Easy Virtue – Fragile Virtù
Regia: Alfred Hitchcock
Sceneggiatura: Eliot Stannard
Cast: Isabel Jeans, Franklin Dyall, Eric Bransby.
Produzione: Gran Bretagna, 1927
Durata: 52′
Easy Virtue è il quinto film di Sir Alfred Hitchcock. Distribuito in Italia con il nome Fragile Virtù, è una pellicola datata 1927. Naturalmente si tratta di un film muto, basato su un testo teatrale di Noel Coward.
Larita Filton (Isabel Jeans) deve affrontare un terribile quanto odioso processo. È, infatti, accusata di adulterio dal marito (Franklyn Dyall), un odioso alcolizzato. A complicare il tutto vi è il suicidio del pittore che lei ha respinto. Il giovane Claude (Eric Bransby), infatti, scoperto dal marito della donna durante un approccio un po’ troppo esuberante, per la vergogna si suicida. La donna è incolpe, ha sempre respinto le avanches del pittore, tuttavia viene condannata da un tribunale puritano ed intransigente.
Decisa a rifarsi una vita, cambia nome e comincia a viaggiare per l’Europa. In Costa Azzurra, in circostanze rocambolesce (un tennista la colpisce all’occhio con la palla) conosce un aitante giovanotto: si tratta di John – Robin Irvine – (proprio il disastroso tennista). I due decidono di sposarsi. Larita è un po’ titubante, ma cede alla pressione di John. Purtroppo l’unione è osteggiata dalla madre (l’algida Violet Farebrother) dello sposo, che non vede di buon occhio quella misteriosa donna. In lei c’è qualcosa che non torna, è sicura di averla già vista da qualche parte. Quando dopo minuziose indagini la donna scoprirà che si tratta proprio di Larita Filton, anni fa al centro di uno scandalo internazionale, per la donna è la fine. Pur con il sostegno del padre dello sposo, l’unica figura amica, Larita dovrà fare le valigie ed affrontare per la seconda volta un processo di divorzio. La donna rivivrà così esattamanete l’amara esperienza che aveva vissuto, incolpevole, tempo prima.
Easy Virtue, come abbiamo detto, è il quinto film da regista di Hitchcock. E’ stato definito un film soporifero, in effetti non brilla certo per originalità e innovazione. Il giovane regista, che aveva appena 28 anni, doveva ancora farsi le ossa. Tra l’altro è il primo film in cui Sir Alfred introduce la fortunata abitudine di comparire all’inizio della proiezione. Un’abitudine questa che non l’abbandonerà per mezzo secolo. Un film comunque intenso, cupo e fatalista. La povera donna, sia pure innocente, ne esce due volte sconfitta e ricoperta di fango.
Un paio di chicche registiche sono da menzionare: la soggettiva dell’aula di tribunale attraverso il monocolo del giudice e lo sguardo curioso e quasi pettegolo della telefonista che apprende, dalla voce della stessa Larita, la promessa di matrimonio.
CAMEO: come è noto, Hitchcock amava “firmare” i suoi film apparendo in una breve sequenza. In Easy Virtue lo vediamo passeggiare con un bastone da passeggio nel campo da tennis poco prima dell’incontro tra John e Larita.
GABRIELE FORTINO
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