Marc Dutroux
Soprannome: Il mostro di Marcinelle
Luogo omicidi: Belgio
Periodo omicidi: 1995 – 1996
Numero vittime: 4 +
Modus operandi: torturava e violentava le sue vittime
Cattura e Provvidementi: ergastolo
Dutroux, conosciuto anche come il mostro di Marcinelle, aveva organizzato una vera banda di criminali pedofili che si occupava di procurarsi delle ragazzine e di usarle per produrre videocassette pornografiche.
Questa banda poteva contare su coperture potenti e nascondigli ben ideati. A Marchan Au Pont c’è una casa dove Dutroux stava costruendo tre celle sotterranee collegate fra loro tramite un tunnel.
Marc Dutroux, quaranta anni, nel 1985 rapisce e violenta cinque minorenni e una donna di cinquanta anni, condannato nel 1989 a undici anni di carcere ma, dopo averne scontati solo due, nel ’91 è già libero per buona condotta.
L’ uomo è proprietario di sei case e di diversi automezzi, tra cui quel furgone bianco usato per rapire Laetitia, alcune betoniere e pale meccaniche, ma risulta disoccupato da molti anni. Nel giardino di una delle sua abitazioni c’è un intero parco di macchine rubate.
Il 13 Agosto 1996, Dutroux, sua moglie e un complice, Michel Lelievre, 25 anni, vengono arrestati. Dopo due giorni, Marc rivela al Procuratore del Re dove è nascosta Laetitia. Con lei è prigioniera anche Sabine, dodici anni, scomparsa il 9 maggio mentre si recava a scuola e rimasta con Dutroux per 79 giorni.
La confessione del pedofilo si allarga ad altri macabri episodi. È lui stesso a indicare un altro nascondiglio, quello dove sono seppelliti i corpi mutilati di Julie e Melissa. Si tratta del giardino di casa sua, sotto tre metri di terra.
Accanto a loro giace il cadavere di Bernard Weinstein, 44 anni, complice di Dutroux e autore con Lelievre dei rapimenti.
In un’ altra casa di proprietà di Dutroux, dove abitava il complice Lelievre, sono state sequestrate 600 videocassette pornografiche, che hanno come vittime delle minorenni e come carnefici Dutroux stesso, la moglie e altre persone non ancora identificate. Le cassette con Julie e Melissa non sono state ancora trovate. Un agente immobiliare di 55 anni, Nihoul, si occupava della distribuzione di questo materiale, oltre ad abusare lui stesso delle bambine.
MELISSA E JULIE
Il pomeriggio del 14 giugno 1995, a Gràce-Hollogne (Liegi), Melissa Russo, una bambina di otto anni, sta giocando a casa sua con la sua amichetta coetanea, Julie Lejeune.
Chiede alla mamma, Carine, il permesso per andare al cavalcavia sull’autostrada vicino la loro abitazione, a salutare le auto che rispondono con il clacson. Carine glielo concede, anche perché già altre volte Melissa, insieme al fratello Gregorie, era stata lì. Non c’è pericolo a patto che rincasino entro una mezz’ora. Per Julie, invece, è la prima volta.
Le due bambine escono, passano dalla stradina che da casa, lungo un campo di grano, in pochi minuti porta al cavalcavia, vi giungono e, senza lasciare nessuna traccia, scompaiono. Tutte le indagini svolte per più di un anno non hanno portato ad alcun esito Europa.
Per conoscere la verità bisognerà aspettare che altre due ragazzine, dopo Julie e Melissa, scompaiano.
L’ ultima, Laetitia, 14 anni, sparisce il 9 agosto, mentre sta tornando a casa dopo essere stata alla piscina comunale. Quel giorno un ragazzo aveva notato, proprio davanti alla piscina, un furgoncino bianco sospetto di cui poi sarà in grado di ricordare la targa. Il veicolo risulta di proprietà di Marc Dutroux, un uomo di quaranta anni già noto alla polizia sin dall’ 85 per aver rapito e violentato cinque minorenni e una donna di cinquanta anni.
Il 13 agosto 1996 la polizia belga, dopo alcuni accertamenti, decide di intervenire ed arrestare Dutroux, sua moglie Michelle e un loro complice, Michel Lelievre. Dopo due giorni Dutroux confessa al procuratore del Re dov’è nascosta Laetitia.
Mentre si riaccendono le speranze di ritrovare vive Melissa e Julie, Dutroux rende noto alla polizia un altro nascondiglio, a Sars-La Brussiere, località a trenta minuti da Marcinelle.
Nel giardino della sua casa, sotto tre metri di terra, ci sono i corpi mutilati di Julie e Melissa, chiusi dentro un sacco di plastica nero. Accanto a loro giace il cadavere di Bernard Weinstein, complice di Dutroux, da lui stesso sepolto vivo a dicembre perché minacciava di denunciare il loro losco traffico.
Bernard Weinstein, come Dutroux ha dichiarato al procuratore del Re, aveva l’ incarico, insieme a Lelievre, di procurargli una ragazzina in cambio di 50.000 franchi. Ma, anziché rapirne una, Weinstein e il suo complice gli avevano portato a casa, a Marcinelle, due bambine: proprio Julie e Melissa. In un primo momento le bambine vengono nascoste al primo piano, in attesa che Weinstein finisca di costruire una cella giù in cantina.
Il 6 dicembre 1995, Dutroux finisce in carcere per un regolamento di conti in seguito a dei furti. Dutroux afferma di aver consegnato, allora, la somma di 50.000 franchi a Lelievre per portare da mangiare alle bambine durante la sua detenzione. Uscito di prigione Dutroux scopre che Julie e Melissa sono in fin di vita, a digiuno da molte settimane, perché Lelievre non ha assolto al suo incarico. Dopo qualche giorno le bambine muoiono e Dutroux le sotterra in giardino, eliminando anche Weinstein, divenuto un complice scomodo.
Le bambine erano rimaste segregate nella cantina per nove mesi, subendo maltrattamenti e abusi, utilizzate per girare video sadici, dove le vittime reali sono proprio loro.
Ai funerali di Julie e Melissa partecipa commossa e indignata gran parte della comunità belga. Da quel giorno si è costituito un movimento di solidarietà intorno ai genitori di tutte le vittime della banda di Dutroux, culminato con la manifestazione “bianca” che si è svolta a Bruxelles il 20 ottobre 1996.
LAETITIA
Laetitia, 14 anni, è scomparsa il 9 agosto a Marcinelle mentre tornava dalla piscina comunale a casa.
La ragazza viene tenuta prigioniera da Dutroux fino al 15 agosto 1996, in una cella sotterranea, confinante con la cantina di casa sua, insieme a Sabine, 12 anni, rapita invece il 9 maggio 1996 mentre rincasava da scuola.
Alle ragazzine Dutroux ordina di stare sempre in silenzio, perché non devono farsi sentire dai suoi amici, molto più cattivi di lui che, se le avessero scoperte, avrebbero fatto loro del male. Per questa ragione Laetitia e Sabine, terrorizzate , rimangono zitte anche quando gli investigatori fanno irruzione nell’abitazione e non chiedono aiuto, sebbene sentano dei rumori accanto alla loro cella.
Davanti alla televisione belga, che ha ripreso e diffuso in tutto il mondo il ritorno a casa delle due ragazzine, la madre di Laetitia e sua figlia hanno raccontato come è avvenuto il rapimento e i giorni della segregazione.
Laetitia il 9 agosto si trovava davanti al complesso sportivo, quando uno sconosciuto le ha chiesto un’ informazione. Lei ha risposto, ma un altro uomo l’ ha presa per la gola e, impedendole di gridare, l’ ha spinta dentro un furgone bianco.
Le hanno quindi somministrato delle gocce e delle pillole, che la ragazza è riuscita a sputare, infine è stata costretta ad ingoiare sette pillole con altre gocce, che l’ hanno addormentata. Quando si è svegliata era nella cella dove è stata trovata dalla polizia.
Laetitia racconta di aver dormito per tutti i primi tre giorni. Sabine era in quel posto da qualche mese e stava male, era al limite delle forze, aveva paura di non farcela a rivedere la sua famiglia.
Dutroux aveva chiesto a Laetitia, visto che i suoi genitori non volevano pagare il suo riscatto, se preferiva essere uccisa o restare lì come Sabine. Laetitia aveva risposto di stare con Sabine.
Le due ragazze vengono liberate dalla polizia il 15 agosto solo dopo l’ arresto di Marc Dutroux (avvenuto il giorno 13) e grazie alla rivelazione del luogo dove erano detenute.
SARA DI MARZIO 31-07-2006
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