Recensione del film Bon Voyage di Hitchcock
Regia: Alfred Hitchcock
Scenografie di: J. Charles Gilbert
Nazionalità: UK
Durata: 25 min
Società di Produzione: Ministry of Information [uk] 1944
Bon Voyage è un film di Alfred Hitchcock del 1944. Un cortometraggio di propaganda commissionato dal Ministero dell’Informazione inglese, uscito insieme ad un altro corto del maestro del brivido, Aventure Malgache.
In breve la trama. Il film parla del ritorno a Londra di un militare inglese, John Dougall (John Blythe), sergente della RAF. All’arrivo l’ufficiale è interrogato da un investigatore dei servizi segreti, che gli chiede di ripercorrere le ultime travagliate ore prima della rocambolesca fuga dalla Francia occupata. In particolare Dougall dovrà rendere conto di alcuni “particolari” poco chiari della faccenda.
Evaso grazie al preziosissimo aiuto dell’amico Godovsky, uno scozzese, Dougall ripercorre quegli avvenimenti drammatici, non tralasciando nessun particolare, dai molti messaggi segreti ricevuti nei modi più strani, all’agente della Gestapo che dava la caccia loro (prontamente eliminato grazie anche all’intervento di un’insospettabile coppia di anziani partigiani), fino alla bella e giovane spia che gli protegge la fuga.
Ma il racconto di John non convince l’ufficiale che lo interroga, che lo farà letteralmente cadere dalle nuvole prospettandogli come si sono realmente svolti i fatti. E sarà un racconto totalmente diverso da quanto finora creduto dallo sprovveduto John (e dallo spettatore).
Come detto sopra, Bon Voyage è un cortometraggio datato 1944. Il film dura appena 25 minuti, quasi del tutto occupati dal racconto delle due versioni della vicenda. Il film è stato girato in lingua francese. Ho visionato una copia sottotitolata, non essendo il corto mai stato doppiato in italiano.
Un film di guerra del regista inglese, che può essere affiancato, senza tuttavia raggiungerne il successo, a suoi titoli più famosi come Il Club dei 39 e L’Agente Segreto.
Essendo per l’appunto un film di propaganda, è quasi misconosciuto (anzi, in molti libri dedicati al celeberrimo regista non viene neanche menzionato nella filmografia), e solo qualche anno fa è stato pubblicato in Italia.
GABRIELE FORTINO
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