Joachim Kroll
Soprannome: Il cacciatore della Ruhr
Luogo omicidi: Duisburg e dintorni (Germania)
Periodo omicidi: 1955 – 1976
Numero vittime: 14 +
Modus operandi: mutilazione vittime, cannibalismo, pedofilia.
Cattura e Provvidementi: deceduto in carcere il 1 luglio 1991
Joachim Kroll nacque il 17 aprile del 1933, a Hindenburg, nella Slesia Superiore (Germania), in una famiglia molto povera e gravata dal peso di otto figli da crescere.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il padre di Joachim fu fatto prigioniero in Russia e non fece più ritorno a casa, pertanto la situazione economica di casa Kroll peggiorò ulteriormente.
Dopo la guerra, la famiglia si trasferì nel nord della Germania, dove affittò una casa con solo due camere, decisamente poche per nove persone. Mentre la madre si districava tra mille lavoretti giornalieri giusto per tirare avanti, il piccolo Joachim, a differenza dei suoi fratelli, frequentava con scarso successo la scuola ed era spesso in conflitto con le sei sorelle, da lui poco sopportate.
All’inizio del 1955, il ventiduenne Kroll perse anche la madre. L’evento risultò per lui traumatico, tanto che da lì a poco avrebbe commesso il suo primo omicidio.
La prima vittima di Kroll fu una 19enne di nome Irmgard Strehl, l’8 febbraio del 1955.
I due si incrociarono per caso nelle vicinanze di Walstede. Alta, bionda e carina, la ragazza attirò l’attenzione del mostro che, avvicinandola, tentò un approccio, prima offrendole la propria compagnia e quindi tentando di baciarla. Pieno di rabbia a causa del comprensibile rifiuto della giovane, Kroll trascinò Irmgard in un fienile, dove la violentò ripetutamente per poi strangolarla. Compiuto l’omicidio, Kroll tagliò via alcune parti del cadavere.
La ragazza fu ritrovata solo cinque giorni dopo.
La successiva vittima, fu una 12enne di nome Erika Schuletter, adescata nei pressi di Kirchhellen nel 1956. La bambina fu avvicinata con l’offerta di caramelle, poi portata in un vicolo buio dove fu stuprata e strangolata.
Il corpo fu ritrovato dopo 24 ore, ma la polizia non collegò questo delitto con quello precedente.
Per qualche misterioso motivo, Kroll interruppe la sua furia omicida per tre anni, fino al 17 giugno 1959, quando si spostò vicino a Rheinhausen per compiere il suo terzo omicidio.
La vittima fu la giovane Klara Frieda Tesmer, di 23 anni, inseguita e molestata all’uscita di una locanda. Questa volta, la ragazza ebbe una reazione decisa, tanto che il mostro fu costretto ad una faticosa colluttazione prima di riuscire a soffocarla. In seguito, violentò il cadavere e lo mutilò.
Il 26 luglio dello stesso anno, il girovago Kroll colpì presso Bredeney, a sud di Essen, mettendo a segno il delitto che gli valse il soprannome di “Cacciatore della Ruhr”.
La vittima, la 16enne Manuela Knodt, fu stuprata e mutilata. L’assassino le asportò parti di tessuto da entrambe le natiche e dalle cosce che, per la prima volta, mangiò. L’atto di cannibalismo piacque molto a Kroll: in seguito sarebbe diventato parte integrante del suo modus operandi, al pari delle violenze sessuali e dello strangolamento.
Il 23 aprile del 1962, nei pressi di Rees, vicino a Walsum, fu la volta della tredicenne Petra Griese.
Questa volta, dopo la violenza e l’uccisione, alla vittima furono asportate entrambe le natiche, la mano sinistra e l’avambraccio.
A differenza delle altre occasioni, “il cacciatore” non si spostò da Walsum per compiere il successivo omicidio. Il 4 giugno, la tredicenne Monica Tafel scomparve, mentre andava a scuola.
Il corpo fu ritrovato poco distante, vicino ad un campo, privo delle natiche e della parte posteriore delle cosce.
Sempre nello stesso anno, Kroll uccise Barbara Bruder, di dodici anni, a Burscheid. In questo caso, non asportò nessuna parte del corpo, probabilmente per confondere le indagini.
Prima di ricominciare la sua folle carneficina, Kroll aspettò altri tre anni.
Il 22 agosto del 1965, il cacciatore attaccò una coppia di giovani che si trovava in macchina vicino ad un lago nei pressi di Duisburg. Mentre i due si baciavano, Kroll, senza farsi notare, forò una ruota per attirarli fuori dalla vettura. In seguito, appena il malcapitato Hermann Schmitz, attirato dallo strano rumore, fu sceso dal veicolo, il cacciatore lo sorprese colpendolo ripetutamente al cuore con un pugnale.
La ragazza invece, senza perdere tempo, accese il motore e si allontanò dal luogo.
In stato di confusione, raccontò tutto alla polizia ma, nonostante la precisa descrizione fornita, gli inquirenti non riuscirono a concludere nulla.
Kroll si prese una pausa di circa un anno, fino a quando, il 13 settembre del 1966, a Marl, vide una coppietta che stava passeggiando in un parco. Appena il fidanzato salutò la ragazza e si diresse da un’altra parte, Kroll la prese per il collo uccidendola.
Dopo circa tre mesi, il cacciatore colpì ancora. Questa volta toccò a Ilona Harke, di cinque anni, incontrata a Essen. Adescata con la promessa di regali, la bambina venne convinta dal killer a salire su di un treno diretto a Wuppertale.
Arrivati a destinazione, i due proseguirono a piedi in un luogo isolato. Kroll desiderava vederla annegare e così fece. Una volta uccisa, le asportò via le natiche e le spalle.
Il 1967 sembrò essere l’anno buono per la sua cattura.
In quel periodo, Kroll si era stabilito per un certo periodo a Grafenhausen, attirando le simpatie di molti bambini del luogo che cominciarono a chiamarlo “zio”.
Una mattina, dopo aver attirato una bambina di 10 anni in un campo con la promessa di mostrarle un animaletto, le fece vedere invece alcune foto oscene, con la speranza di eccitarla. La bambina rimase naturalmente sconvolta, tentò di fuggire, ma l’uomo la afferrò per il collo…
Proprio in quell’istante, suonò una sirena di una miniera poco distante e l’uscita dei minatori mise in fuga il mostro, che scappo dalla città il giorno stesso.
Quando gli adulti del villaggio trovarono la bambina, questa era ancora viva, ma in coma. Al suo risveglio, dopo circa una settimana, raccontò ai genitori cosa fosse accaduto, ma loro non fecero nessuna denuncia per paura di una possibile ritorsione.
I continui spostamenti adottati da Kroll, a volte in treno, altre in autobus, fanno riflettere sulla sua scaltrezza: un soggetto lucido e freddo che riusciva a far perdere continuamente le sue tracce. Anche sulle scene dei suoi delitti non fu mai trovato alcun indizio capace di far risalire gli inquirenti a lui.
Il “cacciatore” tornò a colpire il 12 luglio 1969, a Hueckeswagen, rivolgendo questa volta le sue attenzioni alla 61enne Maria Hettgen: irruppe in casa sua, la strangolò e abusò del suo cadavere.
Dopo circa un anno, il 21 maggio del 1970, Kroll si dedicò nuovamente ai bambini, tendendo un imboscata alla 13enne Jutta Ranh a Breitscheid: dopo averla strangolata, le tagliò un braccio e parte delle spalle, abbandonando poi il cadavere dietro ad un casolare.
Nel 1976, a Dinslaken Voerde, Karin Toepfer di 10 anni, fu fermata dal cacciatore con la scusa delle solite caramelle mentre andava a scuola e fece la stessa fine delle altre: dopo uno stupro ripetuto, Kroll la strangolò e le tagliò parte delle natiche e delle spalle.
Il suo ultimo crimine si consumò nelle vicinanze della sua città, a Lara, un sobborgo di Duisburg.
Il 3 luglio del 1976, una bambina di 4 anni, Marion Ketter, scomparve da un cortile vicino all’abitazione di Kroll.
Mentre interrogava gli inquilini porta a porta, la polizia venne a sapere da uno degli interpellati che c’era una tubatura di un bagno del piano superiore della loro colonna di appartamenti che era ostruita dalla presenza di carne.
L’intervento di un idraulico, coadiuvato da un medico legale, portò ad un’agghiacciante scoperta: dalle tubature furono estratte parti di polmone di bambino, i reni, gli intestini ed un cuore.
Subito dopo i poliziotti bussarono alla porta di Kroll per ricevere delle delucidazioni sul fatto e ottennero la risposta che si trattava di un coniglio.
Sicuri di aver trovato il cacciatore, gli investigatori chiesero all’uomo di farli entrare nell’appartamento e ben presto, messo alle strette, il mostro ammise la sua colpevolezza confermando che i resti erano della piccola Ketter.
Non era tutto: all’interno della casa, i detective trovarono una pentola piena di acqua bollente nella quale una manina si stava cocendo assieme a delle verdure, mentre nel freezer furono rinvenuti dei sacchetti pieni di carne umana.
Davanti a quell’orrore, i poliziotti rimasero pietrificati e il predatore fu prontamente arrestato.
Al processo, il 4 ottobre del 1979, il sospettato ammise tutti quanti gli omicidi: ben 14, ma si presume che fossero molto di più, visto che lo stesso Kroll dichiarò di non ricordarseli tutti.
Nell’aprile del 1982, il cacciatore fu condannato alla massima pena: l’ergastolo.
Il 1 luglio del 1991 morì a causa di un attacco cardiaco, chiudendo così una vicenda orribile che per venti lunghi anni aveva fatto tremare Duisburg e dintorni.
LUIGI PACICCO 13-09-2006
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