Valsecchi, gemelli scrittori

Libri horror

Intervista

a cura di Adele Patrizia D’Atri

Intervista apparsa per la prima volta sulla rivista romana “Il Pasquino”

I gemelli Nicola e Fabrizio Valsecchi sono due giovani scrittori di Cernobbio. Scrivono libri a quattro mani. Si tratta di opere fantasy che si approssimano all’oscuro. Dedicano alla scrittura la massima attenzione, riuscendo a redigere opere, non solo di facile lettura, ma di grande interesse. Noi di OcchiRossi.it pensiamo che possano essere una guida per chi  ha deciso di intraprendere l’ostica carriera dello scrittore.

Quale è il vostro autore preferito?

Leggiamo di tutto, perché si può e si deve imparare da tutti. Da Orwell (lo citiamo anche in “B. e gli uomini senz’ombra”) a Stephen King. Non abbiamo preclusioni di alcun tipo verso ogni scrittore e tipologia testuale.

Quando scrivete vi lasciate influenzare dal gusto dei lettori?

Assolutamente no. Scriviamo quello che sentiamo. Non riusciamo a scrivere storie in cui non crediamo. I lettori se ne accorgerebbero subito. Ci piace spaziare tra i vari generi letterari, sperimentando le più svariate tecniche narrative. Prima o poi, i nostri “esperimenti” incontreranno per forza il gusto dei lettori…

Il finale di un libro ha peso sulla sua riuscita?

Questa è una domanda da girare ai lettori. I nostri finali sono “aperti” e non sono mai scontati. Come ha già notato qualche critico, sono l’inizio di un libro successivo.

Avete studiato qualcosa di specifico, come scrittura creativa, prima di dedicarvi alla stesura dei vostri libri?

No. Non pensavamo nemmeno di poter pubblicare. Tutto questo fino all’11 settembre 2001, quando nostra madre ha spedito senza che lo sapessimo un manoscritto a un’editrice (Monica Montanari di Mamma Editori) e da lì tutto è cambiato.

Quanto tempo impiegate nella realizzazione di un romanzo?

Dipende dal romanzo. Se decide di farsi scrivere in tempi brevi o meno. E’ sempre la storia a dettare le modalità e i tempi. “La Chiromante” è stata scritta in pochi mesi. “B. e gli uomini  senz’ombra” invece ha richiesto un periodo più lungo. La fase di scrittura di norma è meno lunga dei tempi editoriali.

Avete avuto difficoltà a trovare un editore che pubblicasse il vostro primo romanzo ” La Chiromante?”

Si, come tutti. Abbiamo avuto le nostre porte sbattute in faccia e le solite due o tre righe di cortesia che accompagnano le eventuali risposte delle case editrici. L’editoria è un mondo chiuso. I giovani difficilmente vengono presi in considerazione.

Avete dovuto pagare per vedere pubblicato il vostro primo  libro?

Sì. E’ una prassi. Specie per gli esordienti. Così almeno ci è stato detto.

E’ redditizio il mestiere dello scrittore in Italia?

In Italia ci sono più scrittori che lettori. Senza grossi “battage” pubblicitari è difficile arrivare al grande pubblico e di conseguenza “mantenersi con i sogni”.

Quanto pesa sulle vendite un buon marketing?

Ci sono buoni libri che passano quasi inosservati per la mancanza di un buon marketing. In compenso, ce ne sono altri che vivono grazie agli spot pubblicitari. Il nostro di gemelli-scrittori poteva essere un trampolino di lancio a livello pubblicitario. Molti avrebbero potuto considerarci esclusivamente per questo. I critici invece, per nostra fortuna, hanno scoperto che dietro “il caso” c’era soprattutto “il libro”.

In quale modo vi siete pubblicizzati?

Bussando a tutte le porte che si potevano aprire, ma anche a quelle che immaginavamo già chiuse. Un aiuto notevole è pervenuto dalle molteplici recensioni sui nostri libri. Abbiamo presentato i nostri romanzi presso le biblioteche ed i circoli culturali. Siamo stati in alcune scuole, in televisione. Abbiamo ricevuto paragoni egregi, apprezzamenti da personaggi illustri. Paradossalmente ci è stato impossibile presentare il secondo libro nel nostro comune di residenza, Cernobbio. Per il nostro sindaco rimaniamo “Signori Nessuno”.

Date qualche consiglio ai giovani che vogliono intraprendere la carriera di scrittore.

Primo: credere nel proprio lavoro, senza scendere a compromessi.
Secondo: non scoraggiarsi mai davanti agli ostacoli o atteggiamenti di snobismo culturale.
Terzo: cercarsi un lavoro che permetta di poter vivere in attesa di affermazione.

Adele Patrizia D’Atri

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