Complotto di Famiglia
Regia: Alfred Hitchcock
Interpreti: K.Black, B.Dern
Durata: h 2.00
Nazionalità: USA 1976
Barbara Harris guarda dritto nella telecamera sorridendo e subito dopo fa l’occhiolino…
Con questa inusuale scena si conclude la quasi sessantennale carriera cinematografica di Alfred Hitchcock. Infatti, Complotto di Famiglia (titolo originale Family Plot), del 1976, è l’ultimo film del maestro del brivido. L’occhiolino diventa quindi l’ultimo saluto al suo amatissimo pubblico.
Sgomberiamo subito il campo, Complotto di Famiglia non è un grandissimo film. Hitchcock è nella parabola discendente della sua carriera, iniziata solo pochi anni prima con film come Topaz e Frenzy.
Il grande cinema degli attori che hanno reso grandissimo il Cinema (quello con la C maiuscola), attori del calibro di Gregory Peck, James Stewart, Cary Grant, Anthony Perkins, Paul Newnann, Grace Kelly, Ingrid Bergman, Alida Valli, Tippi Hedren, solo per fare qualche nome, è ormai lontano anni luce.
Gli anni passano e si sente. Complotto di Famiglia è un film piuttosto lento e pesante, privo di qualsiasi elemento di suspance, se escludiamo qualche scena (poca cosa) e, soprattutto, privo di quella brillante verve cui eravamo abituati.
In breve, la trama. Madame Blanche (Barbara Harris) è una falsa veggente, che cerca in tutti i modi di spillare soldi ai suoi clienti. Il sistema è questo. Fingendo di parlare con il suo spirito guida, Harry, la donna fornisce ai clienti dettagli ed indizi che li lasciano a bocca aperta, ignorando questi ultimi però che tali informazioni non provengono affatto dall’inesistente Harry, ma dalle indagini del suo compagno George (Bruce Dern), un attore fallito che tira a campare facendo il tassista.
Nelle sue grinfie arriva l’anziana signora Rainbird (Cathleen Nesbitt), che è disposta a sganciare 10.000 dollari in cambio di notizie certe su un nipote illegittimo, abbandonato molti anni prima per lo scandalo che ne sarebbe derivato. Sentendosi in punto di morte, la donna, pentitasi, chiede alla donna di trovare il nipote che desidera nominare unico erede per farsi perdonare.
Le indagini di George portano ad un uomo, Arthur Adamson (William Devane), che è proprio la persona cercata dall’anziana signora. Costui, con il complice ed amico Maloney (Ed Lauter), ha ucciso la famiglia adottiva, appiccando il fuoco nella casa dove vivevano, ed ha cambiato nome cercando di rifarsi una vita… ma, si sa, le piante cattive stentano a morire e, anche con il nuovo nome Arthur, l’uomo, diventato stimato gioielliere, continua la sua attività criminosa, specializzandosi in rapimenti di ricche persone per ottenere costosissimi gioielli come riscatto.
Venuto a sapere che Blanche e George gli stanno dando una caccia serrata, che hanno capito che il nome Arthur è fasullo, l’uomo si mette in moto per eliminare la coppia, non immaginando assolutamente che i due sono sulle sue tracce per motivi diversi da quelli che lui invece si aspetta.
Questa in sintesi la trama, che è stata tratta dal romanzo The Rainbird Pattern di Victor Canning.
Il film, in Technicolor, dura circa 2 ore ed è, naturalmente, una produzione USA.
Come si è detto, un film modesto, nulla di più, che è ricordato solo perché è l’ultimo di un’immensa e gloriosa carriera. Un film in cui le parolacce non mancano (oggi purtroppo questo non fa neanche testo, ma che nostalgia pensare che fino a qualche anno prima gli innamorati dei film di Hitchcock si guardavano timidamente negli occhi dandosi del voi)… In questo film Madame Blanche veste i panni di un’affamata di sesso, George quelli di un incallito bestemmiatore (“Cristo di Dio, Blanche”, esclama!). Come è lontano il cinema del Grande Maestro.
Sir Alfred Hitchcock, colpito da paralisi progressiva, morirà 4 anni dopo a Los Angeles, il 28 Aprile del 1980, all’età di 81 anni, mentre nonostante la malattia, stava lavorando ad un altro film, rimasto inedito…
CAMEO: come è noto, Hitchcock amava “firmare” i suoi film apparendo in una breve sequenza. In Complotto di Famiglia appare, per l’ultima volta, in controluce, dietro un vetro opaco dell’ufficio anagrafe, mentre sta discorrendo con qualcuno. Vediamo le due ombre (quella di destra è l’inconfondibile sagoma del regista), una di fianco all’altra, parlare animatamente.
GABRIELE FORTINO
E-mail: [email protected]
(Copyright© occhirossi.it 2004-2009)