American Psycho

Libri horror

Bret Easton Ellis

pubblicato nel 1991

Voto: 3/10

Patrick Bateman è il classico ragazzo ricco, bello e con un lavoro appagante. Frequenta solo ristoranti all’ultima moda, locali in cui gira la coca migliore e avere il biglietto da visita più bello di tutti è un’ossessione per lui e i suoi amici. Le donne per lui sono solo un corpo su cui sfogare i propri istinti e le fantasie più violente e macabre. Dietro alla maschera di uomo perfetto Bateman cela un’inquietante passione per la perversione che mette in pratica su prostitute e donne conosciute casualmente nei locali.

Il romanzo, scritto in prima persona come un personalissimo diario degli orrori, percorre la vita di questo ragazzo, privo di ideali e valori, costellata da atti di violenza allucinanti, a volte addirittura insopportabili da leggere. A prescindere dalle scene di sesso altamente spinte e violente, ma comunque “sopportabili”, nel libro vengono minuziosamente descritte le torture alle quali vengono sottoposte le inconsapevoli vittime di Bateman con una tale crudezza che superano il limite della perversione più totale, che mi hanno fortemente disturbata e – non lo nego – profondamente turbata.

Presentato come un’opera geniale, in cui verrebbero estremizzati i comportamenti di una generazione allo sbando e priva di valori attraverso le ossessioni e le manie psicotiche del protagonista, non vi ho trovato nulla di geniale e non ho trovato basi su cui riflettere.

Non trovo nessuna utilità nel leggere le minuziose descrizioni in cui l’autore si prolunga, in cui viene narrato – quasi con soddisfazione – come il protagonista si diverta a far esplodere i bulbi oculari delle vittime o l’orgasmo che raggiunge bruciando i seni di una ragazza con la corrente elettrica. E se queste sevizie di cui ho scritto adesso vi hanno lasciato perplessi, è giusto che sappiate che forse sono le meno efferate che troverete in queste pagine.

Non metto in dubbio che insigni psicologi e critici di letteratura possano trovare in questo libro degli spunti di accusa contro una società che ha privato le generazioni di valori e di principi morali in cui credere, ma personalmente credo si possa parlare lo stesso di disagi generazionali senza dover passare per forza attraverso la violenza più cieca e spinta.

Sicuramente quanto sto per dire non troverà d’accordo gli estimatori del libro ma secondo me l’unico fine dell’autore è stato quello di scandalizzare e creare un caso, e non di far riflettere: non è giustificato, altrimenti, l’abuso di una quantità impressionante di scene raccapriccianti, praticamente ad ogni capitolo del libro (tranne uno in cui, per circa una decina di pagine, il protagonista si dilunga nel decidere quale abito indossare, che ho trovato di una vacuità assoluta) .

Un libro non per tutti, assolutamente da sconsigliare ai minorenni e a chi è impressionabile.

Fededeb (ciao.it) 7-12-2004

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