Il Ladro
REGIA: Alfred Hitchcock
SCENEGGIATURA: Angus MacPhail e Maxwell Anderson
MUSICHE: Bernard Herrmann
FOTOGRAFIA: Robert Burks
MONTAGGIO: George Tomasini
CAST: Henry Fonda, Vera Miles, Anthony Quayle
U.S.A. 1956
Il solo film di Alfred Hitchcock ispirato ad un fatto di cronaca, Il Ladro (titolo originale The Wrong Man) è una pellicola in bianco e nero, ed uscita nel 1956.
Il film si apre con le parole dello stesso regista, che ci avverte che il film contiene degli elementi che sono più strani di tutte le invenzioni che sono intervenute in tutti i film del brivido finora da lui diretti. La realtà spesso supera la fantasia, come si suol dire.
In breve la trama. Siamo nelle prime ore del mattino del 14 Gennaio 1953 in un club di New York. Qui lavora un musicista, Christopher Emanuel Ballister (Henry Fonda), dalla vita integerrima, sposato da 9 anni con Rose (Vera Miles), con 2 figlioletti che sognano la carriera del padre.
Il 14 Gennaio la vita di Christopher (chiamato anche Menny) cambierà per sempre. Si reca, infatti, in un istituto di assicurazioni per richiedere un prestito e viene riconosciuto da alcune impiegate come il tizio che qualche mese prima aveva commesso una rapina a mano armata nello stesso istituto.
La sera stessa, alle 17:25, sulla soglia di casa, viene prelevato dalla polizia e condotto in carcere, senza neanche aver tempo di avvertire la moglie. Le prove contro di lui sono schiaccianti. Non solo è riconosciuto come il pericoloso individuo che ha commesso diverse rapine nei mesi precedenti, ma sembra avere la medesima calligrafia del rapinatore.
Tutto sembra perduto e Menny viene condotto in carcere.
La moglie intanto accusa il colpo e, per complesso di colpevolezza, si autoaccusa di tutto ciò che è successo al marito, arrivando persino a dubitare della sua innocenza.
Ne nascerà una battaglia processuale. Durante il processo sarà assistito dal competente avvocato Frank O’ Connor – Anthony Quayle. Quando tutto sembra perduto, accadde l’insperato.
Dicevamo, l’unico film di Hitchcock basato su un fatto di cronaca realmente accaduto. Non troveremo assassini, mistero, azione, nulla di questo, ma solo la fedelissima descrizione (il regista si attenne scrupolosamente) di quanto accaduto. Una vicenda kafkiana. E’ impossibile, difatti, non fare un parallelo tra Christopher-Menny e il Josef K. de “Il Processo“.
Fu in effetti uno dei film del regista meno amati e meno capiti dal pubblico. I puristi probabilmente storsero il naso, ma Hitchcock in quegli anni era in vena di esperimenti: ricordiamo la commedia La Congiura degli Innocenti dell’anno precedente, il remake di L’Uomo che Sapeva Troppo dello stesso anno, e la serie televisiva Suspicion che lo avrebbe impegnato subito dopo.
Uscito nello stesso anno di L’Uomo che Sapeva Troppo, con il grande James Stewart, bissa il grande successo di Caccia al Ladro, dell’anno precedente. Hitchcock sceglie di ritornare al bianco e nero.
Una vicenda kafkiana, con un finale ovviamente diverso. Anche se dovremo aspettare l’ultima scena, per leggere sullo schermo come si concluse realmente la vicenda.
Non ci è dispiaciuta questa ricostruzione, sebbene ritroviamo la consueta tematica dell’innocente ingiustamente accusato che questa volta non fugge per trovare da sè le prove della propria innocenza, ma in carcere ci finisce davvero.
Il film dura circa 110 minuti. La colonna sonora è curata dal grande Bernard Herrmann.
CAMEO: come è noto Hitchcock amava “firmare” i suoi film apparendo in una breve sequenza. Ne Il Ladro, la sua ombra esageratamente lunga è proiettata a terra durante il breve racconto del prologo.
GABRIELE FORTINO
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