Aventure Malgache

Hitchcock

locandinaRegia: Alfred Hitchcock
Scenografie di: J. Charles Gilbert  
Nazionalità: UK
Durata: 30 min
Società di Produzione: Ministry of Information [uk]

Londra, 1944. I drammatici avvenimenti della Resistenza francesce nel Madagascar, di 4 anni prima, ebbero ripercussioni in tutto il mondo.
Le autorità francesi incaricano un gruppo di attori di mettere in scena alcuni spettacoli, per militari, civili e per i numerosi inglesi francofili.
Gli attori sono in camerino e si stanno truccando prima di entrare in scena. Ci troviamo al celebre Theatre Moliere di Parigi.

Uno di essi, prima della Guerra, lavorava proprio in Madagascar, come avvocato. Le vicende risalgono a 4 anni prima e la nostra storia inizia il 28 Giugno del 1940, a Tananarive, la Capitale del piccolo stato africano, colonia francese controllata fino ad allora dal Governo di Vichy.

Clarousse (questo è il suo nome) difende un suo assistito dalla pesante accusa di infrazione doganale, accusando la polizia ed il suo direttore, Jean-Michel, di aver fatto sparire un grosso carico di merce. Un’accusa pesante, aver ordito una infame macchinazione per spartirsi il 20% della ricompensa che spetta a chi denuncia un’infrazione doganale (più di 100 mila franchi, una somma considerevole).

Il capo del posto di polizia, Jean-Michel, giura di fargliela pagare.
Clarousse non è un semplice, per quanto brillante, avvocato. E’ il capo della Resistenza francese in Madagascar,  avendo riunito diversi gruppi di reduci (circa 5000), una volta rivali.
Il piccolo Stato del Magascar, infatti, per i suoi ricchissimi giacimenti, fa gola non solo agli alleati, Inghilterra e Sudafrica, ma anche ai tedeschi, che stanno occupando materialmente l’isola, e ai giapponesi.

Il Madagascar ha tre alternative: piegarsi all’invasione tedesca, al giogo dei giapponesi o accettare la supremazia inglese, che forse è il male minore. Quest’ultima è la soluzione accettata dai ribelli.

Michel ha invalidato tutti i permessi di uscita e sospeso tutti i collegamenti via mare dell’isola. Per evadere e organizzare al meglio la Resistenza bisogna agire d’astuzia.
Ma un tradimento, pur causato da un alto intento (la promessa sposa di un ribelle, pur di non farlo partire, forse per sempre, denuncia tutto alla polizia) darà al corrotto Michel la prova inconfutabile per fare arrestare il nemico.

La scena del “tradimento” merita di essere raccontata perché è probabilmente l’unico gioiellino “alla Hitchcock” del film. Lo sguardo infelice di Yvonne, la fidanzata di Pierrot, sul letto, segue sconsolato l’allontanarsi dell’amato. La donna si gira, verso lo spettatore. Sul suo viso il terrore si trasforma improvvisamente in perversa idea (e questo cambiamento repentino d’espressione è reso perfettamente dal regista). Zoom all’indietro. Un nuovo elemento  sulla scena che prima non avevamo visto: un telefono! Lo spettatore capisce immediatamente l’idea balenata nella mente di Yvonne, proprio un attimo prima che essa alzi la cornetta.

Questa in sintesi la trama di Avventura in Madagascar (Aventure Malgache), cortometraggio diretto da Alfred Hitchcock nel 1944. Si tratta del secondo (ed ultimo) cortometraggio, dopo Bon Voyage, che risale al 1943. Tali lavori furono commissionati al regista dal governo inglese, direttamente in lingua francese. In sostanza due veri e propri film di propaganda bellica fatti da Hitchcock su commissione del Ministero dell’Informazione inglese. Un ruolo decisamente insolito per Alfred, che da pochi anni era emigrato in America, dove aveva già realizzato film importanti, come L’Ombra del Dubbio e Rebecca, La Prima Moglie.
Un ruolo che naturalmente lo legava abbastanza, non permettendogli di inserire quelle elementi geniali che lo avevano reso famoso anche oltreoceano.

Aventure Malgache è un cortometraggio abbastanza noioso, dove l’espediente della rappresentazione teatrale di Moliere è solo un pretesto che permette a Clarousse di raccontare ai suoi compagni le avventure di 4 anni prima. Del resto il film termina proprio un attimo prima di entrare in scena. Non siamo ai livelli di Paura in Palcoscenico, film che uscirà nel 1950, insomma.
Ideato come un racconto in flashback, (gli unici momenti del presente sono costituiti dal trucco prima di entrare in scena), rimane allo spettatore il (legittimo) dubbio: i fatti raccontati sono realmente avvenuti o sono piuttosto frutto della fantasia di Clarousse?

Il film non fu certo un successo. Mai proiettato. Rimase a lungo nel dimenticatotio (per una quarantina d’anni) a prendere polvere negli archivi. Solo nel 1980 venne distribuito in videocassetta, in abbinamento con Bon Voyage. Tale abbinamento è solito anche oggi, anche nella versione italiana pubblicata dalla DeAgostini negli anni ’90.
Girato in 35 mm. Il film, naturalmente in bianco e nero, dura 30 minuti esatti.

GABRIELE FORTINO

E-mail: [email protected]

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