Buick 8
Stephen King
pubblicato nel 2002
Voto: 6.5/10
TRAMA:
Pennsylvania Occidentale, la noiosa terra degli Amish. È l’estate del 2001 e Ned Wilcox è un liceale orfano di padre. Curtis Wilcox, poliziotto, è morto in servizio appena un anno prima, investito da un alcolizzato, mentre controllava i documenti di un automobilista.
Da allora, la nuova famiglia di Ned è la Squadra D della Polizia di Stato. Il giovane svolge per loro qualche lavoretto, come falciare il prato, ed è sempre disponibile per farsi due chiacchiere con quelli che erano i colleghi di suo padre. Dal canto loro gli agenti lo accolgono come uno di loro, soprattutto il capitano, Sandy Dearborn, e l’addetta alle comunicazioni, Shirley.
Un giorno, mentre sta lavando i vetri del capannone B, Ned intravede una splendida Buick 8 del 1954, in condizioni perfette, abbandonata e coperta parzialmente da un telo. Con lui ci sono, oltre ai soliti Sandy e Shirley, gli agenti Eddie e Huddie e il tuttofare Arky.
Incalzati dalle domande di Ned, gli uomini decidono di raccontargli la storia della Buick 8, nonostante siano alquanto restii dal farlo: quella macchina li spaventa.
Estate 1979. Presso la Stazione di Servizio di Bradley Roach (l’ubriacone che nel 2000 investirà Curtis) fa la sua comparsa per la prima volta la Buick 8 color blu notte. Il misterioso conducente scompare nel nulla e, per prassi, la macchina viene presa in consegna dalla Squadra D.
Ma non si tratta di un’automobile normale, e gli agenti se ne accorgono sin da subito.
Innanzitutto il motore non è apposto: non potrebbe mai funzionare visto che gli mancano quasi tutti i pezzi fondamentali! Eppure la macchina è arrivata fino alla Stazione di Servizio.
In secondo luogo, la macchina emette un ronzio terribile e sedersi al suo volante è quasi ipnotizzante. Le ruote non raccolgono la polvere, poiché anche il più piccolo granello di sabbia viene respinto a terra, e la carrozzeria non si sporca, tanto meno si graffia. Insomma, una bella gatta da pelare.
Ben presto la Buick blu notte conquista la curiosità e le attenzioni di tutti gli agenti della Squadra D, che fanno la fila davanti ai vetri del Capannone B per ammirarla. Ma sono Curtis, Sandy e Tony Shoondist (il capo di allora) che le dedicano le maggiori attenzioni, in un misto tra fascino e paura, conducendo anche degli strani esperimenti.
Le sorprese non sono però finite. Il giorno stesso della confisca dell’auto, scompare Ennis Raferty, il collega di Curtis Wilcox. E non sarà l’unico a scomparire misteriosamente nei paraggi della Buick.
L’automobile in cambio, concede spettacoli luminosi simili a tempeste di fulmini violacei, anticipati da drastici cali di temperatura all’interno del capannone. Inoltre ogni tanto “partorisce”, attraverso il bagagliaio, delle creature mostruose, deformi, maleodoranti e spaventose che fortunatamente muoiono nel giro di pochi minuti al contatto con l’atmosfera terrestre.
Tra esperimenti, supposizioni, sparizioni e creature inconcepibili, passano gli anni e la vita degli agenti della Squadra D continua “quasi” normalmente, fino a giungere ai giorni nostri, quando Sandy finisce di raccontare la sua storia e Ned decide di…
CONSIDERAZIONI PERSONALI:
Nel momento in cui scrivo questa recensione “Buick 8” (titolo originale: “From Buick 8”) è l’ultimo romanzo di Stephen King, escludendo ovviamente i capitoli de “La Torre Nera” e aspettando l’uscita di “Colorado Kid”, che dovrebbe avvenire nell’autunno del 2005.
Niente da dire (e ci mancherebbe!) sulla narrazione e sul modo di scrivere di King (sempre ottimamente tradotto), rimane sempre e comunque lui “Il Re”. Nonostante ciò, “Buick 8” non mi ha convinto del tutto.
Per prima cosa, così come era accaduto con “L’Acchiappasogni”, anche in questo caso la trama ha un retrogusto stantio, dà quasi l’idea di essere un collage di vecchie idee riciclate.
L’andamento della storia non riesce a catturare del tutto il lettore, anzi, spesso mi sono addirittura annoiato.
Sandy, il narratore principale, decide infatti di intervallare i misteri della Buick 8 con il racconto di avvenimenti di vita comune, aneddoti più o meno divertenti che vedono come protagonisti gli agenti della Squadra D. Altre volte invece si lascia andare a delle lunghe riflessioni personali sulla vita. Il motivo? Sandy vuole far capire a Ned che la Buick 8 ha solo un ruolo marginale nelle loro esistenze.
Capita così che Sandy – King si arrabbi di fronte alla cocciutaggine di Ned – Lettore che con insistenza esige una spiegazione esaustiva ai misteri della Buick 8: secondo il narratore non devono esserci necessariamente un finale e una spiegazione a tutte le storie, soprattutto a quelle indecifrabili.
La storia principale ne risulta fin troppo diluita e dispersiva, perde il suo sapore, proprio come capita ad un bicchiere di vino d’annata “allungato” con 2 dita di acqua. Più di un lettore, come per esempio il sottoscritto, potrebbe rimanerne deluso, ma non escludo che a tanti piacerà questa versione di King, che da dalla critica è stato descritto come “maturo”.
Molti potrebbero rimanere disorientati dal cambio continuo di narratore. La storia principale (Ned che vuole sentire la storia della Buick 8) è raccontata da Sandy, ma le avventure legate alla Buick 8 sono raccontante dai diretti interessati ovvero, a turno, da Eddie, Huddie, Arky, Shirley e dallo stesso Sandy. Si salta così dalla terza persona alla prima, dal passato al presente.
Si tratta comunque di un libro che merita di essere letto, come ogni opera di King, sicuramente superiore a molti dei libercoli che saturano il mercato orrorifico.
CURIOSITÀ:
Nel 1999 King comincia a scrivere la bozza di “Buick 8”. Accenna la trama, l’evolversi degli avvenimenti e descrive minuziosamente la morte di Curtis Wilcox, investito da un alcolizzato. Fatalità vuole che nello stesso anno King rimanga vittima di un incidente stradale identico: un furgoncino lo investe quasi uccidendolo, facendogli partire l’orologio e il cappello alla stessa maniera dello sventurato Curtis. King scherzosamente dice di aver descritto il proprio incidente prima che accadesse.
In seguito a quell’avvenimento “Buick 8” cadrà nel dimenticatoio fino al 2001, lasciando spazio alla stesura e alla pubblicazione de “L’Acchiappasogni”, e verrà ripreso da King quasi per caso.
Daniele Del Frate, Agosto 2005