Il prigioniero di Amsterdam
Titolo originale: Foreign Correspondent
Regia: Alred Hitchcock
Nazione: U.S.A. 1940
Durata: 120′
Soggetto e sceneggiatura: Charles Bennett, John Harrison, Vincent Sheen
Cast: Joel McCrea, Laraine Day, Herbert Marshall, George Sanders
Musica originale: Alfred Newman
IL PRIGIONIERO DI AMSTERDAM (FOREIGN CORRESPONDENT) è un film diretto da Alfred Hitchcock nel 1940.
Siamo alla vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale, e nella redazione di un giornale americano arrivano notizie frammentarie ed ambigue. Nessuno dei reporter inviati in Europa, infatti, riesce a raccogliere notizie sicure sullo scoppio imminente del conflitto, al di fuori dei soliti “si dice” e “si presume”…
Questo fa andare su tutte le furie il direttore del giornale, che incarica un giovane giornalista dall’aria dinamica e spregiudicata di andare in Europa e raccogliere notizie certe. Il suo nome è Johnny Jones (Joel McCrea).
In particolare, il giovane è inviato ad Amsterdam, dove si sta per tenere un’importante conferenza. Il suo compito è di intervistare un diplomatico, Van Meer (Albert Bassermann) ritenuto uno dei massimi esperti di politica internazionale, sicuramente l’unico che può fornire notizie certe, in quanto custode di un importante segreto politico.
La conferenza internazionale è organizzata dal leader del movimento pacifista, Fisher (Harry Davenport), che più tardi scopriremo essere in realtà un cospiratore. Ma, poco dopo l’inizio dei lavori, Van Meer viene assassinato da un finto giornalista.
In realtà ad essere ucciso è un sosia, ed il vero Van Meer viene rapito e nascosto in un mulino a vento.
Costui infatti è uno dei depositari di una clausola segreta di un importantissimo trattato, clausola che se venuta a conoscenza potrebbe cambiare le sorti del mondo, in un momento così delicato come potevano essere la fine degli anni ’30. Per questo Fisher, il capo del complotto, ed il suo manipolo di uomini senza scrupoli cercano di carpirne la formula.
Intanto Johnny si innamora, ricambiato, della giovane figlia di Fisher, Carol (Laraine Day), che è all’oscuro dell’attività sovversiva del padre. Ma il giornalista è intenzionato ad andare a fondo, e scopre il luogo dove il diplomatico è rinchiuso, non senza correre più volte il rischio di lasciarci la pelle…
IL PRIGIONIERO DI AMSTERDAM è un film cupo, uscito all’indomani dello scoppio della guerra. E di quei momenti di terrore conserva tutto lo sgomento e le paure… Un film accurato e ben fatto, che forse non ebbe il giusto successo, ma che contiene tutti gli “ingredienti” del classico film di spionaggio hitchcockiano (pensiamo a LA SIGNORA SCOMPARE, INTRIGO INTERNAZIONALE, IL SIPARIO STRAPPATO, ad esempio): il segreto militare, la cospirazione politica, il rapimento…
Hitchcock lo girò in Olanda probabilmente per inserirvi l’espediente dei mulini a venti. Infatti, ad un certo punto, le pale di un mulino a vento girano in senso contrario, trasmettendo un messaggio in codice.
Il regista ebbe a dire che le due cose che ogni visitatore che arrivi in Olanda si aspetta di vedere sono la pioggia ed i mulini a vento. Elementi ambedue presenti in questo film.
Molto bella infatti la scena in cui il finto reporter che ha assassinato il finto Van Meer scappa tra la folla, inseguito dal giornalista americano. La scena è ripresa dall’alto, noi non vediamo i due uomini, ma immaginiamo la loro posizione dal movimento che producono tra gli ombrelli dei presenti (come se fossero due talpe che si muovono pochi centimetri sotto la terra).
Un po’ datati forse i dialoghi (per ben due volte, ad esempio, Johnny dice che non vuole giocare a “nascondarella”), ma del resto il film ha più di 60 anni…
Convulse e dense di suspence le scene finali, dell’affondamento dell’aereo.
Il film, naturalmente in bianco e nero, dura circa 2 ore.
CAMEO: come è noto Hitchcock amava “firmare” i suoi film apparendo in una breve sequenza. In IL PRIGIONIERO DI AMSTERDAM lo vediamo passare accanto al protagonista, Joel McCrea, leggendo un giornale.
GABRIELE FORTINO
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