H.H.Holmes
Soprannome: The Torture Doctor
Luogo omicidi: Englewood (U.S.A.)
Periodo omicidi: 1890 – 1894
Numero vittime: 133 +
Modus operandi: si divertiva ad uccidere le sue vittime in una camera a gas e poi le gettava nell’acido
Cattura e Provvidementi: giustiziato per impiccagione il 7 maggio 1896
H.H. Holmes è indubbiamente il più celebre serial killer del diciannovesimo secolo degli Stati Uniti, nonché il più prolifico e il più depravato.
L’interesse per questo serial killer sta conoscendo proprio in questo periodo un rinnovato interesse, con la pubblicazione l’anno scorso (2004) di un film-documentario su dvd.
Nel momento in cui sto scrivendo questa biografia, esiste anche il progetto di un film hollywoodiano prodotto da Tom Cruise e Leonardo di Caprio sulla storia del serial killer in questione.
H.H. Holmes nacque come Herman Webster Mudgett a Gilmanton, nel New Hampshire, il 16 maggio 1860 in una famiglia di devoti metodisti. Herman era il terzogenito della famiglia con un fratello e una sorella più grandi di lui. Per quanto riguarda i genitori, si sa che il padre Levi Horton Mudgett era un uomo violento ed autoritario, mentre sua madre Theodate Page Price era una minuta donna sottomessa. Mrs Mudgett faceva tutto ciò che suo marito le comandasse di fare ed Herman crebbe aspettandosi che tutte le donne si comportassero come sua madre.
Mudgett iniziò ad andare bene a scuola fin dalle elementari, dimostrando una notevole intelligenza, personalità e una capacità di influenzare altre persone. Il suo sogno fin da bambino era quello un giorno di diventare un dottore.
A partire dalla pubertà, il suo hobby preferito divenne quello di uccidere e smembrare animali randagi. Herman era estremamente affascinato dall’anatomia e spesso conduceva esperimenti crudeli sulle sue prede.
Nel 1878, all’età di 18 anni, si sposò con una sua coetanea di nome Clara Lovering. Tutto sembrava andare per il verso giusto nella vita di Mudgett se non fosse che nel 1884, all’età di 24 anni, venne espulso dalla University of Michigan Medical School dopo essere stato scoperto a rubare cadaveri nell’ambito di alcune frodi che aveva escogitato per truffare una società di assicurazioni: Herman rubava i cadaveri dal laboratorio dell’Università, li sfigurava e poi cercava di spacciarli per parenti morti in incidenti, in modo da intascare i soldi della loro assicurazione sulla vita. Nello stesso tempo, insieme ad alcuni complici dell’Università, aveva condotto varie frodi, denotando già quel comportamento criminale che poi diventerà una costante di tutta la sua vita.
Nell’estate 1886, Mudgett decise di lasciare la moglie e trasferirsi da solo a Englewood, in Illinois, una località nell’area di Chicago, abitata da famiglie di ceto medio-alto che poi negli anni venne inglobata totalmente dalla grande Chicago. Insieme alla sua residenza, Herman decise di cambiare anche il suo nome, modificandolo in Henry Howard Holmes che, a suo modo di vedere, suonava meglio rispetto ad Herman Webster Mudgett.
Arrivato nella prosperosa Englewood, Holmes cominciò a leggere gli annunci alla ricerca di qualcosa di interessante. La sua attenzione si soffermò sull’annuncio di una donna, che cercava un aiutante per la sua farmacia. Poteva essere l’occasione giusta per lui.
La farmacia, che si trovava sulla 63esima strada, era gestita dalla sessantatreenne Sig.ra Holton che faceva sempre più fatica a gestire la farmacia, dato che tutto il lavoro pesava sulle sue spalle essendo suo marito gravemente malato di cancro alla prostata. La signora Holton desiderava riposarsi un po’ e dedicare più tempo al marito. La loro abitazione era situata proprio sopra alla farmacia.
Un giorno di tarda estate, si presentò in negozio un giovane molto curato, con vestiti alla moda e gemelli d’oro che ornavano i suoi polsini bianchi inamidati. La prima impressione che la donna ebbe del giovane fu di una rara eleganza e grazia e gli chiese se poteva esserle utile in qualche cosa. Il giovane si tolse immediatamente la bombetta e, dopo essersi presentato come il Dr. Holmes, disse di essere venuto per l’annuncio.
L’anziana spiegò che suo marito era gravemente malato e che lei, da sola, non riusciva più a gestire la clientela. Inoltre desiderava al tempo stesso dedicarsi maggiormente al marito che aveva sempre più bisogno di cure ed attenzioni. Appoggiato il suo bastone da passeggio, Holmes diede immediatamente una prova pratica delle sue capacità preparando la prescrizione per il marito, manovrando con eleganza bottiglie, macinando polveri con mortaio e pestello e infine versando agilmente la polvere in una busta per completare l’ordinativo. Entusiasta, la Sig.ra Holton assunse Holmes senza neanche chiedergli le credenziali che non vennero mai controllate. La donna non poteva neanche immaginare che, solo pochi mesi prima, Holmes aveva avvelenato per profitto una donna, mescolando polveri e sostanze con la stessa identica grazia…
Una volta assunto, il fantomatico Dr. Holmes riuscì subito ad aumentare il giro di affari della farmacia. Il suo bel aspetto e il suo modo di fare faceva si che le signore tornassero spesso. Questa cosa deliziò la Sig.ra Holton che così poteva dedicare più tempo al marito morente.
Quando il marito della Sig.ra Holton inevitabilmente esalò l’ultimo respiro, Holmes intravide una grossa opportunità per impossessarsi della farmacia e avvicinandosi alla vedova, mostrandosi dispiaciuto per la morte del marito, le consigliò di riposarsi andando in pensione. La Sig.ra Holton inizialmente era scettica, ma Holmes le offrì una proposta difficile da rifiutare: lui avrebbe lavorato in farmacia e le avrebbe passato mensilmente un reddito dandole la possibilità di rimanere nella casa sopra la farmacia.
La Sig.ra Holton, stanca dopo tanti anni di lavoro, allettata dalla prospettiva di avere un reddito mensile fisso senza dover lavorare e di mantenere al tempo stesso la sua casa, decise di accettare la proposta e vendette la farmacia al Dr. Holmes.
Holmes tuttavia non pagò mai i soldi che aveva promesso e la donna lo citò in giudizio, ma prima ancora che qualcuno si occupasse della questione, scomparve improvvisamente. Quando i clienti chiesero di lei, il Dr. Holmes disse loro che Mrs. Holton si era trasferita in California, troppo turbata dopo la morte del marito per vivere nelle stesse stanze dove egli aveva vissuto. Nessuno seppe mai dove la donna finì e il suo corpo non fu mai ritrovato. L’unica cosa certa è che a farla scomparire fu proprio il Dr. Holmes.
Nel 1887, mentre ancora era sposato alla prima moglie, Holmes si sposò con un’altra donna, una certa Myrta Belknap, ma il matrimonio non fu felice: Holmes la trattava con atteggiamento sprezzante di superiorità e la sgridava duramente di fronte ai clienti, creando situazioni imbarazzanti. Holmes inoltre, le impediva di interferire nei suoi affari. Alla fine, dopo averla messa incinta, la spedì a casa dei genitori di lei, dove rimase. La coppia non si prese mai la briga di procedere al divorzio, lasciando le cose così come stavano.
Con i profitti della farmacia e con i proventi di alcune frodi ben congegnate, Il Dr. Holmes cominciò la costruzione del suo “Castello” nella stessa strada dov’era situata la farmacia.
Durante la costruzione dell’edificio di tre piani, Holmes assunse e licenziò centinaia di lavoratori, adducendo ogni volta varie scuse. In qualche caso si rifiutò anche di pagarli, provocando dei frustranti (per chi non era pagato) contenziosi che alla fine si risolvevano in un nulla di fatto.
Nessuno sa con precisione quando Holmes conobbe il suo assistente Benjamin Pitezel,
ma è probabile che la loro associazione iniziò intorno al novembre 1889, alcuni suppongono che Pitezel, un uomo dai mille mestieri, con una famiglia numerosa da mantenere e abituato anch’esso a truffare e frodare il prossimo, sia stato il vero architetto del “Castello” di Holmes.
La vera ragione per cui Holmes assumeva e licenziava in continuazione lavoratori, era perchè nessuno si accorgesse del vero obiettivo per cui stava costruendo questa immensa costruzione esteticamente molto bella, ma al tempo stesso inquietante.
Il Castello di Holmes altro non era che una vero e proprio castello degli orrori, con stanze segrete, passaggi segreti, scale che non portavano da nessuna parte, corridoi occulti, stanze isolate acusticamente, occhi magici sparsi ovunque, pareti scorrevoli e persino camere a gas che Holmes controllava dalla sua camera da letto. Molte delle stanze avevano inoltre soffitti bassi o trappole nei pavimenti.
Quest’edificio da incubo era il vero e proprio regno di Holmes e fu completato nel maggio 1890.
Il primo piano era occupato da negozi esclusivi, compresa la sua nuova farmacia che era stata spostata, ma il resto della struttura era una trappola mortale per chiunque vi entrasse. Holmes aveva equipaggiato varie stanze come camere da tortura, dotate di attrezzatura chirurgica. In queste stanze l’uomo faceva a pezzi le sue vittime, le scarnificava e talvolta conduceva esperimenti o praticava torture su di esse per puro diletto. Per non parlare della camera a gas che controllava dalla camera da letto: Holmes azionava il gas letale e poi si divertiva a vedere attraverso un occhio magico come le sue vittime reagivano; sembra che questa attività gli desse un particolare e malvagio piacere, talvolta quando non gli bastava vedere le sue vittime contorcersi nell’agonia, infiammava il gas in modo da incenerirle. Dopodiché, attraverso delle botole nascoste, i cadaveri venivano fatti scivolare in una cantina segreta, dove li attendeva una grossa fossa piena d’acido per farli scomparire dalla faccia della terra.
Non c’era limite alla malvagità di quest’uomo.
Ma chi erano gli sfortunati che cadevano nelle grinfie di questo terribile carnefice?
Generalmente turisti, donne che venivano a Chicago per assistere al “World’s Fair”, la Grande Esposizione di Chicago che si tenne nel 1892 in occasione dei 400 anni dalla scoperta dell’America, durante la quale ben 27 milioni di persone giunsero in città. Tra le vittime rientrarono anche clienti di Holmes e persino persone che lavoravano per lui.
Il sadico dottore si divertiva a torturare ed uccidere tutte queste persone, per poi approvvigionare di cadaveri freschi le scuole mediche che lo pagavano 25$, talvolta anche 50$, per ogni corpo.
In altri casi, eliminava tutte le carni di giovani e graziose donne sulla sua tavola di dissezione. Gli scheletri finivano poi in esposizione nelle Università di medicina.
Mentre veniva ultimato il “Castello”, che faceva bella mostra di sé sulla 63esima strada, l’impero di Holmes, ancora 30enne e nel pieno delle sue forze, era in continua crescita.
Nel 1890, il presunto Dottore mise un annuncio sui giornali, alla ricerca di un manager che lo aiutasse nella gestione del suo impero economico. Al suo annuncio rispose, tra gli altri, un certo Ned Conner, un uomo molto simile a Benjamin Pitezel, che passava da un lavoro all’altro trascinando con sé moglie e figli.
Quando Ned rispose all’annuncio e fu assunto da Holmes pensò che tutti i suoi problemi fossero finiti, ma non era esattamente così. Ned era sposato con Julia Smythe, una bellissima donna alta 1.82m, con occhi verdi e capelli castano-rossastri. Holmes ne rimase subito piacevolmente colpito tanto che licenziò immediatamente il suo cassiere per far posto a lei.
Entusiasmata dalla sua buona fortuna, Julia invitò a Chicago anche sua sorella Gertie, di 18 anni. Holmes si infatuò anche di Gertie. La portò con sé in gite romantiche, a vedere le zone più interessanti della città e standole sempre vicino, fino a quando un giorno manifestò il suo amore dicendosi pronto a divorziare dalla moglie per lei. Gertie rimase atterrita da quella proposta, lo rimproverò e immediatamente confessò la cosa al suo cognato Ned, che fece in modo di farla tornare a casa, nella cittadina di Muscatine.
Rifiutato da Gertie, Holmes rivolse le sue attenzioni su Julia, sebbene sposata, e in breve tempo divenne chiaro a tutti che i due erano diventati amanti. Ned fece finta di niente, accettando l’infedeltà della moglie come il prezzo da pagare per aver finalmente trovato un ottimo lavoro.
Un giorno però, in un bar vicino, tutti i suoi amici gli fecero presente quello che lui già sapeva, cioè che sua moglie era diventata amante di Holmes e che non faceva neanche niente per nasconderlo. Fu a quel punto che, sentendosi profondamente umiliato, Ned decise di affrontare il discorso con Julia. La donna prima negò la relazione, ma alla fine, messa davanti all’evidenza, ammise che era l’amante di Holmes e si prese beffe di Ned dicendo che rispetto ad Holmes non valeva niente: “Lui mi ama, è bello, è curato, è un uomo di successo, è intelligente, tutto ciò che tu non sei. Tu non potresti nemmeno lucidargli le scarpe!“. La discussione andò avanti per alcune ore, fino a quando Ned Conner ne ebbe abbastanza e scese a dormire sul pavimento del salone.
Julia continuò ad essere l’amante di Holmes, fregandosene altamente del marito e rimanendo anche incinta dallo stesso Holmes. A quella notizia, Ned se ne andò via dal “Castello” e fece domanda per il divorzio dopo essersi trovato un’altra donna.
Julia, nel frattempo, si era legata talmente tanto ad Holmes da diventare quasi una minaccia per i suoi loschi affari. Un giorno, l’uomo l’affrontò e le disse che l’avrebbe presto sposata, a patto però che lei abortisse.
Julia non era molto d’accordo, ma alla fine accettò per amore di Holmes. Siccome il suo innamorato le aveva sempre detto di essere un dottore, lei immaginò che avesse già praticato molte volte degli aborti, perciò si affidò ciecamente nelle sue mani: il 24 dicembre 1891, Julia accettò e chiese ad Holmes di praticare lui l’aborto.
L’assassino non aspettava altro. La condusse in una buia stanza al primo piano, all’interno della quale vi era un grezzo tavolo operatorio che metteva i brividi solo a vederlo e sul quale fece stendere Julia.
Singhiozzando, la donna afferrò il braccio del suo amore mentre lui si apprestava a praticare l’operazione. Quello fu il suo ultimo gesto prima di essere narcotizzata ed uccisa insieme al bambino che portava in grembo, pronta ad essere riutilizzata per essere trasformata in denaro….
Una delle persone che lavoravano per Holmes era un certo Charles M. Chappell. Charles aveva partecipato ai lavori del “Castello” sin dal 1889 e ci lavorava ancora. Prima di lavorare con Holmes, aveva lavorato nell’edificio della Bennett Medical School e, curioso di natura, pur non essendo il suo mestiere, osservando il lavoro degli altri aveva acquisito un’insolita abilità nell’articolare gli scheletri destinati all’esposizione.
Cosciente di questa sua abilità, un giorno, poche settimane dopo aver ucciso Julia, Holmes lo convocò nel suo studio chiedendogli se desiderava ricevere un consistente premio in soldi in cambio di un favore. Charles rispose affermativamente ed Holmes gli disse che avrebbe gradito utilizzare la sua abilità speciale nell’articolare scheletri.
I due uomini scesero nella buia sala operatoria al primo piano, dove sul tavolo operatorio stava un cadavere completamente spellato e con grosse quantità di carne già asportate. Charles ironizzò sul fatto che sembrasse un coniglio spellato, senza immaginare minimamente che quello che aveva di fronte era ciò che rimaneva dell’ex cassiera Julia, misteriosamente scomparsa da qualche settimana. Chappell pensava semplicemente che fosse un cadavere su cui il Dr. Holmes aveva eseguito un’autopsia e fu felice di collaborare, strappando via tutta la carne che rimaneva ed articolando lo scheletro, pronto per essere esposto. Per quel lavoro Holmes gli offrì 36$ dopodiché vendette lo scheletro all’Hahnemann Medical College per 200$.
Un certo Dott. Pauling, rapito da quello scheletro, decise di metterlo nel proprio studio privato, rimirandolo più volte durante le sue giornate e chiedendosi per chissà quale motivo fosse morta quella donna: tubercolosi? Parto? Attacco cardiaco? Il Dott. Pauling passò intere giornate a fantasticare su quello scheletro, mostrandolo con orgoglio ai suoi visitatori, anche perché era uno scheletro di una donna alta 1.82m, quindi piuttosto raro, ed era stato articolato benissimo….
Un’altra vittima che si infatuò fatalmente di Holmes fu Emeline Cigrand, una stenografa di Lafayette (Indiana) che, a partire dal luglio del 1891, lavorava a Dwight in Illinois, in un sanatorio per alcolizzati. In quel periodo si trovava nel sanatorio anche Benjamin Pitezel, il collaboratore di Holmes, nonché suo complice in svariate truffe e forse, come già detto, anche nella progettazione del “Castello”. Pitezel rimase affascinato dalla bellezza di Emeline e le parlò del suo lavoro con un uomo bello e ricco qual era Holmes.
Pitezel parlò poi della sua nuova conoscenza con lo stesso Holmes che, intrigato, decise di scrivere a questa ragazza offrendole un lavoro nel suo “Castello”, promettendole un guadagno mensile superiore del 50% rispetto a quello che la donna percepiva al sanatorio. La ragazza accettò e prese dimora in una pensione a poche centinaia di metri dal “Castello”.
Holmes cominciò a sedurla, facendole fare gite turistiche per Chicago, comprandole fiori, offrendole cene, gioielli e facendole tanti complimenti. Emeline finì per innamorarsi e scrisse una lettera alla famiglia parlando del suo nuovo innamorato che presto l’avrebbe sposata. Holmes tuttavia le raccomandò di utilizzare uno pseudonimo al posto del suo vero nome, in modo da non rovinare il suo imminente divorzio con Myrta. Emeline cadde nel tranello scrivendo di aver conosciuto un certo Robert E. Phelps, un uomo ricco, bello, che presto l’avrebbe sposata e poi portata in un lungo viaggio di nozze in giro per il mondo.
Qualcuno vicino a lei l’avvertì che Holmes poteva non essere esattamente quello che voleva sembrare, ma Emeline non volle sentire ragioni, ormai ne era innamorata e voleva andare fino in fondo, sicura di aver trovato l’uomo della sua vita.
Holmes in questo caso progettò di uccidere Emeline non per profitto bensì per perversa e malata libidine. Soltanto attraverso la sofferenza, la tortura e la morte, Holmes poteva raggiungere l’apice del piacere ed aveva intenzione di usare Emeline per il suo esclusivo e intenso piacere.
Un giorno del 1892, l’uomo disse ad Emeline di recuperargli delle buste nella camera blindata ed Emeline scattò subito per eseguire la richiesta dicendo “Certamente!”. Entrata nella camera blindata, cominciò a cercare le buste mentre intanto la luce dall’altra stanza venne a mancare.
La giovane non si accorse che Holmes aveva chiuso la porta della camera blindata finché non si ritrovò completamente immersa nel buio, tanto da sbattere la sua faccia contro il freddo metallo della porta.
Improvvisamente la ragazza si rese conto che la sua vita era in pericolo e che rischiava una delle peggiori morti possibili, soffocando lentamente dopo aver bruciato tutto l’ossigeno presente in quella stretta camera blindata fredda e buia. Emeline cominciò ad urlare e, man mano che i secondi passavano, le sue grida si facevano sempre più profonde e gutturali, assolutamente disperate. Holmes sentì la vibrazione delle sue urla appoggiando l’inguine sulla porta e iniziò terribilmente ad eccitarsi. Esaltato dal potere di vita o di morte che aveva su quella ragazza in preda al panico, che urlava e sbatteva sulla porta come un animale in gabbia, Holmes si eccitò e cominciò a masturbarsi ascoltando le continue grida di Emeline. Dopo aver raggiunto un intensissimo orgasmo, Holmes ritornò a lavorare mentre intanto come sottofondo aveva ancora le grida e il pianto di Emeline che durarono per ore, fino a tramutarsi in un rassegnato silenzio.
Dopo averla tenuta rinchiusa per un tempo sufficiente a farla morire di soffocamento, Holmes riaprì la camera blindata e portò il suo cadavere nella sala operatoria, dove lo privò completamente della pelle e di numerose porzioni di carne, prima di preparare un perfetto scheletro insieme al suo fido Charles M. Chappell. Lo scheletro di Emeline Cigrand venne venduto al LaSalle Medical School e fu pagato molto bene.
Julia e Emeline non furono le uniche donne che lavorarono per Holmes a morire. Altre, pur non intraprendendo con Holmes relazioni sentimentali, subirono la stessa fine. D’altronde, uno dei requisiti fondamentali per poter lavorare per Holmes, era firmare una polizza assicurativa di 5.000$ sulla vita, non si sa mai che potesse tornare utile….
Ad esempio tornò utile con Jennie Thompson, una ragazza di 17 anni, che aveva detto ai genitori che sarebbe andata a New York e che invece era rimasta a Chicago all’insaputa di tutti. Una vittima perfetta per Holmes. Anche lei, come Emeline Cigrand, venne uccisa nella camera blindata che divenne la sua tomba. Dopo che fu soffocata, Holmes la portò poi nella sua sala operatoria dove le strappò tutta la pelle e la carne facendola diventare un altro perfetto e lindo scheletro che poi vendette alla University of Illinois Medical School.
Holmes uccideva in gran quantità anche donne e uomini (ma sopratutto donne) che affittavano stanze nel suo “Castello”, in particolare se c’era da farci dei soldi. Come accadde alla Sig.ra Pansy Lee, una vedova di New Orleans che si trovava a Chicago per turismo. Quando Holmes venne a sapere da lei che nascondeva 4.000$ in un doppio fondo del suo baule, le propose di mettere il baule nella camera blindata, pianificando poi di chiuderle la porta alle spalle come aveva già fatto in altre occasioni, ma la donna non accettò l’offerta.
Senza darsi per vinto, Holmes uccise brutalmente la donna e poi carbonizzò il suo cadavere nel forno crematorio che teneva in una delle sue stanze segrete, quindi si impossessò dei 4.000$ con tutta calma.
In un’altra occasione, Holmes approfittò dei problemi, della fedeltà, e della complicità di un suo servitore per avere altri 3 cadaveri da “scheletrificare” e vendere, compreso quello di un bambino.
Un certo Pat Quinlan, che lavorava nel “Castello” ed aveva una relazione extra-coniugale con una sua collega, aveva il problema che presto sua moglie, che viveva in Ohio, sarebbe venuto a farle visita e l’amante, che aveva avuto anche una figlia da lui, minacciava di dire tutto alla moglie dell’uomo. Per evitare che le due donne si incontrassero, Pat decise di nascondere l’amante, sua sorella e la loro figlia nella segreta camera a gas, che all’apparenza era una stanza normale. Le malcapitate furono successivamente asfissiate e come al solito i loro scheletri furono venduti.
Tra un’uccisione e l’altra, Holmes si innamorò di nuovo e questa volta sembrava non intenzionato ad uccidere la sua preda. La ragazza in questione si chiamava Georgiana Yoke ed era in visita a Chicago per turismo. Per attirare la sua attenzione, Holmes si inventò mille bugie e alla fine riuscì a instaurare un rapporto sentimentale con la giovane.
Quando lui le propose di sposarlo, Georgiana accettò, senza sapere che Holmes era già sposato due volte, che aveva un figlio e che aveva un’amante da almeno un anno, una certa Minnie Williams, complice occasionale dell’assassino che finirà per diventarne anche vittima nel 1894.
Holmes e Georgiana Yoke fissarono la data del matrimonio nell’inverno del 1893, ma nel frattempo i creditori cominciavano a farsi sotto e a minacciare il Dottore di togliergli il “Castello“.
Holmes, sentendosi con le spalle al muro, pianificò una rapida ritirata con la futura sposa Georgiana e con l’amante Minnie Williams. Alcune settimane dopo che Georgiana aveva accettato la proposta di matrimonio di Holmes, Pat Quinlan diede fuoco al “Castello” distruggendolo in gran parte.
Come al solito, Holmes aveva previsto di lucrarci in qualche modo sopra, avendo assicurato l’edificio con molte società per un totale di 25.000$, ma un investigatore particolarmente acuto gli mandò a monte il piano dopo aver notato che l’incendio era partito da diversi punti ed era quindi certamente doloso. Holmes non venne per il momento accusato di nulla ed era libero tuttavia non poté incassare un dollaro dalle assicurazioni.
Dopo aver fallito nel suo intento, senza darsi per vinto, l’assassino cercò subito di escogitare altre frodi e convinse il suo ex-assistente, Benjamin Pitezel, a partecipare ad un progetto di truffa che avrebbe segnato la fine sua e della sua famiglia.
Secondo il piano, Pitezel doveva stipulare un’assicurazione sulla vita per 10.000$, presso la Fidelity Mutual Life of Philadelphia, poi Holmes ne avrebbe simulato la morte. A morire al posto di Pitezel sarebbe stato qualcuno con le sue stesse misure e al quale sarebbe stato sfigurato il viso fino ad renderlo irriconoscibile. Il piano comportava che Pitezel si nascondesse senza dire nulla alla famiglia, ma Pitezel non poteva andarsene senza dire nulla a sua moglie così decise di raccontarle il piano. La donna, turbata e prevedendo il terribile pericolo a cui andava incontro suo marito, lo pregò di cambiare idea, ma Pitezel ormai aveva deciso e le disse che se avesse letto sui giornali che era morto non doveva crederci. Dopodiché lasciò Chicago.
Nel frattempo, i creditori di Holmes, convinti dall’ipotesi dell’incendio doloso, unirono le proprie forze, si procurarono un avvocato e minacciarono l’insolvente di denunce penali.
Il 22 novembre 1893, Holmes decise di scomparire momentaneamente e ricomparve solo il 9 gennaio 1894, a Denver, dove si sposò con Georgiana usando per entrambi un falso nome. Georgiana Yoke divenne Mrs. Henry Mansfield Howard.
Dopo il matrimonio la coppia si spostò a Ft. Worth, in Texas, dove si incontrò con Benjamin Pitezel. Fu proprio in Texas, suo territorio di origine, che Minnie Williams scomparve, ennesima vittima di Holmes.
A Ft. Worth, Holmes e la Yoke cambiarono di nuovo nome divenendo Mr. e Mrs. Pratt.
Con il nome di Pratt, Holmes e il suo assistente Pitezel si resero artefici di altre frodi in Texas e da lì continuarono a girovagare per gli Stati Uniti rubando e truffando, passando da New York a Philadelphia, da Memphis a Denver, fino a St. Louis. Qui, Holmes tentò di truffare la Merrill Drug Company, secondo uno schema già sperimentato a Chicago, ma questa volta non ebbe fortuna e, per la prima volta nella sua vita, finì in prigione, lasciando la sua nuova moglie ad attenderlo tra le lacrime.
Durante il suo soggiorno in prigione, Holmes conobbe Marion Hedgepeth, un criminale incallito e comunemente definito come “persona molto malvagia”, con cui si trovò subito bene, forse notando una certa somiglianza con sé stesso. Il rapporto tra i due si intensifica al punto che Holmes, abbassando le sue difese, rivelò a Hedgepeth la truffa alle assicurazioni che aveva intenzione di fare con la collaborazione di Benjamin Pitezel. Marion, dietro la promessa di 500$ di ricompensa, diede ad Holmes il nome di un avvocato corrotto che l’avrebbe aiutato nella realizzazione del suo piano. A quel punto tutto era pronto per passare all’azione.
Mentre Holmes attendeva di uscire di prigione, Pitezel arrivò a Philadelphia, aprì un ufficio brevetti fasullo, affittò un piccolo appartamento ed aspettò che il piano si realizzasse.
Quando Holmes, poco tempo dopo, uscì di prigione si incontrò a St.Louis con Jeptha Howe, l’avvocato che gli era stato raccomandato da Marion Hedgepath.
Howe si sarebbe preso cura dei dettagli della frode, quindi Holmes e la moglie Georgiana partirono per Philadelphia.
Una volta arrivato a Philadelphia, Holmes fissò un incontro che poi lo annullò perché non gli piaceva il luogo. Pitezel rimase deluso dal mancato incontro, ma presto Holmes gli disse di incontrarsi direttamente nella sua stanza. Quello fu l’ultimo accordo che Pitezel prese con il suo “fidato” datore di lavoro.
Il giorno seguente, Holmes seguì Pitezel e lo osservò entrare in una taverna locale ad ubriacarsi. Quando uscì, Holmes lo seguì silenziosamente fino al suo appartamento e, quando Pitezel riuscì ad aprire la porta di casa dopo svariati tentativi dovuti al suo stato di ubriachezza, Holmes spuntò dall’ombra e con un pezzo di stoffa imbevuto di cloroformio gli fece perdere i sensi lasciandolo accasciare al suolo. Facendo tutto molto rapidamente, Holmes prese delle fiale di sostanze chimiche che teneva in una tasca, le ruppe e le versò sul viso di Pitezel. Al contatto con la pelle ci fu un piccolo scoppio e la fisionomia di Pitezel risultò completamente distrutta. La sostanza usata per sfigurarlo era della nitroglicerina. Infine, sistemò il corpo in modo che il viso venisse colpito dai raggi del sole che sarebbero spuntati l’indomani mattina, in modo da garantire una decomposizione più rapida che avrebbe reso il viso di Pitezel ulteriormente irriconoscibile.
La mattina successiva, Holmes e Georgiana presero un altro treno per Indianapolis, dove Holmes controllò i giornali per vedere se la morte di Pitezel era stata scoperta. Alcuni giorni dopo arrivò finalmente la notizia. A quel punto, Holmes salutò sua moglie per andare a Philadelphia a concludere il suo piano.
Quando la notizia della morte di Benjamin Pitezel apparve sui giornali, la moglie Carrie diventò molto nervosa, nonostante sua figlia Dessie tentasse di calmarla, ricordandole che il padre le aveva detto di non preoccuparsi se avessero letto sul giornale che lui era morto.
L’arrivo di Holmes a Philadelphia non poteva che avvenire nel momento più giusto. Carrie ebbe un collasso e Holmes la trascinò nella sua stanza sgridandola per non aver fiducia in quello che le aveva detto Benjamin e assicurandola che suo marito non era morto. Dopo qualche ulteriore titubanza, Carrie si convinse di quello che diceva Holmes e si calmò. Tuttavia, siccome per il riconoscimento del corpo occorreva un parente, seppure Holmes era il beneficiario dei 10.000$, l’assassino convinse Carrie a lasciar andare con lui Alice, di 15 anni.
Holmes ed Alice si presentarono alla società di assicurazioni con la “procura” di Carrie Pitezel. Erano già passati alcuni giorni dalla morte di Pitezel e l’uomo era già stato seppellito, tuttavia fu emanata un’ordinanza affinché venisse riesumato per procedere all’identificazione. Gli agenti assicurativi sentivano che c’era qualcosa di storto, ma inizialmente decisero di non indagare oltre. La polizia aveva fatto un rapporto di morte accidentale, ma quello che preoccupava gli agenti assicurativi era che Pitezel aveva effettuato i pagamenti all’agenzia di assicurazione soltanto due giorni prima di morire. Nonostante tutto, lo sguardo triste e pietoso di Alice li convinse a non procedere a chiedere ulteriori indagini.
Il coroner portò all’attenzione di Alice il cadavere di Benjamin Pitezel, coprendone il viso malamente sfigurato. Alice era spaventata e nervosa, perciò si strinse forte ad Holmes per avere supporto morale. Il coroner chiese ad Alice se il padre aveva alcuni elementi distintivi ed Alice rispose “una cicatrice su un ginocchio e un neo sul collo“. Il coroner mostrò le due parti del corpo ed Alice fece segno di sì con la testa tutte e due le volte, poi disse: “Quello è mio papà, lo posso vedere anche dalle mani” scoppiando in lacrime. Intanto Holmes, impassibile, alzò la copertura sulla faccia di Pitezel e disse: “Si, questo è Benjamin Pitezel. Ha lavorato per me per un certo periodo“.
Quando l’identificazione finì, Holmes accompagnò Alice ad Indianapolis e la lasciò alla moglie, mentre intanto lui tornava a St. Louis dove, con Carrie Pitezel, si recò dall’avvocato Jephta Howe per chiudere l’affare. Carrie se ne tornò a casa con 500$ dei 10.000$ dell’assicurazione del marito e Holmes la convinse a lasciargli anche i suoi due figli, che si sarebbero congiunti ad Alice ad Indianapolis in maniera che potessero vivere in una famiglia ricca. Carrie tornò a Galva, in Illinois, e lasciò i tre figli ad Holmes.
La lunga carriera criminale di Holmes era ormai agli sgoccioli. La società di assicurazioni truffata ricevette una lettera da Marion Hedgepath che li informava della frode subita e, sebbene Hedgepath, in base a quanto riferitogli da Holmes, dicesse che il cadavere non era di Pitezel, gli agenti assicurativi rimasero convinti che si trattasse realmente di Pitezel.
Per indagare sul caso, venne nominata la Pinkerton Detective Agency. Marion Hedgepath rivelò tutto perché Holmes, da truffatore nato quale era, non gli aveva consegnato la percentuale promessa. Un errore che gli costò molto caro.
I detective dell’agenzia Pinkerton cominciarono ad accumulare una grande quantità di informazioni sulle frodi commesse da Holmes da Chicago, al Texas, a un po’ ovunque, perciò decisero di seguirlo passo passo, seppure con una certa difficoltà, poiché l’indiziato cambiava continuamente città insieme ai tre bambini e alla moglie, nell’evidente tentativo di seminare chiunque avesse intenzione di seguirne le tracce.
Finalmente, a Boston, con l’aiuto di Frank Geyer, un veterano della polizia, Holmes venne arrestato dopo che i detective intercettarono una lettera spedita a Carrie in cui le raccomandava di rimuovere dalla cantina delle bottiglie contenenti costose sostanze chimiche. Ad insaputa di Carrie le bottiglie erano riempite di nitroglicerina, la sostanza usata per sfigurare Pitezel.
Holmes si stava imbarcando per l’Europa e i detective capirono che dovevano agire in fretta. Frank Geyer aiutò i Pinkerton a circondare Holmes e ad arrestarlo con le iniziali accuse di cospirazione e frode. Poco più tardi, anche Carrie Pitezel venne arrestata e condotta a Philadelphia per aver preso parte alla truffa.
Per Holmes era finita, in breve tempo venne fuori tutta la verità.
Cominciò Carrie Pitezel a parlare, ancora convinta che suo marito fosse vivo. Quando la donna venne invece a sapere dalla polizia che Pitezel era morto, urlò contro Holmes tutta la sua rabbia e volle immediatamente sapere che fine avessero fatto i suoi figli.
Nonostante Holmes asserisse che i ragazzini erano da una ricca signora in Inghilterra, per gli inquirenti fu subito chiaro che anche loro erano stati uccisi durante i continui viaggi tra una città e l’altra. La conferma di questa intuizione arrivò qualche tempo dopo, con il ritrovamento dei corpi a Toronto in Canada, asfissiati con il gas.
La moglie Georgiana, cominciò a cooperare con la polizia dopo aver saputo che Holmes era bigamo.
Holmes era già accusato di 4 omicidi, ma era chiaro a tutti che quella non era che la punta di un iceberg. Ispezionando il suo ex “Castello”, andato in parte distrutto dalle fiamme, la polizia scoprì numerosi scheletri interi e una gran quantità di ossa semi-carbonizzate, incluso il bacino di una ragazzina di 14 anni. Holmes, nonostante le prove montanti contro di lui, insistette di non aver nulla a che fare con gli omicidi, evidentemente commessi da qualcun altro.
Intanto tutti i giornali parlarono apertamente di “camere degli orrori” e il “The Chicago Tribune” uscì con un grosso titolo: “Il Castello è una Tomba!”.
Nessuno sa di preciso quante siano le vittime di Holmes. La polizia di Chicago inizialmente calcolò approssimativamente che dovevano essere almeno 150, mentre Holmes, che successivamente confessò dettagliatamente i suoi crimini e scrisse una monografia sul suo caso, interrogato dal suo avvocato in proposito, rispose di aver ucciso 133 persone.
Herman Webster Mudgett, alias H.H.Holmes, venne processato nell’autunno del 1895 e condannato a morte tramite impiccagione.
Curiosamente, la bramosia di denaro di Holmes non terminò neanche in prigione, dato che vendette la sua monografia alla William Randolph Hearst Corporation per 10.000$, nonostante ormai gli rimanesse poco tempo da vivere e nessuna possibilità di godersi quei soldi.
Impaurito dai tombaroli, che avrebbero potuto trafugare il suo cadavere per soldi, prima di morire Holmes lasciò precise disposizioni: non voleva un’autopsia sul suo corpo e istruì gli avvocati di assicurarsi che la sua bara fosse riempita di cemento.
Le richieste vennero accettate. Holmes attualmente riposa all’Holy Cross Cemetery dentro una tomba riempita di cemento e senza lapide, sebbene il suo nome sia scritto nel registro del cimitero.
Il giorno dell’esecuzione di Holmes fu il 7 maggio 1896.
Il suo ultimo pasto consistette in delle uova bollite, un toast ed un caffè. Prima dell’esecuzione, Holmes ricevette la visita di due preti cattolici che gli concessero la comunione nonostante avesse rifiutato di pentirsi dei suoi peccati.
Quando il cappio era già intorno al suo collo, cambiò improvvisamente la sua storia dicendo che lui aveva ucciso solo due persone. Tentò di dire altre cose, ma alle 10.13 la botola sotto i suoi piedi si aprì e Holmes rimase impiccato. Secondo alcuni testimoni, l’impiccagione non era stata preparata a regola d’arte e Holmes impiegò circa 15 minuti a morire di un lento strangolamento.
Successivamente alla sua morte, i suoi avvocati respinsero un’offerta di 5.000$ per il suo cadavere e rifiutarono anche che gli venisse asportato il cervello per motivi di studio, come richiese il Philadelphia’s Wistar Institute.
Il “Castello degli Orrori” di Holmes rimase per un certo periodo un’attrazione per gli abitanti, fino a quando non venne distrutto definitivamente da un ulteriore misterioso incendio che lo distrusse totalmente.
Tempo dopo la morte di Holmes, si cercò di quantificare con più precisione le possibili vittime. Pur non potendo stabilire un numero preciso, considerando i numerosi turisti che avevano affittato camere nel suo “Castello”, sopratutto durante il “World’s Fair”, si stabilì che una cifra assai probabile potesse raggiungere almeno le 200 unità.
Eraserhead
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