Ted Bundy

Biografie

Foto del serial killer Ted Bundy Soprannome: //
Luogo omicidi: U.S.A.
Periodo omicidi: 1974 – 1978
Numero vittime: 30 +
Modus operandi: violentava e strangolava, decapitava i corpi a volte anche le mani che teneva come trofei
Cattura e Provvidementi: condannato alla sedia elettrica il 24 gennaio 1989

Ted Bundy è uno dei più famosi serial killer della storia. Le sue gesta sono state raccolte in numerosi libri (su tutti “Ted Bundy: Conversazioni con un Assassino” di Ann Rule) e in un film (“Ted Bundy“). Con quella sua faccia da bravo ragazzo, i modi gentili e la personalità affascinante, l’insospettabile Ted Bundy ha dato del filo da torcere alle forze di polizia per ben quattro anni, tra il 1974 e il 1978, durante i quali il terrore è sceso sugli Stati Uniti, dallo Utah alla Florida.
Il caso è oggi chiuso, il colpevole ha pagato per il male che ha fatto, ma ci sono dei dubbi che rimarranno in sospeso forse per sempre: quante sono state le vittime di Bundy? In sede di tribunale l’omicida ne ha confessati 28, ma secondo gli inquirenti potrebbero essere tra i 36 e i 52. Secondo i giornalisti Ted Bundy si sarebbe macchiato di 100 omicidi.
La mattina del 4 gennaio 1974, i coinquilini di Joni Lenz, 18enne, si recano preoccupati nella sua camera da letto. Sono 24 ore che la ragazza non si fa viva, potrebbe stare poco bene e necessitare aiuto..
Joni ha fin troppo bisogno di aiuto.
La giovane donna è stata violentata e malmenata con una doga del letto che l’aggressore le ha poi infilato con violenza nella vagina.
Joni è in coma ma i soccorsi arrivano presto, si salverà. Seppur segnata per tutta la vita, Joni è stata relativamente fortunata: è stata la prima vittima di Ted Bundy ed è sopravissuta.

Theodore Robert Cowell nasce il 24 novembre del 1946, presso l’Elizabeth Lund Home, una clinica del Vermont che ospita giovani ragazze rimaste incinte da compagni occasionali. La madre di Ted si chiama Louise Cowell, il padre biologico invece è un anonimo ufficiale dell’Areonautica militare, fuggito lontano.
Inizialmente Louise decide di lasciare il figlio all’istituto, ma tre mesi più tardi si ripresenta spacciandosi per la sorella maggiore di Ted, e lo porta con sé in un piccolo paesino vicino a Philadelphia.
Per evitare il giudizio negativo dei paesani è stata architettata la storia della sorella maggiore, e Ted crescerà con la convinzione che sua madre è sua sorella, che i suoi nonni sono i suoi genitori.
All’età di quattro anni, Ted e Louise si trasferiscono a Tacoma, per vivere con altri parenti. È qui che Louise si innamora di un cuoco militare, Johnnie Culpepper Bundy. La coppia si sposa 1951 e avrà 4 figli. Ted prenderà come loro il cognome del patrigno, diventando definitivamente Theodore Robert Bundy.
Nonostante gli sforzi del buon Johnnie, Ted non si affezionerà mai al patrigno, vedendolo solo come il marito di sua sorella. Il patrigno cerca di coinvolgerlo nelle classiche attività padre-figlio americane: la pesca, il campeggio fuori porta, lo sport, ma non c’è niente da fare. Più sono grandi gli sforzi e più Ted si allontana emotivamente da Johnnie. Durante il corso degli anni questo sentimento si evolverà e Ted comincerà a preferire la compagnia di se stesso, diventerà negato nelle interazioni sociali con gli altri, tanto che, molto timido, a scuola sarà uno dei bersagli preferiti dei bulletti.
La svolta per Ted potrebbe arrivare con gli anni del Liceo, quando il ragazzino timido si trasforma in un giovane leader. Il giovane è cambiato, la sua personalità è mutata da introversa a dominante, ha cominciato a commettere piccoli furti senza provare nessun rimorso (cosa comune a tutti gli psicopatici che sono potenziali serial killer). La sua popolarità aumenta significativamente di giorno in giorno, viene considerato da tutti un tipo ben vestito e molto simpatico. Nonostante ciò, Ted raramente sta con gli altri, è molto più atratto dallo studio (ottimi i suoi voti) e dalle attività extra scolastiche come la politica e lo sci.
Un altro limite di Ted è che non riesce a portare a termine nessun progetto. Innumerevoli saranno i lavori da lui intrapresi, dal cameriere al lustrascarpe. I datori non lo considerano una persona affidabile e ogni lavoro finisce male.
La vita di Ted cambia improvvisamente tra il 1967 e il 1969, con l’arrivo dell’amore. Il giovane si infatua profondamente di una bellissima ragazza, Stephanie Brooks: ricca californiana di buona famiglia. Lui farà di tutto per farla innamorare quanto lui lo è di lei, ma le donne sanno essere molto crudeli. Stephanie si convince piano piano che Ted non ha un futuro o una meta prefissata, non ha il carattere per essere un buon marito, non è all’altezza per stare con lei.
Così malgrado gli sforzi del ragazzo, che per sorprenderla ottiene anche una borsa di studio in una prestigiosa Università Californiana, Stephanie raggiunta la laurea tronca ogni rapporto.
Ted non si riprenderà mai più da questo shock.
Nulla, incluso lo studio, avrà più un minimo interesse per lui. Ted abbandona tutto e cade in una profondissima depressione. Una fievole speranza gli apre uno spiraglio nel 1968: Bundy rintraccia la giovane, diventata per lui un’ossessione, ma lei lo respinge nuovamente.
E i colpi bassi non sono ancora finiti. Nel 1969 Ted entra in possesso di alcuni documenti del Vermont che gli aprono gli occhi sulle sue reali parentele. Scoprire a 23 anni che la propria sorella è in realtà la propria madre non deve essere molto bello, ma il comportamento di Bundy verso Louise non muterà di molto, cambierà nettamente però nei confronti del patrigno, ormai odiato profondamente.
A volte può succedere che ciò che la vita si è presa, alla fine te lo restituisca con gli interessi: la vita di Ted Bundy tra il 1969 e il 1973 è a dir poco perfetta.
Si re-iscrive all’Università, ai corsi di psicologia (senza molto successo) e legge. È amato da tutti i professori.
Si dedica finalmente alla politica ed entra nel comitato elettorale del partito repubblicano, prima come semplice volontario, poi come promessa del partito. Trova una ragazza madre, Elizabeth Kendall, che si innamora follemente di lui e che gli propone continuamente il matrimonio. Riceve una medaglia dalla polizia per aver salvato un bambino che stava affogando.
Infine, nel 1973, Ted riesce a portare a termine una vendetta premeditata da anni.
Durante un viaggio di lavoro in California, incontra nuovamente la sua vecchia ossessione, Stephanie Brooks. La ragazza è colpita dal cambiamento di Ted e si innamora di lui. Ted ne fa la sua amante, la fa innamorare sempre di più, fino a quando lei non gli chiede di unirsi in matrimonio. A questo punto, diabolicamente, Ted la lascia per sempre, sparendo come lei aveva fatto con lui cinque anni prima.
Compiuta la propria vendetta, Bundy precipita in una spirale di violenza senza pari.
Lynda Ann Healy, 21enne, era una giovane molto famosa. Bella, alta e magra, con capelli castani, un sorriso smagliante, laureata in psicologia, faceva l’annunciatrice radio per una località sciistica di Washington e la volontaria in un centro per bambini handicappati.
Il 1 febbraio 1974 Lynda svanisce nel nulla. I genitori non la ricevono a cena, al lavoro non si presenta, viene immediatamente richiesto l’intervento della polizia. Il letto non è stato fatto come suo solito, vengono trovate una goccia di sangue sul cuscino e una traccia di sperma sulla coperta, la porta che dà sul retro è aperta. Tutto ciò non basta a convincere la polizia sul fatto che sia avvenuto un atto violento e non vengono compiuti ulteriori rilevamenti.
Tra la primavera e l’ estate dello stesso anno almeno cinque studentesse svaniscono improvvisamente e senza spiegazioni negli stati dello Utah, dell’ Oregon e di Washington. Ogni caso è accomunato agli altri da diversi fattori: tutte le ragazze sono bianche, snelle, single, dai capelli lunghi con la riga in mezzo, portano pantaloni al momento della scomparsa, che avviene alla sera. In poche parole l’assassino colpisce qualsiasi ragazza che gli ricordi l’immagine di Stephanie Brooks.
Dagli interrogatori della polizia emerge che in occasione di ogni scomparsa, nei dintorni è stato avvistato uno sconosciuto, con un braccio o una gamba ingessati, che avvicina le ragazze chiedendo aiuto per trasportare libri o per montare sul suo maggiolino VolksWagen.
Il 17 giugno del 1974 la giovane Brenda Baker viene ritrovata morta in un parco. La causa della sua morte non può essere stabilita a causa dello stato pietoso del suo cadavere.
Ad agosto, nel parco del lago Sammamish, Stato di Washington, vengono rinvenuti i resti di alcune delle ragazze disperse. Sebbene i due corpi siano ridotti veramente male (sono presenti solo ciocche di capelli, cinque ossa della gamba, i crani ed un osso di mascella) la polizia riesce a identificare Janice Ott e Denise Naslund, scomparse il 14 luglio.
Il killer ha compiuto un grave errore avvicinando Janice durante un pic nic: come sempre ingessato, le ha chiesto aiuto per caricare la sua barca sul maggiolino, presentandosi con il suo vero nome, Ted. Delle persone lì vicino hanno ascoltato tutta la discussione e lo dicono subito agli investigatori.
La stessa sorte è toccata a Denise poche ore dopo. Le sue amiche non avevano voglia di aiutare quel ragazzo ingessato, ma Denise era sempre stata molto gentile…
Gli agenti brancolano disperatamente nel buio, nel frattempo Ted si sposta dallo stato di Washington allo stato dello Utah.
Midvale, il 18 ottobre 1974, Melissa Smith, figlia di un poliziotto locale, scompare nel nulla. Viene rinvenuta solo 9 giorni dopo, strangolata, sodomizzata e stuprata.
Non c’è un attimo di respiro, 13 giorni dopo Melissa, durante i festeggiamenti di Halloween, scompare anche la 17enne Laura Aime. Viene ritrovata morta il giorno del Ringraziamento, immersa in un fiumiciattolo sulle Wasatch Mountains. Aime è stata colpita più volte alla testa con una sbarra di ferro, quindi sodomizzata e stuprata. Sicuramente uccisa in altro luogo, poiché vicino al cadavere non viene trovata nessuna traccia di sangue e indizi utili. Sembrerebbe che le siano stati lavati i capelli.
Anche nello Utah le forze di polizia risalgono a un ragazzo, Ted, con un arto ingessato. Ma non hanno nessuna idea su chi possa essere.
Quando Elizabeth Kendall vede l’identikit disegnato su un giornale del potenziale assassino le viene un terribile sospetto. Tutto combacia: il maggiolino, le grucce ammucchiate nella camera di Bundy, il nome, il volto. Preoccupata la ragazza si mette in contatto diverse volte con la polizia di Seattle, fino a ottenere un confronto all’americana. Ma le foto che fornisce di Ted Bundy non convincono i testimoni oculari e la polizia abbandonerà per diversi anni quella pista, inserendo direttamente Ted Bundy nella lista delle “persone al di sopra di ogni sospetto”.
L’assassino intanto continua a cambiare continuamente stato, convinto di eludere in questo modo l’intervento della polizia. Tanto che, in un delirio di onnipotenza, diventa sempre più sfacciato nell’abbordare le proprie vittime. Qualcuna sfuggirà al suo baldanzoso approccio e correrà dalla polizia a testimoniare contro di lui.
L’8 novembre 1974, in una libreria dello Utah, un uomo affascinante avvicina la 18enne Carol DaRonch. L’estraneo la mette in guardia: qualcuno ha tentato di intrufolarsi nella sua macchina e lui, gentilmente, si offre volontario per accompagnarla al parcheggio, a verificare che tutto sia a posto.
Arrivati alla macchina, l’uomo si presenta come l’Ufficiale Roseland, e anche se tutte le cose della ragazza sono al loro posto, pretende che lei lo segua alla sede centrale per stendere verbale. Carol si preoccupa, ha letto il giornale, sopratutto la spaventa il maggiolino del poliziotto e chiede di poter vedere il distintivo. Ted ovviamente ce ne ha uno finto e riesce a imbrogliarla di nuovo.
Fermata la macchina Bundy ammanetta la ragazza e la minaccia con una pistola per evitare che si metta a urlare. Carol è una ragazza tosta, comincia una colluttazione, alla fine della quale lei riesce a lanciarsi fuori dall’auto, stordendo il matto con un calcio nei genitali.
Dalla giacca di una Carol, la polizia riesce a estrarre il gruppo sanguigno di Bundy.
Nel frattempo, a poche ore e a pochi chilometri di distanza, presso il Liceo di Viewmont, Ted utilizza lo stesso trucchetto con Debby Kent, questa volta con successo. La ragazza non verrà mai trovata né viva né morta, sul luogo della scomparsa vengono invece scoperte le chiavi delle manette applicate a Carol. Testimoni ammettono di aver visto un maggiolino bianco allontanarsi dal Liceo. Se prima la presenza di un serial killer era solo un’idea, un sospetto, adesso è una terribile certezza.
Nel gennaio del 1975, Caryn Campbell, il suo fidanzato, il Dott. Raimond Gadowski, e i suoi due bambini, partono per un viaggio in Colorado. Caryn è molto felice di sfruttare il seminario del fidanzato per godersi una vacanza. Una delle tante sere di ozio, il 12 gennaio, la donna si rende conto di aver dimenticato un giornale nella stanza d’albergo e torna a prenderlo. Il fidanzato e i bambini attenderanno invano il suo ritorno.
Il corpo viene ritrovato soltanto un mese dopo, ad alcune miglia di distanza, nudo sul ciglio della strada. Animali selvatici hanno devastato il corpo della donna, rendendo impossibile risalire alle cause della morte, anche se sono evidenti delle fratture alla testa.
Nello stesso periodo vengono rinvenuti nello Utah e nello stato di Washington i cadaveri di ragazze scomparse durante il 1974, mentre nel Colorado saranno ben cinque le ragazze scomparse dopo Caryn Campbell.
Ted Bundy si sta dando da fare, con una follia e una violenza crescenti.
Il 16 agosto 1975, il Sergente Bob Hayward sta pattugliando la contea di Salt Lake quando viene attratto da un maggiolino sconosciuto che, avvistatolo, fugge via ad alta velocità e a fari spenti. Con l’aiuto di rinforzi Hayward insegue e ferma l’auto. Ted Bundy consegna i documenti e si prepara a pagare una multa, però l’assenza del sedile passeggero insospettisce non poco gli agenti. Perquisita l’auto, vengono trovati una sbarra di ferro, una fune, una maschera da sci, manette e un rompighiaccio. Ted viene arrestato per sospetto furto con scasso.
Una volta condotto in centrale, non ci vuole molto a collegare il sospetto con l’assalitore di Carol DaRonch, e magari con l’omicida di Melissa Smith, Laura Aime e Debby Kent. Viene organizzato un nuovo confronto all’americana con i testimoni oculari.
Il 2 ottobre 1975, Carol DaRonch, il direttore del Liceo di Viewmont ed un amico di Debby Kent vengono messi davanti a sette uomini, uno dei quali è Bundy.
Carol lo riconosce immediatamente. Nonostante la sua insistente dichiarazione di innocenza, Bundy viene messo in fermo, intanto che le investigazioni su di lui si fanno più accurate.
Vengono interrogate le “sue” due donne: Elisabeth e Stephanie. Le due non sapevano dell’esistenza reciproca. Nessun alibi viene fornito per Ted Bundy, al contrario, si delinea un profilo psicologico inquietante. Elisabeth confessa che nel sesso Ted è diventato molto violento e ha solo fantasie di dominazione, Stephanie dichiara che l’uomo porta spesso con sé una accetta. Un amico di lei infine ricorda di aver visto Bundy girare con il braccio ingessato. Nessun ospedale però conferma di aver mai ingessato l’uomo.
Il 23 febbraio 1976, Ted Bundy si presenta in tribunale, fiducioso e tranquillo. Convinto di essere dichiarato innocente poiché non ci sono abbastanza prove per accusarlo dei suoi delitti. C’è solo Carol DaRonch. E la ragazzina lo incastra: Bundy, riconosciuto in un altro confronto, viene dichiarato colpevole di rapimento aggravato e il 30 giugno viene condannato a 15 anni di prigione.
Mentre in prigione Ted viene studiato a fondo dagli psicologi, fuori dal carcere l’FBI comincia a cercare un modo per imputargli anche gli omicidi di Caryn Campbell e Melissa Smith.
Una svolta avviene quando nella sua auto vengono rinvenuti i capelli della ragazza. Dopo alcune analisi si arriva alla conclusione che anche la sbarra di ferro di Bundy coincide con le ferite trovate sul cranio della Campbell.
Nell’aprile del 1977, Ted Bundy è trasferito alla Garfield Prison in Colorado, in attesa di venir giudicato per l’omicidio di Caryn Campbell. Infuriato con il proprio avvocato, Bundy lo licenzia e decide che d’ora in avanti si sarebbe difeso da solo, dall’alto dei suoi studi in legge. Per poter studiare una linea difensiva, Bundy ottiene la concessione di entrare nella biblioteca del palazzo di giustizia di Tremola. Proprio da una finestra lasciata aperta nella afosa biblioteca, il 7 giugno, Bundy evade.
150 agenti sono subito alle sue spalle, muniti di cani poliziotto, ma Ted riesce lo stesso ad eluderli. Non è ammanettato e non ha una divisa da carcerato, perciò la gente per strada non lo riconosce né si preoccupa della sua presenza.
Alla fine riesce a rubare una macchina ma non riesce a uscire dalla città. Viene fermato al primo posto di blocco e messo di nuovo agli arresti.
Ma il 30 dicembre Ted Bundy riesce nuovamente ad evadere, tramite un’apertura nel soffitto della propria cella. Questa volta la polizia se ne accorge solo 15 ore dopo, quando è troppo tardi: Bundy è già arrivato a Chicago, pronto a dirigersi verso la Florida.
È il 1978, Ted vive a Tallahasee in Florida. Con il nome di Chris Hagen ha finalmente ritrovato la propria libertà e si è costruito una nuova vita. Nessuno qui sospetta del suo passato.
La sua è una vita da eremita, ogni tanto si reca all’Università vicina a casa per seguire di nascosto qualche conferenza o qualche lezione. Nel suo appartamento c’è solo merce rubata, cibo compreso.
Sabato sera, 14 gennaio 1978.
Alcune sorelle “Chi Omega”, rimangono alla sede della confraternita. Le altre, invece vanno per locali fino a tardi. Per le poche rimaste la notte del 14 gennaio ’78 sarà un incubo.
Nita Neary torna alla comunità solo alle 3 di mattina, riaccompagnata dal fidanzato. Appena entrata sente dei rumori dal piano di sopra e decide di nascondersi: un uomo vestito con un maglione e con un copricapo blu scappa davanti ai suoi occhi, correndo giù per le scale e scomparendo nella notte.
Il primo pensiero di Nita è che c’è stato un furto, così si dirige al piano superiore per svegliare le amiche. Si unisce a lei la sua compagna di stanza Nancy, e insieme le due decidono di ispezionare tutta la casa. Nel salotto trovano due ragazze, Katy e Karen, in una pozza di sangue, entrambe hanno profonde ferite alla testa. Viene chiamata la polizia.
Gli agenti trovano altri due cadaveri. Qualcuno ha aggredito le ragazze mentre dormivano. Lisa Levy è stata la prima a subire l’aggressione, colpita alla testa con un ramo, stuprata e strangolata. Morsi profondi le sono stati inferti alle natiche e a un capezzolo, praticamente troncato via dal corpo. Nella vagina le è stata lasciata una bomboletta spray.
Margaret Bowman invece è morta senza subire violenze sessuali o morsi, strangolata con un elastico delle mutande e con il cranio colpito talmente forte da farne fuoriuscire della materia celebrale.
Mentre gli investigatori raccolgono indizi nella casa delle Chi Omega, in un’altra casa di studenti, a meno di un miglio di distanza, dei rumori provenienti dalla stanza di Cheryl L. svegliano le sue amiche. Preoccupate chiamano anch’esse la polizia che interviene immediatamente: Cheryl è ancora viva, anche se ha rimediato delle gravi fratture alla testa. In terra giace una maschera da sci.
Sperma, impronte, sangue, segni di morsi e capelli nella maschera da sci. La polizia in questa notte di follia ha raccolto un sacco di prove, ma Ted Bundy per loro non è mai esistito, e non hanno nessun sospetto da poter confrontare con gli indizi raccolti.
Il 9 febbraio 1978, la centrale di polizia riceve una telefonata angosciata dai genitori di Kimberly Leach, 12 anni. La figlioletta è scomparsa da un giorno e i genitori sono ormai in preda all’isteria.
Una amichetta di Kimberly, Priscilla, dice di aver visto la ragazzina salire a bordo del furgoncino di uno sconosciuto che si era spacciato per un vigile del fuoco. Ma purtroppo non riesce a ricordare né il modello del furgone bianco né il volto dello sconosciuto.
Solo 8 settimane dopo le massicce squadre di ricerca ritroveranno il cadavere di Kimberly, nella Contea di Suwannee, Florida. Il corpo della giovane ragazza è in fase di decomposizione troppo avanzata, praticamente mummificato, e non può fornire nessuna informazione utile agli investigatori.
Una ragazza di 14 anni si mette in comunicazione con i detective, raccontando di essere stata anch’essa avvicinata da un uomo in furgoncino, che diceva di essere un vigile del fuoco. Solo l’intervento del fratello l’aveva salvata da una terribile fine. Si cominciano a stendere gli identikit.
Sentendosi nuovamente braccato Bundy butta tutte le sue cose, abbandona il furgone e la casa, ruba un’auto e tenta la fuga verso un’altra cittadina della Florida: Pensacola.
Così come era successo 3 anni prima, un agente, David Lee, nota la macchina sconosciuta e decide di inseguirla per effettuare un controllo di routine. È il 15 febbraio 1978.
Così come era successo 3 anni prima Bundy tenta di seminare l’agente ma viene raggiunto e arrestato. La colluttazione che anticipa l’arresto è piuttosto strana: Ted assale il poliziotto, poi si getta a terra strillando, fingendo di essere stato colpito da uno sparo. L’agente rimane sbalordito da tale reazione, Bundy ne approfitta e lo aggredisce da terra, cercando di sfruttare l’effetto sorpresa. Per sua sfortuna, David Lee è un agente massiccio e molto forte che alla fine avrà la meglio su di lui.
Ted Bundy è nuovamente nelle mani della giustizia.
Durante il periodo di fermo, si cerca di raccogliere prove che possano condannare una volta per tutte Boundy. Si indaga soprattutto sugli omicidi di Kimberly Leach e delle ragazze Chi Omega. In Florida c’è la pena di morte.

EPILOGO
Il processo a Theodore Robert Bundy si protrae dal 1979 al 1980, in Florida. Altissima è l’attenzione dei media su di esso: Bundy è sospettato di ben 36 omicidi, viene additato come il diavolo, come uno dei più terribili assassini al mondo.
Fiducioso delle proprie abilità, Ted si difende ancora da solo e compie diversi giochetti per cercare di far cambiare la giuria e il giudice, a suo dire troppo parziali, ma non otterrà mai nulla di buono. Nonostante le sue continue dichiarazioni di innocenza e malgrado una commovente deposizione della madre di Ted, durante la quale finiranno entrambi in lacrime, tutte le prove, sopratutto le impronte dentarie sui cadaveri, sono contro Bundy e la sentenza sembra scontata.
Si tenta anche la classica via dell’incapacità di intendere e volere, tuttavia anche questo tentativo fallisce miseramente.
Bundy ne sa una più del diavolo e il l 7 febbraio 1980, proprio prima della sentenza, decide di giocarsi l’ultima carta: chiede a uno dei testimoni, Carol Ann Boone di sposarlo. Esiste infatti in Florida una legge che rende valida una dichiarazione di matrimonio tenuta, sotto giuramento, davanti a degli ufficiali di corte. Carol accetta, ma il matrimonio non basta certo a impietosire la giuria.
Sette ore dopo il giudice esce dalla camera di consiglio ed emette la sentenza: Colpevole.
È stabilito che siate messo a morte per mezzo della corrente elettrica, che tale corrente sia passata attraverso il vostro corpo fino alla morte. Prendetevi cura di voi stesso, giovane uomo. Ve lo dico sinceramente: prendetevi cura di voi stesso. È una tragedia per questa corte vedere una tale totale assenza di umanità come quella che ho visto in questo tribunale. Siete un giovane brillante uomo. Avreste potuto essere un buon avvocato e avrei voluto vedervi in azione davanti a me, ma voi siete venuto nel modo sbagliato. Prendetevi cura di voi stesso. Non ho nessun malanimo contro di voi. Voglio che lo sappiate. Prendetevi cura di voi stesso.” (Giudice Edward Cowart)
Tra il 1982 e il 1986, tramite appelli, ricorsi e abili mosse legali, Bundy riesce a evitare per ben due volte l’esecuzione capitale. Nel 1982, durante una visita coniugale, mette incinta la moglie. In seguito non la vedrà mai più.
Negli anni successivi, si è tenuto in contatto epistolare con Ann Rule permettendole di scrivere il libro di cui sopra, ed ha aiutato la polizia nelle indagini sul serial killer di Green River, Gary Ridgway.
Il 17 gennaio 1989 viene per l’ultima volta fissata la data della esecuzione di Theodore Robert Bundy. Gli inquirenti hanno chiesto ai famigliari di alcune vittime se volessero aspettare ancora un po’, visto che i delitti dei loro cari non erano stati ancora riconosciuti come opera di Bundy, ma la risposta comune è stata “sopprimitelo senza indugi”.
Alle 7,06 del 24 gennaio 1989, Theodore Robert Bundy è stato giustiziato con una scarica di oltre 2000 volt, che ha attraversato il suo corpo fino alle 7,16 del mattino, ora in cui è stato dichiarato il decesso. Con una procedura inconsueta, le ceneri del suo corpo sono state sparse sulle Taylor Mountains, lo stesso luogo in cui molte delle sue vittime sono state ritrovate a pezzi.

Noi serial killer siamo i vostri figli, i vostri mariti, siamo ovunque.”
(Ted Bundy)

DANIELE DEL FRATE 09-12-2004

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