L’incendiaria
Stephen King
pubblicato nel 1993
Voto: 7.5/10
Avete presente quando gli autori si divertono con le citazioni in apertura di romanzo o addirittura di capitolo? Bene, A Stephen piace moltissimo e questa volta si è rifatto a Ray Bradbury ed al suo Farenheit 451.
Nel frontespizio di questo libro, infatti, si può leggere: “Bruciare era un piacere.”
La trovo… come dire… perfetta…
FIRESTARTER E DINTORNI
“L’incendiaria” è scritto dal Re quando ancora non regnava sul trono della narrativa horror moderna. Era il 1980.
Il mondo osservava impotente l’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Urss, in Italia si assisteva sconcertati alla strage di Ustica; nasceva la CNN e la gente impazziva per il Cubo di Rubik. Mark David Chapman uccideva John Lennon. 1980… venticinque anni fa.
E il Re?
Il (futuro) Re aveva da qualche mese sfornato “La Zona Morta” mentre il suo alter ego Richard Bachman produceva “La Lunga Marcia“… “Cujo” era soltanto un cucciolotto, sarebbe diventato un San Bernardo assassino soltanto un anno dopo.
1980. Ecco dove e come si colloca Firestarter.
L’INCENDIARIA. TRAMA.
Andy McGee è in fuga da New York. Con lui c’è sua figlia Charlie.
Ad inseguirli, la fantomatica “Bottega“, un’agenzia governativa il cui compito è studiare fenomeni psichici e scientifici per trarne profitti per il Paese. Furono infatti dei medici della bottega ad iniettare ad Andy ed alla sua futura moglie Vicky una sostanza in cambio di qualche centinaia di dollari che potessero cambiare la loro vita di allora.
Beh, la loro vita da quell’iniezione è cambiata, altroché.
La loro vita è cambiata perché ora Vicky può muovere oggetti. E Andy può “persuadere” la volontà delle persone.
Ma soprattutto la loro vita è cambiata perché è nata Charlie.
Soprattutto perché Charlie è pirocinetica.
E la Bottega vuole prenderla, acciuffarla per studiarla, costi quel che costi.
La caccia a padre e figlia sarà quindi senza tregua fino al drammatico e devastante finale.
IL GIUDIZIO PERSONALE
Partiamo da King. A scrivere questo libro non è il primissimo King, quello secco e diretto di Carrie ma è comunque un King prematuro, uno scrittore che comincia a capire e a realizzare che la schiera di coloro che compreranno i suoi libri va allargandosi. Ciononostante la stoffa c’è già e sebbene questo romanzo non sia da considerare tra i migliori, senza dubbio concede ottimi spunti se non altro agli appassionati del genere.
E’ strutturato in capitoli non molto lunghi che coprono inizialmente un periodo di pochi giorni, poi, uno stacco netto di qualche mese in poche pagine ed infine nuovi capitoli che illustrano eventi racchiusi in pochi giorni: da un punto di vista prettamente legato alla trama sembrano due libri in uno ma i personaggi mantengono una coerenza tipicamente kinghiana.
In proposito senza dubbio è molto curata l’intesa e l’amore tra Charlie ed il papà; è normale che così sia, ma da un lato la fuga che li accomuna e dall’altro il desiderio di protezione del padre verso la figlia sono il fulcro attorno al quale ruotano le emozioni del romanzo; romanzo che certamente si caratterizza per una trama fantascientifica (definizione non proprio azzeccatissima) ma che dunque presenta risvolti non solo thriller.
IL CONSIGLIO
Assolutamente consiglio Firestarter ad ogni appassionato di Stephen. Non è il libro da cui iniziare a leggere King, anche perché non è una delle sue opere migliori ma è interessante vedere come i suoi punti di forza del futuro emergano acerbi già in queste pagine. Assolutamente da sottolineare il fatto che quando uscì in edizione italiana, il traduttore non era ancora il grandissimo Tullio Dobner bensì una donna, tale Maria Grazia Prestini: questo è un particolare importante perché Dobner col tempo ha saputo “interpretare” King, non limitandosi ad una fredda traduzione: la differenza è enorme. Nota negativa dell’edizione in questione è il carattere di stampa, piuttosto piccolo, che potrebbe dare fastidio a chi ha problemi di vista.
Mi piace ricordare infine che da tale libro venne nel 1984 tratto un film omonimo, con Drew Barrymore nei panni di Charlie ma anche con Martin Sheen ed il grande George C. Scott; in Italia il fu tradotto come Fenomeni Paranormali Incontrollabili e, a dispetto del titolo, non era niente male.
Con questo è tutto.
<<Brucia tutto Charlie, brucia tutto.>>
Titolo originale: “Firestarter”
Ed. Sperling & Kupfer
Pagine: 408
Corrado Ingegnere76 (ciao.it) 13-02-2006