Ricky Ramirez

Biografie

Foto del serial killer Ricky Ramirez Soprannome: Night Stalker
Luogo omicidi: California Texas (U.S.A)
Periodo omicidi: 1984 – 1985
Numero vittime: 20 +
Modus operandi: torturava e violentava le vittime e le uccideva strangolandole o faceva uso della pistola e del pugnale
Cattura e Provvidementi: condanna a morte ancora non eseguita

Cosa è quel rumore fuori dalla finestra? E quell’ombra sulle persiane? Mentre te ne stai là, nudo come un cadavere nella tomba in un’animazione sospesa, io scivolo nella tua stanza..”
Così cantavano gli AC/DC in “Night Prowler” e a Ricardo Ramirez il gruppo piaceva così tanto da ispirarsi a questa canzone per le proprie malefatte.
Nato in un quartiere poverissimo di El Paso il 28 febbraio 1960, settimo figlio di una coppia di cattolici emigrati, Ricky trascorre l’infanzia nella povertà più totale, fra uno scontro e l’altro tra bande rivali.
Odia la scuola e il catechismo, sin da giovanissimo ha solo 3 passioni: arti marziali, heavy metal, e incursioni notturne nelle abitazioni altrui, in una spessa nube di marijuana.
Prima della maggiore età, viene arrestato e spedito in riformatorio per numerosi reati che vanno dallo spaccio al furto.
Stufo di questa vita, Richard Moreno (uno dei suoi vari nomi fasulli, insieme a Richard Munoz, Noah Jimenez, Nicolaus Adame…) abbandona il Texas e “migra” in California, nella Città degli Angeli. Qui, oltre a scoprire l’alcol e le droghe pesanti, sviluppa immediatamente un profondo interesse per le arti nere e per il satanismo. Ciò lo porta a covare un’insaziabile sete di sangue: ha bisogno di vittime da sacrificare al suo “Signore”.

28 giugno 1984. Fa caldo, molto caldo qui in California, e l’anziana signora Jennie Vincow decide di combattere la calura lasciando la finestra aperta…ma, invece dell’aria rinfrescante, quella sera nella sua stanza entrerà una “folata infernale”.
Il mattino dopo, il figlio rinviene il cadavere: violentata, percossa, decapitata.
Per la polizia si tratta di un omicidio feroce, compiuto da uno sconosciuto probabilmente introvabile. Caso Archiviato.
È solo questione di mesi.
17 marzo 1985, il mostro riappare. Maria Hernandez sta parcheggiando la macchina nel garage, quando un individuo si intrufola nella sua vettura e, senza darle il tempo di fiatare, spara.
Maria non è morta, grazie a una coincidenza fortunata degna di un film d’azione, la pallottola si è conficcata nel mazzo di chiavi che la ragazza stringeva in mano. L’assassino però non se ne accorge e, soddisfatto, si reca verso la casa per finire il suo “lavoro”.
Ripresasi dallo shock, Maria si trascina in casa e scopre che alla sua coinquilina le cose sono andate molto peggio: Dayle Okazaki giace in una pozza di sangue, con il cranio maciullato da un proiettile sparato da distanza molto ravvicinata.
La polizia questa volta ha un identikit del killer: alto, magro, olivastro e ispanico. L’assassino si è anche dimenticato un cappellino degli ACDC sulla poltrona.
È passata un’ora, la polizia sta interrogando Maria, e il Night Stalker non si sente completo.
Tampona di proposito l’auto di Tsai-Lian Yu e, sceso di corsa dal proprio veicolo, le spara a bruciapelo attraverso il finestrino, con la sua calibro 22.
La sinfonia di morte del maestro Ricky Ramirez è ormai avviata. Difficilmente questo figlio del demonio riuscirà a placare la propria sete di sangue: il suo “Signore” gli chiede sempre più violenza e sempre più vittime sacrificali.
Passano 10 giorni dall’omicidio della ragazza tailandese, prima che il Night Stalker decida di introdursi nel villino dei coniugi Zazzara.
L’uomo viene ucciso con un colpo di pistola alla tempia, mentre dorme davanti alla tv, sul divano. Alla signora Zarrara tocca invece una morte atroce: Ricky le cava gli occhi, le taglia il seno sinistro e poi la accoltella decine di volte, su tutto il corpo, dalla faccia al pube.
L’unica traccia lasciata dall’assassino: una impronta di scarpe Reebok nel sangue.

La polizia ha finalmente capito che il modus operandi è sempre lo stesso: in questi casi le indagini seguono la pista del Serial Killer. I quartieri vengono battuti al tappeto e ogni sospetto viene fermato e interrogato.

14 maggio 1985. Jean Wu è a letto, a godersi il meritato riposo. È l’alba e presto la radiosveglia suonerà, ma Jean quella mattina viene svegliata dal suono ben poco melodioso di uno sparo.
Aperti gli occhi, la povera donna si accorge immediatamente che il marito giace vicino a lei non più addormentato, ma agonizzante, con un colpo di pistola in testa.
L’anziana donna non ha forze per tenere testa a quel pazzo psicopatico che adesso mette a soqquadro la casa, adesso la percuote chiedendole dove sono i soldi, e così rimane immobile nel letto. Non trovando niente, il mostro decide di violentare la donna mentre il marito, lì vicino, esala gli ultimi respiri.
Arrivata la polizia, Jean ripete quella che ormai è una filastrocca di morte: l’assassino è alto, magro, latino, olivastro.
E la filastrocca verrà ripetuta il 30 maggio da Ruth Wilson, sodomizzata ripetutamente, derubata di una collana di diamanti e costretta al silenzio sotto minaccia di far male al figlioletto.
Adesso la sinfonia di morte del maestro Ricky Ramirez comincia il suo crescendo.
1 giugno 1985. Questa volta la finestra “violata” è quella della casa di due sorelle, Malvia e l’invalida Blanche Wolfe, insegnanti pensionate. Il nostro assalitore le uccide a colpi di martello e, non contento, violenta il corpo senza vita di Blanche.
Sul luogo del delitto gli agenti trovano un enorme pentacolo rovesciato tracciato su di una parete e un altro pentacolo rovesciato, disegnato con del rossetto, sulla coscia della povera invalida.

Gli inquirenti decidono così di seguire la pista satanista e stilano un profilo abbastanza completo del “loro uomo”: razza ispanica, 25-30 anni, vestito tutto di nero, capelli lunghi e trascurati, igiene pessima, fronte alta, volto scarno e butterato, mento squadrato, labbra tumide. Il killer è inoltre irrefrenabile e diventa sempre più feroce. Bisogna fermarlo al più presto.

Nonostante l’accurato lavoro delle forze dell’ordine, Los Angeles, nelle seguenti 6 settimane è testimone di una serie impressionante di brutali omicidi che gettano ben presto nel panico la gente.
Nessun lucchetto è abbastanza robusto per tenere lontano Ricky, nessuna porta, nessuna finestra abbastanza sigillata.
Nessuno può ritenersi al sicuro, perché il diavolo non ha preferenze come i “normali” serial killer. Le sue vittime hanno qualsiasi estrazione sociale, qualsiasi età, qualsiasi colore della pelle, entrambi i sessi.
Tra giugno e agosto 1985, le vittime del Night Stalker saranno almeno 13, colpite da una pistola, violentate, percosse, derubate, massacrate, mutilate, o costrette a inneggiare al demonio.
Solo alcuni di loro sopravvivranno .
Sulle sue tracce, non ci sono più gli inquirenti ma una vera e propria task force di 200 investigatori, coadiuvati da una squadra speciale dell’FBI. Proprio questi ultimi decidono di “giocare sporco”: per fare pressione psicologica sul mostro, viene indetta una conferenza stampa nella quale viene dichiarato fermamente che gli indizi sono tanti e che il Serial Killer sta per essere arrestato.
La popolazione reagisce armandosi, creando ronde notturne di cittadini volontari, stampando volantini con l’identikit dell’ispanico alto magro e olivastro.
Ricardo non ci pensa due volte: lascia immediatamente Los Angeles e sposta le sue mattanze a San Francisco. Viene versato altro sangue per alimentare le insaziabili fornaci dell’inferno, per soddisfare la propria voglia di morte e il volere del suo “Signore”.
I poliziotti della baia di San Francisco non ci mettono molto a capire che il killer adesso si aggira per i loro sobborghi, inoltre, cosa comune a quasi tutti i killer seriali, dopo un certo periodo sopraggiunge la “fase dell’onnipotenza”: l’assassino si sente imprendibile, forte, e più intelligente degli investigatori che gli danno la caccia.
È a questo punto che anche il Night Stalker comincia a commettere gli errori più madornali, è a questo punto che crea i presupposti che solitamente portano al suo arresto.
In uno squallido hotel di periferia, l’Hotel Bristol, Ricky finge di essere analfabeta e firma sul registro dei clienti con la solita X, ma la sua X è un pentacolo rovesciato. L’albergatore, già insospettito dall’aspetto trasandato dell’ospite, molto somigliante a quell’identikit intravisto la mattina precedente su un volantino, chiama immediatamente la polizia.
Il killer se ne è ritornato a Los Angeles e, prima, viene visto da due passanti rubare una macchina in pieno giorno e, poco dopo, affitta un appartamentino da Serafin Arredondo, pagando in diamanti rubati (alle sue vittime) e firmandosi come Ricardo Ramirez, il suo nome di battesimo.

Il 31 agosto 1985 l’incubo finalmente finisce. Come nel più classico dei film, il male viene sconfitto ancora una volta.
Ramirez è appena tornato da Phoenix con un carico di cocaina da vendere, e si aggira nei dintorni della stazione degli autobus della Città degli Angeli. Ignora che ormai la polizia sa tutto di lui, ignora che ogni palo della luce, ogni muro, ogni giornale porta la sua faccia.
Invece di nascondersi come un animale braccato, il Night Stalker si reca tranquillamente a un negozio di liquori dell’East Side Barrio. Non si è accorto delle persone l’hanno riconosciuto, dei passanti che lo stanno seguendo e della folla che lo sta accerchiando.
Ci vorrà una intera pattuglia di polizia per salvarlo dalla lapidazione, dalla sete di vendetta della massa di cittadini accorsi.

EPILOGO
Il processo del Night Stalker è passato alla storia. Cominciato in ritardo di 3 anni, si è rivelato un vero e proprio teatrino.
Ricky Ramirez ha alternato mezza dozzina di avvocati difensori, i 3000 giurati sono diminuiti a vista d’occhio con il passare dei mesi, fino a diventare 12 (di cui 7 ispanici). Una di essi verrà pure uccisa in circostanze misteriose.
Mattatore di questo processo (costato agli U.S.A. ben 2 milioni di dollari) è stato ovviamente Ramirez: indossando un paio di onnipresenti occhiali da sole, minacciò il giudice, mostrò sprezzante ai fotografi e ai cameraman un pentacolo rovesciato inciso sul palmo della mano, rise sguaiatamente alle testimonianze drammatiche, minacciò di morte i parenti delle vittime e ogni tanto, preso dalla follia, ha pure cantato frasi sconnesse mentre mimava pose diaboliche.
Il 20 settembre ’89 Ricky è stato ritenuto colpevole di tutti e 41 i crimini commessi (non tutti sono omicidi) e condannato alla camera a gas.
Ovviamente anche il processo per i reati di San Francisco si è concluso con una condanna. Ramirez verrà giustiziato nell’estate del 2006, tramite iniezione letale. In attesa che arrivi il giorno fatidico, l’assassino passa il tempo nel braccio della morte di San Quintino, dipingendo quadri molto richiesti e rispondendo alle lettere dei fan.
Dal 1996 è sposato con Doreen Lioy, una giornalista che ha sempre sostenuto la sua innocenza.

Voi non mi capite. E neppure mi aspetto che lo facciate, non ne siete capaci. Sono al di là della vostra concezione, sono al di là del bene, al di là del male. Non credo nei dogmi ipocriti e moralistici della cosiddetta società civile. Non ho bisogno di guardare al di là di questa corte per vedere tutti i bugiardi, gli assassini, la gente piena di odio, gli sbandati, i codardi paranoici. Vermi, mi fate schifo! Legioni della notte, progenie del buio, non ripetete gli errori del Night Prowler e siate spietati. Sarò vendicato!”
(Ricky Ramirez, dichiarazione di fine processo, il 20 settembre 1989

Aggiornamento 2006: Il 7 agosto, la Corte Suprema ha respinto l’ultimo appello di Richard Ramirez. Per legge, l’esecuzione capitale (che doveva avvenire quello stesso mese) è slittata a una data ancora da definirsi. Nel frattempo, Doreen Lioy ha giurato che si suiciderà quando l’esecuzione avrà luogo.

DANIELE DEL FRATE 17-10-2004

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