B e gli uomini senz’ ombra
Fabrizio e Nicola Valsecchi
pubblicato nel 2004
Voto: 7/10
“B e gli uomini senz’ ombra” non è un mero testo commerciale, imbrattato di sudiciume “attira-zotici”, che tanto va di moda attualmente in Italia, bensì un romanzo di stampo fantasy/horror e, al contempo, una giusta critica della società, che emargina il diverso e vende, metaforicamente, la propria anima in cambio di beni materiali. Se è pur vero che i due scrittori esordienti possano essere stati influenzati dalla produzione letteraria altrui (cosa più che lecita per due lettori oltre che scrittori) c’è da dire, che, seppur timidamente, non esitano a sfoggiare uno stile peculiare attingendo dalla propria creatività e dai personali vissuti. L’io narrante di “B e gli uomini senz’ ombra” è affidato al silenzio di un testimone muto. La penna dei due scrittori ha raffigurato egregiamente gli aspetti del singolare protagonista, accludendo emblematiche dolorose che costringono a riflettere anche il lettore sbrigativo. Con linguaggio semplice hanno incastrato, paradossalmente, sentimenti minacciosamente concreti in un contesto fantasy.
Il muto è il diverso. Vive ed ha vissuto appieno nella sua emarginazione tacita. Additato da bambino, umiliato ed odiato da adulto. Orfano di un padre mai esistito. Orfano di una madre uccisa dal dottor B.. Solo colui che conosce la diversità e l’ha accettata può resistere a tentazioni forvianti. Ed è proprio qui che appare il male. Dopo l’arrivo del dottor B. l’influenza dilaga a M. Horizon. La gente muore, la malattia non si arresta. Frattanto un’infausta neve ricopre copiosamente il terreno, minacciando l’esigua popolazione. Lo studio medico di B. è affollato, senza tregua. Il dottore non si lascia intimorire dalle neve, non paventa il personale sacrificio. Ovunque sia un paziente bisognoso, lui c’è. Uomo di scienza o demone del Maligno?
Buona parte della gente di M.Horizon manda giù la miracolosa medicina del dottor B.. Assumendo la prodigiosa sostanza, ogni desiderio è presto esaudito. In cambio, l’astuto medico (se è vero che lo è), chiede un irrisorio compenso: l’ombra. I gemelli Valsecchi giocano sui sentimenti comuni del desiderio, dell’insoddisfazione, facendo cadere la gente di M.Horizon nella vecchia ed ingegnosa trappola di Faust. L’anima in cambio, del bene terreno.
Sottolineo a questo punto la mancanza di uno svolgersi completo della trama, che lascia il lettore basito di fronte all’eventualità di non sapere cosa si diventi senza ombra. E’ pur vero che la descrizione dei “senza ombra” viene accennata, si intuisce che si è alla mercè del dottor B., che si diviene perfidi e senza scrupoli. Altrettanto palese è la dicotomia del soggetto scisso: ombra (anima?) e corpo (involucro?), ma il resto è lasciato alla fantasia del lettore. Avrei gradito una cura maggiore nell’esplicarsi della vicenda. Tuttavia, è una pecca che non intacca l’interezza di questo romanzo suggestivo che terrà il lettore incollato alle sue pagine come la calamita al ferro fino al finale aperto ed al contempo insolito che potrà dividere le opinioni dei lettori. E qui si riapre una sorta di diatriba alla King. Come il Re ha affermato nella postfazione di Colorado Kid, potrebbe essere più rilevante l’evolversi della trama piuttosto che il finale. D’altra parte Dean Koontz, altrettanto dotato e celebre, attribuisce gran peso alla conclusione di un romanzo. Difatti persino ne “Il Cattivo Fratello” riesce a dare una conclusione (un happy end) al complesso intrigo che si è divertito a creare. Personalmente, a seconda dei casi, concordo con entrambi. Se un libro è valido non è il finale che lo pregiudica.
A merito dei gemelli va la scrittura: contemporanea, asciutta, diretta, curata quasi sempre nella forma.
Non dimentichiamo che i gemelli Valsecchi sono ancora scrittori acerbi. Sono certa che nel proseguimento della loro carriera produrranno opere di alto livello. Lettori di occhirossi.it, teniamoli sott’occhio.
Adele Patrizia D’Atri 05.04.2006
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