Sawney Beane

Biografie

Soprannome: Il cannibale di Galloway
Luogo omicidi: Scozia
Periodo omicidi: 1410 – 1435
Numero vittime: 1000 +
Modus operandi: mutilazioni delle vittime e cannibalismo
Cattura e Provvidementi: le donne del clan bruciate vive , beane mori dissanguato

Sawney Beane nacque nel 1370, nella contea di Lothian, a una ventina di chilometri da Edimburgo (Scozia).
In quella immensa distesa verde, i signori Beane lavoravano tutto il giorno nei campi e, come loro, il giovane Sawney si dedicò per qualche anno alla coltivazione nella terra del padre.
Il malumore crebbe in quel ragazzo di giorno in giorno, a causa della sua avversione allo starsene per ore a lavorare la terra, oltre che per il poco interesse a svolgere quel compito faticoso.

Così, ancora minorenne, Sawney lasciò l’abitazione dei genitori senza nessuna destinazione prefissata, cominciando a vivere come un mendicante nei villaggi della zona.

Un giorno conobbe una ragazza di nome Agnes Black, che come lui si arrangiava per sopravvivere. Tra i due ci fu subito un’intesa basata sul fatto che la indole di entrambi era orientata alle più perverse inclinazioni sadiche e violente, così andarono a vivere insieme vicino a Ballantrae.

La compagna di Beane praticava la stregoneria illudendo parecchie persone del paese con riti che a quell’epoca erano all’ordine del giorno, quando però, qualche mese più tardi, si venne a conoscenza della professione della donna, lei ed il suo compagno furono obbligati a scappare prima di una probabile esecuzione al rogo. La loro nuova “casa” fu  una caverna che era situata sulla costa di Galloway, lontano da tutto e da tutti.

Questo posto umido e freddo, era pieno di strettoie e passaggi quasi inaccessibili. Oltretutto l’alta marea, che puntualmente arrivava tutti i giorni, impediva a qualsiasi curioso di addentrarsi in quel luogo buio e maleodorante. In qualche modo Beane e la sua amante si organizzarono alla meglio dentro quel rifugio che per molti anni permise loro di compiere indisturbati delitti atroci a discapito di centinaia di vite umane.

Senza un lavoro e con una donna da mantenere, Beane andava girando alla ricerca di qualche mendicante come lui o viaggiatore di passaggio e depredava oggetti di valore e qualche soldo. Alcune volte gli andava bene, perché la vittima era talmente ubriaca da non poterlo identificare, ma in altre circostanze rischiò di essere catturato. Concluse quindi che l’unica soluzione per non essere accusato di furto era quella di uccidere i malcapitati, solamente eliminando qualsiasi possibile testimonianza poteva avere la certezza di farla franca. L’idea fu comunicata alla sua compagna.

In genere Beane si accertava che la vittima fosse sola, poi la seguiva ad una certa distanza, infine da dietro la colpiva in testa con un grosso bastone, la derubava, e ne nascondeva il corpo sotto la sabbia. Poi, con i soldi del furto, andava nel più vicino villaggio a comprare vino e qualcosa da mangiare.

Per qualche anno la coppia tirò avanti così, ma, con l’arrivo dei primi figli, l’esigenze della famiglia cambiarono radicalmente: la refurtiva non bastava più per sfamare tutti, perciò, di comune accordo, Beane e consorte decisero che la carne se la sarebbero procurata direttamente dai cadaveri dei viandanti e dei mendicanti.

Nell’autunno del 1410, una coppia di contadini stava passando nei pressi della costa di Galloway, quando all’improvviso furono assaliti da Beane e dall’amante e uccisi entrambi con molte pugnalate alla gola. I cadaveri furono poi portati nella caverna, dove i Beane con una grossa lama aprirono loro il torace, estraendone le viscere. Infine i corpi furono fatti a pezzi: alcune parti vennero conservate in salamoia con l’acqua di mare, altre trattate e appese con dei ganci alle pareti, pronte per essere consumate. Le ossa le accatastarono in fondo alla caverna, facendone dei grandi mucchi, mentre quello che rimaneva veniva gettato in mare.

Col passare del tempo la famiglia si allargò a dismisura, attraverso una serie di incesti, arrivò a comprendere otto figli maschi, sei figlie, diciotto nipoti maschi e quattordici nipoti femmine. Tutti i discendenti di Sawney furono addestrati ad uccidere e abituati a mangiare carne umana.

Un giorno un gruppo di sei persone fu accerchiato e attaccato dai membri del clan Beane e per quelle persone non ci fu scampo. Portati velocemente nella caverna, gli uomini del clan ebbero il compito di smembrarli, mentre le donne si dedicarono alla conservazione, quello che non servì fu come sempre gettato in mare.

Ad un certo punto le provviste di carne umana erano così abbondanti che molte di queste andarono in putrefazione, (possiamo immaginare l’odore insopportabile che ci doveva essere in quella caverna, con tutti quei pezzi appesi ai muri che andavano a male).

Nel frattempo nella zona si registrava ogni anno un’elevata percentuale di persone scomparse,  molte famiglie denunciarono il mancato rientro dei loro cari e le autorità locali cominciarono le ricerche, ma inizialmente le persone interrogate non furono di nessun aiuto alle ricerche dell’abominevole personaggio in grado di far sparire così tante persone.

Il fatto che nessuno sopravvivesse alle aggressioni bestiali della famiglia Beane fece sì che la stessa riuscì ad operare indisturbata per un lungo periodo di tempo.

Le autorità in ogni caso non si fermarono e continuarono a cercare il responsabile di quello che stava diventando ormai un mistero inquietante; i genitori proibirono ai figli di uscire da soli e si armarono dei più disparati oggetti per difendersi dal possibile attacco di uno sconosciuto, non potendo lontanamente immaginare che dietro a questa terribile vicenda c’era un intero clan assetato di sangue e non solo.

Intanto, pur di dare un nome ad ogni costo all’artefice di questi misfatti, le autorità arrestarono  individui che non avevano nulla a che fare con quegli avvenimenti oscuri, ma che erano stati semplicemente gli ultimi a vedere gli scomparsi. A molti di loro furono estorte dai magistrati delle confessioni fasulle, in seguito alle quali furono messi al rogo, senza alcuna possibilità di difesa.

Un giorno, dei passati notarono in lontananza delle strane cose che galleggiavano in mare, si avvicinarono e quello che videro provocò loro grande orrore e spavento: altro non erano che arti umani in putrefazione che le correnti  avevano spinto per centinaia di metri da dove erano stati gettati.

La notizia si divulgò in tutti i villaggi adiacenti in pochissime ore. Quello che si vedeva su quella spiaggia era indescrivibile, ormai gli abitanti non si sentivano più al sicuro, perché adesso c’era la prova che le persone scomparse sulla loro strada avevano incontrato un vero e proprio demonio, soltanto un mostro poteva osare così tanto.

La zona fu setacciata scrupolosamente da volontari e forze dell’ordine, tutti impegnati per trovare quella bestia che da venticinque anni terrorizzava la comunità. Ci fu un momento in cui si andò molto vicino a scoprire il nascondiglio dei cannibali, ma l’alta marea ostruiva temporaneamente l’entrata della caverna, inoltre nessuno poteva immaginare che quel luogo cupo e tetro fosse abitato da essere umani.

La fortuna della famiglia Beane si stava comunque esaurendo e qualche giorno dopo un episodio traumatico mise fine a quell’orrore.

Nel 1435, una coppia di sposi stava ritornando a casa, dopo aver passato la giornata ad una fiera, quando improvvisamente furono attaccati da Sawney e da altri componenti del clan.

L’uomo si difese con tutte le sue forze, grazie ad una spada, ma la moglie cadde da cavallo e fu immediatamente raggiunta dai cannibali, che le tagliarono la gola e le succhiarono il sangue, per poi squartarle il ventre per estrarne gli intestini e altri organi, mentre il marito osservava impotente.

In quel momento arrivarono altri viaggiatori in soccorso alla coppia e la famiglia Beane, per la prima volta, fu costretta a fuggire, lasciando finalmente un sopravvissuto in grado di raccontare  quello che succedeva nella contea di Galloway.

La situazione era talmente importante che anche il Re James fu informato dell’accaduto.

Quattro giorni dopo, un esercito di 400 uomini capeggiati dallo stesso Re, accompagnati da cani addestrati a fiutare le piste, si avviarono verso il luogo della tragedia. Con loro c’era anche l’uomo che aveva perduto la moglie.

Perlustrarono l’intera zona senza trovare nulla di significativo, ma quando i soldati si avvicinarono alla caverna, i cani cominciarono ad abbaiare in direzione dell’entrata: fu chiaro che qualcosa si doveva nascondere lì dentro.

I soldati entrarono in quel luogo buio e umido e, accese le torce, si materializzò davanti a loro uno spettacolo terribile: appesi con dei ganci molti piedi, gambe, braccia e teste mozzate che penzolavano. Altri pezzi di uomini, donne e bambini conservati in salamoia stipati in un angolo, da un’altra parte un numero infinito di oggetti di valore e indumenti appartenenti alle vittime.

La famiglia Beane fu trovata nella parte posteriore della caverna, ci fu un tentativo da parte dei cannibali di difesa, ma le spade e il numero dei soldati placò subito qualsiasi tipo di resistenza.

Il clan, che con Sawney era formato da 48 membri, vennero portati a Edimburgo e successivamente, rinchiusi nella prigione di Leith.

Il giorno successivo, senza un processo, davanti ad una folla impazzita ed avida di vendetta, furono giustiziati in questo modo: agli uomini furono tagliate mani e gambe e i corpi mutilati lasciati  dissanguare davanti agli occhi delle loro donne, mentre le stesse furono bruciate vive in tre roghi separati.

Prima di essere giustiziati, nessuno della famiglia Beane mostrò segni di pentimento, anzi continuarono ad imprecare contro tutta la popolazione ed i loro giustizieri.

Con il passare dei secoli, questa storia incredibile è diventata leggenda, uno dei simboli di un epoca, quella medievale, dove, tra cacce alle streghe e torture d’ogni tipo inflitte ad innocenti, poteva accadere qualsiasi cosa, anche di vedere una famiglia come quella di Beane che per un quarto di secolo massacrò e divorò un imprecisato numero di persone, qualcuno sostiene addirittura mille.

La certezza del numero non si potrà mai avere, ma la crudeltà e la ferocia di Sawney e della sua stirpe rimarrà nella storia.

Luigi Pacicco febbraio 2008

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