L’Ombra del Dubbio
Regia: Alfred Hitchcock
Scritto da: Gordon McDonell, Thornton Wilder, Sally Benson, Alma Reville
Cast: Teresa Wright, Joseph Cotten, Macdonald Carey
Charlie e Charlie… come sappiamo questo nome anglo – americano è usato sia al maschile che al femminile. Sebbene nel doppiaggio italiano ci dobbiamo accontentare di un banale Carlo e Carla, nell’originale i due protagonisti (Joseph Cotten, lo zio, e Teresa Wright la nipote) hanno lo stesso nome: Charlie appunto.
I due sono legati da un profondo affetto, e quasi, almeno da parte di lei, da una specie di telepatia, tanto che quando la nipotina pensa di invitare lo zio, questo ha già preso la decisione di farle visita.
L’arrivo di Charlie, nella piccola cittadina di Santa Rosa, dove tutti conoscono tutti, e soprattutto nella famiglia Newton, non passa certo inosservato.
Innanzitutto l’arrivo: Charlie scende dal treno zoppicando vistosamente poi, alla vista dei familiari, sembra guarire miracolosamente. Tutti sembrano eccitati dall’arrivo di quest’uomo che non vedevano da molti anni; gli stessi rapporti interfamiliari, di una famiglia “allo sfacelo”, come viene definita dalla stessa Charlie, vengono vigorosamente rinsaldati. Lo zio sembra apportare un entusiasmo ed un’armonia mai visti prima nella famiglia.
In precedenza, all’inizio del film, lo abbiamo visto però sfuggire da qualcuno e portare con sé una grossa quantità di denaro. Insomma, a ben vedere, Charlie non porta con sè solo gioia ed armonia, ma anche qualcosa di strano…
L’ombra del dubbio (che è proprio il titolo della pellicola, dall’inglese “Shadow Of A Doubt“) comincia a farsi strada, agli occhi della giovane Charlie, quando in casa giungono delle strane persone, che in apparenza vogliono intervistare la famiglia presa a “modello”, ma che in realtà fanno pressanti domande sull’ospite, il quale naturalmente non vuol rivelare nulla di sé.
Cos’ha da nascondere l’adorato zietto? Qualcosa che ha a che vedere con il suo passato? Ben presto, la nipote scoprirà che è ricercato dalla polizia. Tutto ciò, ed in particolare i dubbi insinuati nella donna dal giovane poliziotto Jack (Macdonald Carey), finirà per incrinare il rapporto tra i due parenti.
Il film, girato in bianco e nero nel 1943, dura circa 108 minuti.
Non viene passato spesso in tv, essendo considerato un film “minore”.
In effetti la visione non ci ha entusiasmato e convinto del tutto, essendo poche, tutto sommato, le scene di tensione degne del grande regista.
Abbiamo trovato i dialoghi noiosi e addirittura odioso l’eccessivo spazio che viene riservato ai fratellini della giovane Charlie, doppiati per di più in un italiano bruttissimo.
Bello e ben delineato invece il rapporto tra zio e nipote, che è qualcosa in più della semplice parentela, qualcosa che rimane solo accennato, quasi timidamente. Ma non dimentichiamo che siamo negli anni ’40.
Lo stesso dubbio, che piano piano si insinua nella mente, ci regala ben pochi spunti di riflessione, visto che conosciamo a malapena la vita di Charlie, persona alquanto invadente e (troppo) misteriosa. Neanche i “flash-back” di scene di ballo su di un celebre motivo (non diciamo quale per non svelare troppo) sembrano azzeccati.
CAMEO: come è noto Hitchcock amava “firmare” i suoi film apparendo in una breve sequenza. Ne “L’Ombra del Dubbio” lo vediamo di spalle, sul treno su cui viaggia Charlie, mentre gioca a carte. Una mano particolarmente fortunata, visto che è composta da ben 13 picche!
GABRIELE FORTINO
E-mail: [email protected]
(Copyright© occhirossi.it 2004-2009)