Il Declino

Hitchcock

Regia di Alfred Hitchcock
Sceneggiatura: Constance Collier  
Attori: Igor Novello, Tim Wakely
Produzione: Inghilterra 1927

Il Declino (Downhill) è un film muto del 1927, per la precisione l’ottavo film di Alfred Hitchcock (se includiamo anche i primi due, l’incompleto Numero 13 ed il non accreditato Always tell your life).
Un film del cosiddetto “periodo inglese” del Maestro, all’epoca appena ventottenne.

Roddy Berwick (Igor Novello) è un bel giovane ambizioso, accusato ingiustamente di aver abusato di una cameriera civettuola che flirtava con l’amico. Sebbene non colpevole del delitto, decide di incolparsene per non venire meno ad un patto d’onore e di amicizia stipulato con il vero colpevole, l’amico Robin Irvine (Tim Wakely). Cacciato con ignominia dal prestigioso collegio ove studiava, subisce anche l’onta di essere cacciato da casa. Il padre, l’austero e severo signor Berwick, infatti, non gli perdona questo orrendo crimine e non crede all’innocenza del figlio.
Nei mesi successivi assistiamo al lento, ma inevitabile, naufragio del giovane, che vaga disperato e senza meta di città in città, di bettola in bettola, trasformandosi in un relitto umano. Roddy frequenta cattive compagnie, si innamora di una donna che lo tradisce e arriva perfino a fare il gigolo parigino.

Quando Robin, un tempo pieno di belle speranze ora stremato e malato, viene rispedito a casa scoprirà inaspettatamente di essere stato scagionato, essendosi nel frattempo scoperto il vero colpevole. Completamente riabilitato e perdonato dal padre, sarà per lui l’inizio di una nuova vita.
Questa in sintesi la trama di Il Declino, misconosciuto (o quasi) film del geniale Alfred Hitchcock, datato, come detto poc’anzi, 1927.

Tratto da un dramma di David Lesfrange, dura circa 80 minuti. La versione Europea dura circa 6 minuti in meno.
Un film che ha ben ottanta anni, che ben mostra il degrado di una persona ed il decadimento di una Parigi sporca, ambigua e malfamata.

La discesa agli inferi del povero Roddy bene è fotografata dal lento scendere dalla scala mobile verso la metropolitana londinese.

I grandi successi del Maestro del Brivido sono ancora lontani, ma in questo film tutto sommato si possono notare in ibrido alcune tematiche di cui farà ampiamente uso, in particolare quella dell’uomo ingiustamente accusato (che però questa volta non fa nulla per dimostrare la sua innocenza).

Un film consigliato esclusivamente agli amanti del muto e del cinema del grande regista inglese. Downhill fu un insuccesso di critica e di pubblico che meriterebbe probabilmente di essere riscoperto.

Tra l’altro si parla di violenza sessuale, senza naturalmente mai nominare neanche la parola “violenza”. La povera cameriera è stata “disonorata“, siamo negli anni ’20.

GABRIELE FORTINO

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