Il dito di Horace
Marcus Malte
pubblicato nel 2002
Voto: 7/10
Marcuse Malte, come un virtuoso musicista jazz, arricchisce la trama di questo romanzo con apici di elegante “improvvisazione” stilistica, caratterizzati da superbe descrizioni emotive ed ambientali, in un’ apparente frammentazione della continuità narrativa che, invece di esserne indebolita, proprio da questa trae il suo ritmo serrato e coinvolgente. Il gigantesco pianista di colore Mister, uno dei tanti originalissimi protagonisti del libro, ha da poco concluso con successo un concerto. E’ormai notte inoltrata quando, uscendo stremato dal jazz club dove si è esibito, fa uno strano incontro. Ad aspettarlo c’è un giovane che senza mostrare alcuna titubanza gli fa una confessione troppo assurda per poter essere vera, ma al contempo troppo drammatica per non esserlo: “Mi chiamo Franck. Ho appena ucciso tre persone ma mi piace molto il suo modo di suonare”. Franck continua parlando del suo pianista preferito Horace Silver e di come il padre nel consigliargli di ascoltarlo ripeteva sempre la stessa identica frase: “Il dito di Horace Silver è il dito del Giusto…il dito che castiga!” . Mister invita il ragazzo a prendere un caffè in un piccolo bistrot dove incontrano Bob, un eccentrico tassista intellettuale. Poi, col taxi sgangherato di Bob, il trio spensierato inizia a vagare senza meta lungo le strade di Parigi, finché non arriva l’alba ed il notiziario radiofonico del mattino annuncia la tragica morte di tre persone. Franck scende dall’auto, per scomparire nel nulla così come è venuto. Per Mister e Bob comincia una serie di difficili interrogativi cui dover rispondere, primo tra tutti se il giovane fosse davvero un assassino: cosa avrebbero dovuto fare, denunciarlo alla polizia o compiere loro delle indagini sul caso? La coppia di amici decide di vestire i panni di astuti investigatori e durante le ricerche incrociano il loro destino con quello di altri stravaganti personaggi. Anche se a questo punto del romanzo non mancano le situazioni comiche, queste non fanno altro che rendere più imprevedibili i colpi di scena e più angoscianti i diversi momenti di suspense. A Malte va riconosciuta la rara capacità di tratteggiare, utilizzando soltanto poche righe, l’aspetto, lo stato d’animo e il vissuto dei personaggi, mostrandoli al lettore nella loro complessa unicità. “Il dito di Horace” è un romanzo sulla giustizia e sul castigo, che narra fondamentalmente degli errori e dell’impossibilità di porvi rimedio.
Gianni Ferrara