Richard Speck – Serial Killer
Soprannome: Il mostro di Chicago
Luogo omicidi: Chicago (U.S.A.)
Periodo omicidi: 1966
Numero vittime: 12 +
Modus operandi: violentava e pugnalava e tagliala la gola
Cattura e Provvidementi: ergastolo, muore nel 5 dicembre 1991 in carcere
Richard Franklin Speck nasce il 6 dicembre 1941, a Kirkwood, Illinois, da Benjamin e Mary Speck, in una famiglia religiosa e decisamente numerosa, dieci in tutto: padre, madre, tre fratelli e cinque sorelle.
All’età di 6 anni si trasferisce con la famiglia a Fair Park, un piccolo centro nei pressi di Dallas, Texas: il padre muore quando lui è ancora giovanissimo e la madre non tarda a risposarsi con Carl Lindberg, noto alle forze dell’ordine per parecchi precedenti. Sin da subito il piccolo Dick (così lo chiama la sorellina) detesta Carl che spesso è assente, facendo soffrire la madre, e che si ubriaca troppe volte, alzando le mani su di lui e sulle sue sorelle, in particolare l’amata e più piccola Carolyn.
A 12 anni Speck è uno studente mediocre, che spesso si presenta ai banchi di scuola completamente ubriaco, giustificando i suoi comportamenti con presunti terribili mal di testa che, perseguitandolo successivamente ad un incidente di gioco con i compagni, lo costringono a cercare una cura alternativa alla medicina tradizionale che, per tutta la sua vita, sarà l’alcol. Nel frattempo ed in pochi anni, l’inquieto Richard colleziona parecchi fermi dalla polizia, ben 37, “specializzandosi” in ebbrezza in luoghi pubblici, molestie varie e piccoli furti.
Dick, una volta in carcere, ricorderà durante un’intervista un particolare inquietante dei suoi 19 anni, che ricorrerà nel suo futuro: un giorno, guardandosi l’avambraccio sinistro, decide di colmare un vuoto che lo ha assalito improvvisamente, marchiandosi sulla pelle un messaggio che il suo tatuatore ha pensato per lui. Non ha un particolare significato per Dick, al momento..
“Born To Raise Hell” dice il tatoo, “Nato per scatenare l’inferno”.
Nel novembre del 1962, dopo aver ottenuto un posto di spazzino presso una ditta, Richard sposa l’allora 15enne Shirley Annette Malone, una ragazza che lo rende presto padre di una bambina, Robby Lynn.
Ma per Dick non è ancora arrivato il momento di mettere la testa a posto ed in poco tempo riprende a frequentare gli amici di sempre, passando le giornate completamente ubriaco.
Nel novembre del 1963 viene arrestato e condannato a 3 anni di prigione per furto e falsificazione di documenti, ma viene rilasciato nel gennaio del ‘65, anche se dura poco. Infatti, sempre in gennaio, viene nuovamente arrestato per furto aggravato, e condannato a 490 giorni di prigione, ma anche questa volta Dick è un detenuto modello e dopo poco più di sei mesi è fuori.
Intanto Shirley, stanca dei problemi del marito con la giustizia, chiede ed ottiene nel marzo del 1966 il divorzio da quell’uomo che la picchia e che a lei non pare quello giusto, proprio no.
Per l’occasione, Dick torna a casa dalla mamma, a Dallas, dal momento che il secondo marito di lei era morto tempo prima, o scappato chissà dove, lui non l’ha mai chiesto. Speck non sopporta la convivenza con la madre ed una delle sorelle, sopratutto a causa del marito di quest’ultima, Buddy Wilson, saldatore, col quale discute per la minima cosa e per il bere. “Quando bevi picchi tua madre e mia moglie come picchiavi la tua, perciò o vai fuori dai piedi o ti spacco la testa” gli dice il cognato.
Speck si trasferisce quindi a Chicago, dove starà qualche giorno dalla sorella Martha, perché il Texas è ormai troppo pericoloso per lui.
L’escalation del bere è inarrestabile: Dick diventa scontroso, aggressivo e fuori controllo, è disposto a litigare con chiunque. Cambia lavoro parecchie volte, ambulante poi manovale e fornaio, senza mai concludere nulla.
Nella primavera del ’66 trova impiego su un battello, sul lago Michigan, ma verrà licenziato pochi mesi dopo per essersi più volte ubriacato sul posto di lavoro.
Nel frattempo, si presenta alla porta del fratello William, a Monmouth, periferia di Chicago.
Non vede il fratello da 14 anni, ma lo raggiunge convinto di poter trovare un buon impiego.
In quella casa starà ben poco Dick, sempre alle prese con la giustizia: viene accusato di furto con scasso ad una drogheria e, subito dopo, sospettato dell’aggressione e della morte di Mary Kay Pierce, 33 anni, barista divorziata, il cui cadavere è trovato solo il 13 aprile, 3 giorni dopo il suo strangolamento, in uno stanzino del retro del locale. Mary si era rifiutata di servire l’ultimo bicchiere e aveva respinto con fermezza le avances di uno sconosciuto. Richard è anche nella lista dei principali sospettati dello stupro di Virgil Harris, 65enne, assalita brutalmente il 18 aprile da un uomo con l’accento del sud, descritto tale e quale a Dick, poi fermato ed interrogato dal capo della polizia Harold Tinder, che lo incalza di domande senza ottenere le risposte, mancano le prove.
Il 3 maggio, Speck, appena sbarcato dal piroscafo sul quale presta servizio, viene ricoverato d’urgenza per un’appendicectomia al South Chicago Community Hospital, dove incontra Judy Laakaniemi, infermiera di 28 anni, che lo accudisce ed è gentile con lui. Saranno bei giorni per Dick che, appena guarito, porta Judy in spiaggia a prendere il sole, e la sera a ballare. Fin quando non viene allontanato di casa anche dal fratello, che lo ritiene pericoloso per le storie che girano su di lui e che gli intima di girare a largo, quindi decide di tagliare la corda.
Dimesso definitivamente dal ricovero nei primi di giugno, si imbarca con un nuovo battello dell’Indiana Harbor dal quale sarà congedato poche settimane dopo.
Sempre nel mese di giugno, la polizia crede in un suo coinvolgimento diretto nella sparizione di 3 donne scomparse intorno a Dunes Park, nei pressi dell’ospedale in cui poco prima Dick era degente.
Gli oggetti personali vengono ritrovati nelle macchina di una delle ragazze, al contrario dei loro corpi, mai più restituiti alle famiglie.
Inoltre la polizia del Michigan vuole interrogarlo circa la morte di 4 ulteriori vittime, di età compresa tra i 7 ed i 60 anni, trovate nei pressi di Benton Harbor, porticciolo di attracco per batiscafi sui quali Speck ha lavorato.
Il 12 luglio Dick è al verde, non ha neanche i soldi per mangiarsi una bistecca e bere un bicchiere di vino.
Vuole andarsene da Chicago, ormai gli sta stretta. New Orleans è vicina, basta attraversare il lago, pensa lui, e magari troverà un altro impiego come marittimo su di un altro battello.
Così Speck attraversa il Luella Park, che dista pochi passi dalla National Maritime Union, e lì chiede un posto su di un battello per i laghi, vuole imbarcarsi per New Orleans e cominciare daccapo. Ha pure portato la fototessera per la pratica, Dick vuole fare le cose in regola, e la consegna all’impiegato che però gli dice di ripassare, fra qualche giorno, adesso non c’è posto. E lui ripassa, ma ancora niente, “compra il biglietto, fai prima” gli dicono, e fuori fa caldo.
Ci sono 33 gradi a Chicago in quel luglio e l’unica cosa da fare è sedersi, trovare una panchina vicino e stare calmo, a pensare. I palazzi davanti sono piccoli edifici a 2 piani, le strutture rettangolari sembrano proprio far parte dell’ospedale che sta lì affianco, pensa Dick. Lui ci è già passato altre volte, andando alla Union a cercare lavoro, le finestre sempre aperte, un via vai continuo di ragazze che si affacciano, stendono il bucato, fumano una sigaretta guardando la strada. Eh si, devono essere delle infermiere, e questo un dormitorio. E le infermiere sono sempre state carine con lui, sì, soprattutto Judy.
Giovedì 14 luglio è una sera come tante a Chicago e Dick è stanco, non ha ancora il suo biglietto per New Orleans e di nuovo è seduto sulla panchina, al 2319 East della 100th strada, proprio davanti al dormitorio delle infermiere.
Sono le 23 passate quando le luci delle stanze si spengono, e qualcuno bussa alla porta.
Corazon Amurao e Valentina Pasiòn, 23 anni, non possono sapere a cosa vanno incontro quando si decidono ad aprire. Dick è un omone ubriaco di 1 metro e 85, gli occhi celesti iniettati del vino bevuto, il giaccone di pelle ben aperto a mostrare la pistola, un coltellaccio in tasca. Così si presenta, Dick, e dice loro “State tranquille, ma non gridate, sennò m’arrabbio.” Ci sono altre ragazze, il dormitorio è pieno e lui lo sa, le ha viste dalla panchina, più volte. Così prende le due ragazze, entrambe filippine, e le spinge nella stanza attigua, dove accende la luce e sveglia Marlita Gargullo, 21 anni, anche lei filippina, Patricia Matusek, 21 anni, Nina Schmale, 23 anni e Pamela Wilkening, 22 anni.
Sono tutte davanti a lui, di fianco al muro, le 6 ragazze in vestaglia, sorprese ed impaurite ma Speck le tranquillizza, sembra calmo “Datemi i soldi, svuotate le borsette” dice, e ancora “Non voglio farvi del male, ho solo bisogno di soldi“.
Poi un rumore all’ingresso, dei passi e la porta che si apre: Gloria Davy, 23 anni, sta rientrando a casa dopo un appuntamento col fidanzato. Vede una luce accesa ed entra nella stanza, dove Dick nel frattempo s’è dato da fare col coltello, tagliando a strisce un lenzuolo per ricavarne delle corde con cui ha legato i polsi dietro la schiena alle ragazze, lui è un marinaio, sa fare bene i nodi.
Verso mezzanotte rientrano invece Mary Ann Jordan, 22 anni, e Suzanne Farris, 22. Loro escono spesso assieme, infatti il fratello di Mary, Philip, è il fidanzato di Suzanne. Mary può dormire a casa sua, lei è già diplomata, ma questa volta vuol fare compagnia all’amica e decide di restare questa notte al dormitorio dell’ospedale, così potranno parlare un po’. Anche loro vengono legate, polsi dietro la schiena e nodo stretto.
E adesso che si fa?
Dick è indeciso, ha bevuto ma non così tanto, ha preso loro i soldi, va tutto così bene, ma manca qualcosa, non è abbastanza. Ci sono 9 ragazze indifese, l’occasione è troppo grande, la cosa lo eccita, ma cosa fare?
“Tu, vieni con me” dice Dick a Pamela, puntandole il coltello dietro alla schiena. Escono dalla stanza, lui chiude a chiave la porta dietro di se. Nessun grido, nessun rumore, le ragazze di là si comportano bene. Appena dentro la stanza, Dick spinge la ragazza sul letto, la pugnala al petto, poi la strangola con un pezzo di lenzuolo.
La porta della camera delle ragazze si riapre. Questa volta Dick ne sceglie due, Mary Ann e Suzanne.
Le spinge in due stanze vicine diverse e per prima massacra Mary Ann con 3 coltellate al cuore, alla gola ed in un occhio; poi è il turno di Suzanne, colpita 18 volte e strozzata anche se già morta.
Dick riprende l’operazione per 5 volte, minacciando a turno le ragazze, puntando loro il coltello che le ucciderà per farsi seguire, chiudendo sempre a chiave la porta dietro di sé, con cura.
Tocca a Nina, seguire Dick nella stanza affianco. Dick sente dei rumori dalla parete, si deve sbrigare perciò, dopo averla stesa sul letto, le taglia di netto la gola e, tanto per essere sicuro, la soffoca a mani nude.
Nell’altra stanza le ragazze provano a nascondersi, si infilano sotto al letto, ma Dick è veloce e rientra in camera, sorprendendo Marlita e Valentina: le trascina in un’altra stanza, le finisce velocemente entrambe con profonde coltellate alla gola, e non manca di strozzarle fino a che non le vede morte.
Speck non ha finito, ma si ferma a lavarsi le mani, troppo sangue, troppo.
E’ subito da Patricia, la trascina in bagno e lì la stende sul pavimento, la prende a calci nello stomaco, le monta a cavalcioni e la strozza. Torna indietro e prende Gloria, che sevizia per 20 minuti, dopo averla costretta a spogliarsi. Poi, una volta finito, trasferisce la ragazza completamente nuda al piano di sotto e lì si accanisce su di lei analmente con un oggetto che trova per l’occasione, prima di strangolarla e lasciarla stesa sul divano.
Dick ha perso il conto e così se ne và.
E’ l’alba quando Corazon, l’unica sopravvissuta, esce dal suo nascondiglio, un angolo buio sotto ad un letto che le ha salvato la vita. Non sente più niente, è sola, si affaccia alla finestra e grida aiuto. Poco dopo è in ospedale sotto sedativi, ma si ricorda bene di quell’uomo, l’ha sentito nominare New Orleans e ha visto un tatuaggio, sull’avambraccio, quando lui si è tolto la giacca per legarla. Ancora ha addosso i segni dei nodi, perfetti e strettissimi.
Intanto Dick si è allontanato, ha sicuramente fame, perché non mangia da almeno 2 giorni, ma ancora di più ha sete, vuole riposarsi, prendersi una pausa dopo tutta quella fatica. In tasca ha pochi spiccioli e non sa dove andare a dormire. Così, dopo aver comprato una bottiglia di vino di pessima qualità, si dirige verso il blocco 600 della West Madison, dove conosce un posticino niente male, lo “Starr Hotel Fireproof Rooms”, uno squallido caseggiato che ospita delinquenti di ogni tipo e gente con qualcosa da nascondere. Non è la prima volta che soggiorna qui Dick, è sicuro che nessuno farà domande, potrà riposare tranquillo. Si registra col nome di B. Brian, quando il portiere gli porge il registro.
Passando davanti ad un’edicola, Speck ha letto in prima pagina del “Nurses Slain”, e lui sa bene chi è stato: è meglio stare attenti.
La stanza numero 584 è piccola e non certo accogliente, non c’è nemmeno il letto, bensì una brandina senza lenzuola, ma costa solo 90 cents a notte. Dick non è solo, sta bevendo in compagnia di Claude Lunsford, un vagabondo che ogni tanto soggiorna allo Starr, e di un altro uomo. I 3 sono accampati davanti all’uscita di emergenza, scolandosi una bottiglia dopo l’altra. Lunsford riconosce Speck, ha visto la sua foto sul giornale della mattina. Ha persino provato a chiamare la polizia, verso le 21 del 16 luglio, ma il centralino non crede alla segnalazione di un barbone, e, pur registrando la conversazione, non fa intervenire nessuno.
Dick è su tutti i giornali. Non solo ha dimenticato Corazon in vita, ma non si è minimamente preoccupato di non lasciare tracce del suo passaggio al dormitorio, fornendo agli inquirenti ogni sorta di prova contro di lui, dalle impronte digitali, e Dick è schedato, eccome, alla fisionomia del suo viso rimasta impressa nella mente dell’unica superstite.
A questo punto Speck è ricercato, a Chicago c’è una serrata caccia all’uomo, la polizia aspetta solo un suo passo falso, ha diramato presso tutti i distretti le foto segnaletiche di lui, ha già rintracciato i familiari presso cui potrebbe chiedere aiuto e nascondersi. Anche la sorella Martha vuole collaborare e lascia un messaggio per Dick alla Maritime Union, un numero da contattare per un posto di lavoro a New Orleans. Lui prova a chiamare, ma la voce all’altro capo del telefono non lo convince, non si fida e riattacca.
Dick torna nel suo alloggio, affamato e confuso, la sola bottiglia in mano e tanti pensieri. La notte si fa più scura, stavolta l’ha fatta grossa, pensa, non c’è una via d’uscita. Se non facendola finita.
Il materasso è davvero scomodo e l’insegna che lampeggia intermittente dalla finestra rotta lo fa innervosire tanto che prova a coprirla con un giornale, lo “Strangler Hunt” preso in terra, ma niente, la luce rossa filtra lo stesso.
Speck pensa a lungo a come fare. Ha un coltello, ma gli fa impressione, potrebbe cercare un rasoio, ma è complicato, la bottiglia è vuota, ed il vino a digiuno ha fatto il suo effetto.
Dick rompe la bottiglia, ne prende il coccio più grosso e via, un colpo secco all’incavo del gomito, con furia, senza darsi troppo pensiero, come fa lui di solito. Il sangue esce a fiotti, e lui non se lo aspetta. Così esce gridando dalla sua stanza, perché non riesce a capire bene cos’ha fatto, e bussa nella stanza affianco la sua, la 586, ma l’inquilino è troppo ubriaco per dargli corda. Tiene il braccio alzato Dick, perché in fondo non vuole morire, spera che così il sangue esca più lentamente, e si dispera per il corridoio cercando aiuto. In suo soccorso arriva verso mezzanotte James Brubaugh, il portiere notturno, che prima chiede cosa sta succedendo, poi fa distendere Dick sul suo materasso e subito corre a chiamare un’ambulanza, ma anche due poliziotti, che conosce bene, perché non si sa mai, i clienti dello Starr sono quelli che sono.
Dick è molto fortunato, i poliziotti che intervengono non lo riconoscono, così all’una del mattino del 17 luglio è steso in sala di pronto soccorso, sezione traumatologia del Cook County Hospital, dove riceve i primi soccorsi dall’infermiera Kathy O’Connor, che gli controlla le ferite e prepara il paziente per il dott. Leroy Jones Smith, 26 anni, al suo primo turno di guardia.
Smith chiede che venga preparata la sala operatoria, intanto prende il braccio sinistro del paziente e comincia a pulire la ferita, togliendo il sangue rappreso sull’avambraccio; ha buona memoria James e quel che legge nel tatuaggio gli ricorda qualcosa, così manda un’infermiera a prendergli il giornale della mattina, perché lui quella frase l’ha già letta da qualche parte, e chiama la polizia.
Il giudice Herbert J. Paschen nomina una giuria per decidere sull’idoneità di Speck a partecipare al processo e di provarne l’eventuale vizio di mente. La giuria, 12 in tutto, è composta da 3 diversi medici da parte della difesa e 3 dell’accusa, 5 psichiatri di nomina del giudice ed un dottore in chirurgia generale e ci mette poco a stabilire Dick idoneo al processo e sano di mente al momento del crimine.
Nell’attesa del processo, Speck incontra due volte a settimana il dott. Marvin Ziporyn, psichiatra del carcere, e le sedute proseguono anche quando Dick viene trasferito il 29 luglio al Cermak Memorial Hospital, dentro la Casa di Correzione di Chicago, dove rimane fino al 13 febbraio del ’67, giorno in cui viene trasferito a Peoria, Illinois, per affrontare il processo.
Ziporyn prepara per il giudice Paschen una perizia a discolpa di Speck, individua in lui una serie di patologie che vanno dalla depressione all’ansia, a manie di colpevolezza fino alla vergogna di sé, ma anche un profondo amore per la famiglia, nonostante un altrettanto evidente disturbo nei rapporti con le donne. Dick le idealizza, proietta su di loro un’immagine quasi santa, fin quando non si sente tradito, per motivi anche stupidi. E lui allora cambia d’improvviso, in peggio.
Insomma Speck, per lo psichiatra, può affrontare un processo, ma al momento dei delitti non era capace di intendere e volere, annebbiato dal vino e da cause organiche da rintracciare nell’infanzia di Dick, nelle numerose ferite che avrebbe riportato alla testa da piccolo.
Il 3 aprile ha inizio un processo che sarà veloce: più volte le confessioni di Speck vengono rese inutilizzabili al processo, Dick è sempre sotto sedativi e l’unico appiglio del suo avvocato, Gerald Getty, ovvero la testimonianza di Ziporyn, viene a mancare quando lo stesso psichiatra è coinvolto in uno scandalo per la stesura di un memoriale su Speck a processo in corso, da cui trarre profitti, perdendo credibilità. Ma soprattutto il pubblico ministero ha un testimone oculare che lo accusa, Corazon Amurao e che lo riconosce in aula, inoltre tutte le impronte sulla scena sono sue.
Il 19 aprile la giuria, dopo soli 49 minuti di seduta, dichiara Speck colpevole e chiede la pena di morte.
Il 5 giugno il giudice Paschen condanna Dick alla sedia elettrica, ma contemporaneamente accetta un ricorso dalla Suprema Corte dell’Illinois. La sentenza viene annullata nel ’72, ed in settembre tramutata in 1.200 anni di prigione, poi Dick viene tratto al carcere di Stateville a Joliet, Illinois.
Per ben sei volte, dal ‘77 al ’90, gli viene negata la libertà vigilata perché in carcere Dick non è un’altra persona: solitario, passa il tempo ascoltando musica e collezionando francobolli, spesso viene beccato con droga o medicinali rubati.
Il 5 dicembre 1991 Richard Franklin Speck muore, per un infarto, al Silver Hospital di Joliet, Illinois.
Dopo la morte di Speck, viene svolta l’autopsia sul suo cervello al Chicago Insitute of Neurosurgery, da parte del dott. Jan E. Leestma, che rintraccia delle anomalie in alcune aree cerebrali che si comprimono a vicenda, in maniera insolita. Anche il direttore di clinica John R. Hughes, neurologo di fama e collega di Leestma, conferma le anomalie riscontrate sebbene i campioni di tessuto analizzati siano andati persi chissà dove.
Finiti gli esami nessun parente reclama il cadavere, nonostante Diane Krieger, coroner della contea, abbia provato a rintracciare le sorelle che però non ne vogliono sapere di riprenderselo neanche da morto, così Dick viene cremato e le ceneri sparse in una località nota solo alla Krieger, di fronte ad un pastore locale e pochi testimoni, davanti ai quali il vento spazza via tutto ciò che rimane di Speck, il mostro di Chicago.
Ma Dick non è ancora pronto per sparire dalle scene. Nel ’96, un giornalista della televisione di Chicago, Bill Curtis, riceve da un anonimo avvocato un videotape, registrato nell’88 alla Prigione di Stateville.
Il filmato viene trasmesso nel programma Investigative Reports, sulla A&E NEtworks, a sostegno della pena di morte. Nelle immagini Dick è quasi irriconoscibile, caschetto biondo e tratti femminili, chiaramente alterati da qualche cura ormonale, tanto che il tratto da duro degli anni passati è sparito, lasciando posto ad un uomo col seno e vestito da donna, che dice di amare il sesso, in maniera attiva e passiva, e che lo pratica volentieri. Nel video, Dick e l’amico, c’è un compagno di cella di colore con lui, sniffano quella che sembra cocaina, e ridono e scherzano.
Quando un prigioniero dietro la telecamera gli chiede perché ha ucciso quelle donne, sorridendo risponde “Non era la loro serata“, e continua dicendo “Non ho provato niente. Se mi stai chiedendo se mi è dispiaciuto, allora no“.
Massimiliano Ferreli gennaio 2008
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