La Congiura degli Innocenti
REGIA: Alfred Hitchcock
SCENEGGIATURA: John Michael Hayes
MUSICA: Bernard Herrmann
FOTOGRAFIA: Robert Burks
MONTAGGIO: Alma Macrorie
CAST: Edmund Gwenn, John Forsythe, Mildred Natwick, Mildred Dunnock, Jerry Mathers, Royal Dano, Parker Fennelly, Barry Macollum
DURATA: 96 min. (USA, 1955)
Hitchcock ebbe il piacere di girare una commedia “noir”, senza una sola scena di suspance…
In realtà non si trattava della prima volta: già nel 1941, con ” Il Signore e la Signora Smith“, si era cimentato con una (modesta) commedia coniugale, ma il risultato aveva lasciato “freddini” sia pubblico che critica.
” La Congiura degli Innocenti“, il cui titolo originale è ” The Trouble with Harry” (che significa letteralmente “Il problema di Harry”), è un film girato nel 1955.
Un esperimento riuscito, potremmo dire, sebbene lo stesso sia impermeato della classica ironia inglese, che fa sorridere a denti stretti piuttosto che ridere…
Nei titoli iniziali vediamo un disegno fatto a matita: una casa, degli alberi, gli uccellini, un paesaggio agreste e… un cadavere che giace disteso sull’erba. Ciò anticipa le primissime scene, dove vedremo una salma, appunto, che giace in un bosco del Vermont inspiegabilmente, in una colorata e apparentemente tranquilla mattina d’autunno.
Più tardi scopriremo che quel corpo è appartenuto ad Harry, un uomo violento ma allo stesso tempo elegante nei modi di fare.
Del suo accidentale omicidio se ne assume la responsabilità un anziano cacciatore di lepri, il Capitano Albert (Edmund Gwenn) salvo poi scoprire più in là, con una semplice verifica dei colpi sparati che non è stato lui. Successivamente, la colpa ricade su Miss Gravely (Mildred Natwick) un’attempata zitella che era stata importunata dallo stesso, ma presto ci si accorge che non è stata neppure lei. Tocca quindi all’ex moglie, Jennifer (Shirley MacLaine), che lo ha preso a bottigliate in testa poco prima, ma – indovinate un po’ – si scoprirà che anche lei è innocente…
Insomma, una situazione alla Agatha Christie, un ironico giallo dove tutti avrebbero avuti buoni motivi per assassinare la vittima, ma chi è stato allora?
A contorno di questa strana vicenda, ci sono personaggi abbastanza variegati: oltre a quelli già citati, vedremo anche un pittore (John Forsythe) che dipinge quadri di dubbio valore, un vice-sceriffo abbastanza antipatico, il giovane figlioletto di Jennifer, un milionario che capisce ben poco di arte, e la madre del rappresentante della legge, che gestisce una drogheria. E su tutti Harry, la povera salma che vediamo in faccia solo all’inizio del film, sepolta e dissepolta per ben 4 volte nel giro di un solo giorno.
In questo turbinio di vicende, in cui il presunto colpevole viene scagionato dai dati di fatto o dall’assunzione di responsabilità di altri, la salma del povero Harry viene sotterrata e dissotterrata continuamente, nascosta, trasportata, addirittura lavata, fino al divertente finale, che qui non svelo. Finale naturalmente lieto, che vede anche la nascita di due nuove coppie.
Una scena merita di essere segnalata: quella in cui il vicesceriffo Calvin abbandona la casa di Jennifer ed i quattro riprendono i panni del caro defunto che avevano nascosto ovunque…
Insomma, questo film (tratto da un romanzo di Jack Trevor Story e della durata di circa 96 minuti) rappresenta uno sconfinamento di Hitchcock in un genere più divertente (anche se ugualmente macabro): esperimento riuscito, mi sento di dire.
CAMEO: come è noto, Hitchcock amava “firmare” i suoi film apparendo in una breve sequenza. Ne ” La Congiura degli Innocenti” lo si vede camminare nei pressi della mostra di quadri allestita da Forsythe.
GABRIELE FORTINO
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