17 Omicidi per Caso

Libri horror

Ilaria Cavo

pubblicato nel 2006

Voto: 8/10

Un giorno vidi mio padre leggere questo libro e, notandone il titolo, promisi a me stesso che prima o poi sarebbe finito anche nelle mie mani.

“Diciassette omicidi per caso” non è altro che la storia vera di Donato Bilancia, il serial killer dei treni. Include sei incontri in carcere con l’autrice e la testimonianza del giudice che lo ha processato.
Il libro contiene, inoltre, quaranta lettere dell’autrice al killer nelle quali scrive di essere interessata alla sua vicenda personale e gli chiede, quindi, di poterlo incontrare.
Donato Bilancia uccise in un anno circa (dal 1997 al 1998) diciassette persone, per soldi e vendetta.
Vittime della sua P38 furono donne sole sui treni, prostitute, gestori di bische, metronotte e gioiellieri. Tutto senza una connessione, un perché, senza nessuna logica, senza un disegno chiaro, senza che sia emersa un’intenzione unitaria e coerente che possa restituire un senso, almeno dal punto di vista criminale, a quel massacro.

La personalità di Bilancia ha molte facce, tanto che famosi criminologi faticano, ancora oggi, a darne una certa definizione, concordi, però, nel descriverlo come un assassino improvvisato che, morte dopo morte, ha scoperto quanto fosse facile uccidere.

Questo libro non è altro che una dettagliata ricostruzione della vicenda, il prima e il dopo l’arresto.
Una complicata operazione di ricostruzione che l’autrice, giornalista da cinque anni, compie anche grazie alle testimonianze di Enrico Zucca, il magistrato che lo ha inseguito e convinto a confessare, che ora è diventato suo acerrimo nemico.

Diciassette omicidi fatti di casualità e di paradossi e un’indagine costellata qua e là da errori grossolani e da intuizioni geniali, costituiscono la trama di una storia in cui la razionalità del lavoro investigativo si scontra con gli aspetti più oscuri ed imperscrutabili della mente umana.

Ciò che più mi ha colpito di questo libro è stato la sua scorrevolezza e la fluidità dell’autrice nello scrivere una storia vera, agghiacciante e ben dettagliata.
Ciascun capitolo recita uno dei momenti più importanti della vicenda, facilitando, come è capitato a me, la lettura ed il collegamento dei fatti.
L’analisi psicologica della personalità di Donato aiuta chiunque a conoscere le sue patologie quali gli atteggiamenti narcisisti, un passato da giovane ignorato, trascurato e tradito e di conseguenza il bisogno di essere qualcuno, di essere conosciuto (simile al famoso Riccardo III Shakespeariano). Tutti questi aspetti, queste parti indissolubili del suo carattere, inoltre, comportano alla formazione di un’identità sessuale complessa, seppure abbastanza marcata.

Appena terminato di leggere il libro, ho subito osservato la copertina che ritrae la foto del famoso serial killer oltre a frammenti di notizie giornalistiche sul suo conto:  ho capito che chi apparentemente sembra “il signore che offre caramelle in strada ai bambini” può rivelarsi realmente uno spietato serial killer, famoso per la sua brutalità e crudeltà. Ma soprattutto ho capito che l’uomo è  veramente capace di fare qualsiasi cosa.

Stefano Aiello marzo 2007

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