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LA STANZA DEGLI ORRORI

D.Preston & L.Child

pubblicato nel 2002

Voto: 8/10

“Proverà un po’ di dolore, temo… Molto dolore, a dire il vero. D’altra parte, le conquiste della scienza non sono mai prive di dolore. Quindi non si scomponga e… posso darle un consiglio? Sia come la gazzella nelle fauci del leone… morbida, condiscendente, rassegnata. Si fidi. E’ il modo migliore.”

E’ il male a parlare.

E’ il male che annuncia la fine alla sua prossima vittima.

Il male è colui che la stampa ha soprannominato Il Chirurgo.

C’è una cupa atmosfera in questo libro scritto dal duo formato da Douglas Preston e Lincoln Child. Da appassionato del genere thriller questo duo di scrittori mi aveva sempre interessato ma mai convinto fino in fondo, ovvero fino al punto di comprarne un libro. Poi, curiosando su Ciao ho letto un paio di opinioni interessanti ed ho deciso di acquistare “The Cabinet of Curiosities”. Questo è il titolo originale dell’opera, un particolare che dovrebbe essere sempre controllato prima di acquistare un libro “straniero” perché spesso i titoli italiani scadono nel semplicistico (un banale esempio è il capolavoro di Dean Koontz, quel “Watchers” orribilmente tradotto in italiano in “Mostri”). “The Cabinet Of Curiosities” dunque… il nome dei saloni delle stranezze, attrazione molto in voga nella metà dell’800 per la gente di città; un posto dove i collezionisti, i tassonomisti vecchio stampo catalogavano reperti biologici provenienti da ogni parte del mondo, spesso macabri ed orrendi.

E’ proprio uno di questi, il Salone Shottum, a fare da sfondo e da legame tra orribili avvenimenti accaduti a New York a fine secolo e gli agghiaccianti delitti che qualcuno ha deciso di imitare. Tutto parte durante degli scavi in centro città che portano alla luce 36 cadaveri incastrati nelle nicchie di una stanza e risalenti alla fine dell’800.

Chi li ha rinchiusi là? E perché? Ad indagare sono l’agente FBI Pendergast e l’archeologa Nora Kelly, coadiuvati da Bill Smithback, giornalista e Patrick O’Shaugnessy, poliziotto.

Ma è quando due ragazze vengono ritrovate massacrate come se fossero state sottoposte a deliranti e diaboliche operazioni chirurgiche che la faccenda si fa più seria; qualcuno sta replicando crimini avvenuti un centinaio di anni prima, qualcuno particolarmente interessato al midollo spinale della gente, midollo che asporta tenendo in vita le vittime malcapitate.

E’ qualcuno che gronda depravazione e mostruosità da ogni poro.

Qualcuno che la stampa ha già soprannominato Il Chirurgo

“Proverà un po’ di dolore, temo…”

Il primo aggettivo che mi viene in mente per questo libro è “agghiacciante”. Devo riconoscere che sono piuttosto tradizionalista, mi fido di pochi autori del genere che prediligo. Chi mi segue da tempo sa che questi autori sono Stephen King e Dean Koontz che fanno praticamente da anni a spallate sulle prime posizioni dei best seller venduti in USA; ho preso tra le mani “The Cabinet Of Curiosities” prevenuto, ma ammetto di essermi ricreduto dopo poche pagine; ebbene, raramente leggendo un libro ho provato vivide sensazioni fastidiose come è capitato sfogliando le pagine di questo. Inserisco l’aggettivo “fastidioso” nell’ accezione più intrigante del termine perché alla fine quello che ci si aspetta da un libro del genere è il brivido… allo stato puro. E ce ne sono a più non posso, di brividi, a cominciare dalle scene più… come dire… raccapriccianti: si percepisce l’agitazione dei martiri del Chirurgo, si avvertono gli odori dei medicinali del suo studio infernale, il freddo del tavolo operatorio, si vedono le macchie di sangue delle vittime precedenti, si annusa l’odore di eucalipto del suo alito… sembra di stare là… nelle sue grinfie. L’atmosfera costruita è perfetta e avvolge il lettore in una spirale di mistero e di angoscia che pervade tutto il romanzo.

Questo anche perché il personaggio positivo del racconto è a suo modo particolare: è l’agente Pendergast, ricorrente nei romanzi di Preston & Child. Egli è un distinto agente dell’ FBI di New Orleans, intelligente e simpatico ma con un aspetto piuttosto cadaverico: alto, pallido, con lisci capelli pettinati all’indietro… sembra uscito da un cimitero. Gira per La Grande Mela in Rolls Royce, con autista, e non ha storia.

E nessuno conosce il suo nome di battesimo.

Ottimamente caratterizzati sono poi i suoi assistenti, l’archeologa Nora Kelly, l’arrembante giornalista Smithback e il poliziotto irlandese O’Shaugnessy.

Tra le altre cose c’è da sottolineare la scorrevolezza della narrazione che a mio parere è fondamentale in un romanzo di questo tipo. Scorrevolezza aiutata dal collaudatissimo schema narrativo in piccoli capitoli incentrati ora su questo, ora su quell’altro personaggio, con gli stessi capitoli interrotti proprio sul più bello che spingono a girare pagina per vedere cosa succede. Le ultime duecento pagine poi, sono davvero avvincenti; un vero e proprio rush finale per il quale ho impiegato appena un’oretta e mezza scarsa.

Sono d’accordo con i più impressionabili che trama e genere potranno essere discutibili ma io credo che qualsiasi appassionato non dovrebbe lasciarsi sfuggire questo titolo. Tra tenebrose atmosfere, macabre collezioni, orribili omicidi e le intuizioni di Pendergast il lettore è guidato lungo piste oscure alcune delle quali si riveleranno senza uscita e altre… beh, forse sarebbe stato molto meglio che non fossero state intraprese perché… il Chirurgo… è dietro l’angolo, ed è insospettabile.

Buona lettura.

ciao.it 21-03-2005 Corrado (IngeGnere76)

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