una sedia della sala d’aspetto nella speranza di farla rinvenire. L’avvocato si offrì immediatamente di portarla in ospedale e, senza indugio, la caricò sulla Porche decappottabile posteggiata sotto il gran palazzo edificato nel centro di Cagliari in cui lavorava. Il sedile anteriore era pieno di pacchi regalo per il compleanno della moglie e quindi, a causa del poco spazio fu costretto a partire da solo con la ragazza.
L’avvocato Belli era molto colto e conosciuto dalle cariche più eminenti d’Italia tra cui il presidente del consiglio il quale lo invitava spesso nella sua villa sulla Costa Smeralda. Era un uomo calmo e gentile, dotato di sex-appeal tanto che alcune sue dipendenti gli facevano il filo sperando in una notte di sesso sfrenato. Si diceva in giro che avesse delle strane fantasie erotiche le quali, si sa, attraggono tutte le donne, anche quelle più riservate. A volte capitava che quando la moglie era assente lui rimorchiasse qualche squillo e la portasse a casa sua, ma con le sue dipendenti mai! A parte questa volta!! L’uomo si era preso una fissa: voleva fare sesso con la segretaria! Qualche ora prima le offrì del caffè che provocò il malore. Un piano ben ordito in precedenza. Aveva dovuto agire in quella maniera perché la povera 22enne non lo vedeva nemmeno. Lui aveva 34 anni più di lei e, anche se era un uomo particolarmente attraente, a lei non interessava.
Svoltato l’angolo cambiò rotta e si avviò verso casa sua!
Circa 15 minuti e arrivarono nella villetta in periferia di Cagliari. La signora Belli era assente. Sarebbe rincasata solo in serata. L’uomo parcheggiò la Porche nel garage  e senza che nessuno lo vedesse portò Raffaella (questo è il nome della ragazza) in casa. La distese su di un divano e iniziò a svestirsi! Aveva in volto le effigie della depravazione! Sorseggiò un Campari e iniziò a sfregarsi le braghe dei pantaloni. Aveva una strana fissa per quella ragazza! Presto l’avrebbe stuprata!! Non voleva che si svegliasse, sperava di possederla così! Era una delle sue numerose perversioni! Certamente non era la prima volta che accadeva.
L’orologio faceva le 13:12h quando l’avvocato Belli era davanti alla finestra che dava sulla Carlo Felice: la superstrada che porta verso Sassari. Aveva i pantaloni e le mutande calate. Raffaella si mosse. Stava rinvenendo! L’avvocato si spaventò e si rivestì prima che la ragazza potesse vederlo. Prese una tazzina e la riempì di caffé contenuto in un thermos. Glielo offrì.
Nel momento in cui Raffaella si rese conto di dove fosse, si alzò immediatamente in piedi ed esclamò:
“Che è successo!? Perché sono qui? Mi riporti immediatamente a casa!!”
Giacomo Belli che aveva riassunto le sembianze dell’avvocato carismatico, disse:
“Calma Raffaella! Ora ti spiego… Accomodati!”
La ragazza, che tremava, si accomodò e l’avvocato la prese per mano e, adagiatosi accanto a lei disse:
“Prima in ufficio sei svenuta. Ricordi? Ti ho portato qua per farti distendere!”
Raffaella non era convinta ma finse di rilassarsi. Chiese di poter andare in bagno. L’avvocato Belli la condusse fino all’ingresso personalmente.
Raffaella si posò sulla tazza del water e orinò. Voleva uscire. Aveva notato nello sguardo del suo capo un non so che di bizzarro. Aprì la finestrella. La cavalcò e, stava per saltare, quando l’avvocato bussò alla porta e chiese se era tutto a posto. Raffaella si rese conto che era troppo alto e quindi richiuse la finestra, tirò un sospiro e uscì dal bagno.
Quando Raffaella varcò la porta l’uomo le accarezzò il gluteo destro e la ragazza indietreggiò rimproverandolo:
“Non si permetta mai più di fare una cosa del genere!! Io la denuncio! Non m’importa se lei è il mio capo! Io la faccio sbattere in galera!!”
Giacomo Belli rispose ridendo:
“Si, fai la gatta aggressiva. Mi piaci così. Vedrai che ci divertiremo assieme, basta che fai da brava. T’insegnerò dei giochini che non scorderai mai più”
L’avvocato passò il dito medio nella lampo della giovane la quale iniziò a strillare e bestemmiare come non si addice ad una ragazza. Sollevò, poi,  la gamba e infilò la punta del tacco nel ginocchio dell’uomo! Corse alla porta per fuggire, ma l’avvocato l’afferrò da un piede e le strappò il vestito. Raffaella era seminuda sul pavimento e l’uomo le stava osservando il seno abbondante: aveva in mente un’idea assai eccitante! La ragazza scalciò sul mento dell’uomo il quale cascò a terra perdendo conoscenza! Raffaella ne approfittò per fuggire: provò ad aprire la porta, ma si rese conto che era chiusa a chiave! Provò ad aprire le finestre ma erano sigillate dal di fuori. Salì di sopra e
provò a cercare un’altra uscita! Nulla: era chiusa dentro!!! Cercò quindi qualche arma per difendersi. Frugò negli armadi delle camere da letto e nei comò, ma non trovò nulla! Di sotto sentì il telefono squillare. L’avvocato Belli si risvegliò e, portandosi la mano al mento si avvicinò al telefono, ma non sollevò la cornetta. Scattò la segreteria:
“Ciao amore, oggi torno prima: verso le 15:00h. Sii carino, ordina una pizza, sono affamata. Ciao, ti amo”
L’avvocato diede un pugno al telefono e disse:
“Porca troia! Non ci voleva proprio! Sempre a rompere le palle quella stronza!!”
Osservò l’orologio e pensò a voce alta:
“Sono le 13:45h…in un’ora dovrei riuscirci… Dove sei puttana!? Vieni fuori che ti mostro una cosa…!”
Raffaella non avrebbe mai immaginato che un uomo così importante potesse avere una personalità così orribile! Non sapeva come scappare. Non aveva nemmeno più il suo videofonino: probabilmente le era stato sottratto prima. Udiva il rumore di una bottiglia. Il depravato si stava ubriacando. Dopo qualche istante avvertì dei passi al piano di sopra e farsi sempre più inquietanti!
Fuori grandinava e il fracasso la giovava poiché impediva all’avvocato di percepirne il respiro impaurito.
Le stanze della casa erano oscurate e la penombra dava a Raffaella un senso d’angoscia che crescente. La confortava il fatto che la moglie del suo capo stava per tornare. Sperava in un suo salvataggio.
I passi dell’uomo non si sentivano più. La ragazza si sollevò dal pavimento in cui era nascosta e strisciò verso la porta d’ingresso della camera da letto. Si affacciò e vide l’uomo voltato al lato opposto che guardava nelle altre stanze.
Approfittando del baccano della grandine cercò di attraversare l’ andito che terminava nelle scale., ma vide riflesso in uno specchio l’avvocato che la fissava sorridente. L’uomo si voltò di colpo e cercò di agguantarla. Raffaella corse di sotto e capitombolò dalle scale. Riuscì a rialzarsi e si portò verso una porta che non aveva notato prima. L’aprì e si trovò in uno sgabuzzino. Era sconvolta. Cercò ovunque un qualcosa, una pistola, un coltello… Trovò una scure. Sporca di sangue. Agitata, la impugnò e percorse lo sgabuzzino camminando lentamente e guardando in  ogni direzione. L’avvocato Belli era svanito nel nulla! L’orologio della ragazza segnava le 14:15h. Forse la signora Belli stava per tornare. Sentiva puzza. Arrivò sul fondo dello sgabuzzino e trovò una finestra larga a sufficienza per poterla varcare. Posò la scure per terra e provò ad aprirla: ma era troppo in alto per poterci riuscire. Cercò quindi di spostare un guardaroba posto lì affianco per  salirci sopra. Trasferendolo notò che colava qualcosa dal suo interno. Raffaella lo aprì e le cadde addosso un cadavere selvaggiamente tagliuzzato e maciullato!! La ragazza cadde a terra piangendo e vomitando! Si scansò quel povero corpo da dosso e indietreggiò. Nell’armadio c’erano diversi cadaveri mutilati e affettati. Un orrore!  Pensò che si trattasse di delitti commessi dal suo capo. Anzi, ne era ormai certa visto il modo in cui si stava comportando! Ogni corpo aveva un taglio nel ventre e nella parte intima ed era squarciato ovunque.  A qualcuno mancava l’arto destro!!! Raffaella notò tra i cadaveri anche quello di un uomo. Era stato evirato e il pene ormai putrido era inchiodato dentro l’armadio.
Il fetore si era esteso ovunque e il sangue era sgocciolato lungo tutto il ripostiglio.
Fuori aveva cessato di grandinare ma stava ancora piovendo. La ragazza si arrampicò sullo scaffale non perfettamente accostato alla finestrella e si portò in alto per uscire dall’altra parte.
Aveva il busto fuori quando l’avvocato Belli sopraggiunse e la afferrò alla caviglia riportandola con forza dentro. La prese tra le gambe e le palpò con violenza la vagina facendola sussultare e scalciare con terrore. Ambedue scivolarono nel sangue. Nella caduta la ragazza si procurò un livido al capo. L’uomo afferrò la sventurata, tornò di sopra e la scaraventò sul letto in cui passava le notti con la consorte. Aveva lo sguardo di Jack Nicholson nel film Shining.
Raffaella urlava e continuava a muoversi. L’uomo la denudò completamente e, impugnando un coltello diede inizio all’opera di depravazione. Le infilò la punta della lama sul gluteo destro fino a farla svenire. Il sangue che ne sgorgò fece eccitare maggiormente il mostro!! Si levò i boxer e penetrò nella ferita la ragazza!! In precedenza aveva collocato una videocamera digitale proiettata verso il letto per registrare e conservare il ricordo di quella giornata, per lui a dir poco spassosa. Sullo schermo al plasma posto davanti al letto scorrevano le immagini di un porno tedesco: ne aveva centinaia nascosti nello sgabuzzino e tra questi c’erano pure i divx delle violenze alle prostitute. Amava riguardarsi quando era solo.
Il sangue che fuoriusciva dalle ferite di Raffaella, gli gocciolava tra le mani e lui se lo portava sulle labbra per assaporarne il gusto eccitante.
Fuori pioveva ancora. Dal fondo del viottolo stava giungendo una Ford  Focus color polvere di luna: era la moglie.
Suonò il campanello. Lui non sentì. Continuava a tagliuzzare la sua vittima in ogni parte del corpo e a cospargersi di sangue. Nessuno apriva. La donna sentiva gemere alcune ragazze (il porno tedesco). Non capiva di cosa si trattasse, ma sapeva che in casa c’era il marito. Ne era certa visto che la porche era parcheggiata in garage. Aveva adocchiato anche i pacchi regalo.
Passò dal retro per entrare dalla porta secondaria, nota solo a lei ed al coniuge. Trovò la chiave dentro un vaso ed entrò in casa. Si diresse verso la rampa di scale. Salì. Varcata la porta della camera da letto, lo sorprese mentre segava l’arto destro di Raffaella e si cospargeva del suo sangue lungo i pettorali completamente unti. La donna rimase inorridita davanti a quello scempio e uscì fuori dalla stanza urlando. Cercò di correre giù per le scale ma il marito la raggiunse e le piantò il pugnale  nella schiena sprofondandolo lungo tutto il ventre fino alla natica! Una volta estratto il coltello, alla donna cadde l’intestino sul pavimento e il suo corpo finì giù per le scale.
L’avvocato ormai aveva raggiunto l’orgasmo, quindi si sdraiò sul letto per rilassarsi dopo quella serata di sesso sfrenato!! L’orrore che aveva appena compiuto lo circondava ed emanava una puzza che lo gratificava e lo faceva
sentire onnipotente. Ora si sarebbe rilassato. Non poteva pensare a domani. Non aveva testa per ragionare! Le droghe assunte non glielo permettevano.
Probabilmente l’indomani avrebbe studiato un piano per nascondere tutto.
Era un genio e se la sarebbe cavata! Era pur sempre uno degli avvocati più rinomati e richiesti di tutta Italia. Aveva contatti ovunque. Sapeva che questa non sarebbe stata l’ultima volta. Soprattutto ora che era vedovo!

Lorenzo Muntoni 18.10.2006

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