Nero

Libri horror

Tiziano Sclavi

pubblicato nel 1997

Voto: 8/10

Diventa sempre più difficile riconoscere nella letteratura il confine che delimita  il genere horror, dal momento che in questa “categoria” non rientrano soltanto i romanzi che trattano di fantasmi e lupi mannari, ma anche tutti quelli che provocano al lettore quel “piacevole” brivido, un po’ masochistico, di paura lungo la schiena. Se “Nero“, dal punto di vista stilistico, non si sa bene se definirlo un romanzo o una sceneggiatura cinematografica, come contenuti è senza ombra di dubbio un ottimo testo horror, perché induce a numerose, quanto inaspettate, “scosse” di paura. Tiziano Sclavi è sicuramente più noto al grande pubblico come il “padre” del  personaggio  Dylan Dog, che ha dato vita alla fortunatissima serie di fumetti dedicata alle sue “investigazioni dell’incubo”. Sclavi anche nei panni del “romanziere” rimane legato alla tecnica descrittiva dello sceneggiatore; nella costruzione narrativa di “Nero” abbondano infatti i cinematografici “fuori campo”, i flashback e i flashforward, ed i personaggi sono così surreali da sembrare usciti da un fumetto. Il primo particolare misterioso di questo “romanzo” è il protagonista, del quale al lettore non sarà mai rivelato il nome. Francesca lascia il suo convivente Zardo per un altro uomo,  più precisamente per il “protagonista senza nome”. Il nuovo compagno di Francesca, costretto da questa a recarsi nell’abitazione dell’ex per prendere una crema che lei aveva dimenticato, fa una spiacevole scoperta: Zardo è morto, qualcuno gli ha tagliato la gola. Da quel momento il nuovo fidanzato di Francesca “assume” involontariamente il nome e l’aspetto di Zardo, perché tutti inspiegabilmente, dalla vecchia vicina di casa al detective privato assunto dalla madre per seguirlo, gli attribuiscono questa identità. Convinto che ad uccidere il suo ex  rivale in amore sia stata Francesca, cerca di occultarne il cadavere, ma questo inizia a scomparire ed apparire continuamente, causando ad ogni nuova sparizione la necessità di compiere un altro omicidio. Nero è la dissolvenza del sangue che scompare nell’acqua, nero è il non luogo dove precipitiamo quando perdiamo i sensi, ma soprattutto nero è la nostra peggiore paura, la paura di perdere i “contatti” con noi stessi e con la realtà che ci circonda.

Gianni Ferrara

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