Donald Gaskins

Biografie

Foto del serial killer Donald Gaskins Soprannome: Il killer nano
Luogo omicidi: South Carolina (U.S.A)
Periodo omicidi: 1969 – 1982
Numero vittime: 31 +
Modus operandi: torturava e mutilava le sue vittime.
Cattura e Provvidementi: giustiziato sulla sedia elettrica il 6 settembre 1991

Donald Gaskins nacque il 13 marzo del 1933 nella contea rurale di Florence, nel South Carolina. In quanto figlio illegittimo, non conobbe mai suo padre.
Per i primi 13 anni della sua vita, Donald fu deriso e scanzonato da familiari e amici che gli coniarono il soprannome di “Pee Wee” per la sua esigua taglia.
Gaskins fu picchiato o ignorato da ognuno dei nuovi compagni di sua madre, quasi sempre uomini brutali e di scarsa sensibilità, con l’ultimo dei quali sua madre si sposò e fece altri 4 figli.
La violenza era una parte quotidiana della vita di Gaskins, ma tuttavia lui non si definì mai come un bambino che aveva subito abusi.

Dopo aver finito la scuola dell’obbligo, a undici anni, Donald venne assunto come meccanico per una officina locale insieme a due amici chiamati Danny e Marsh, con i quali formò una banda, “Il trio dei guai”. Cominciarono con i furti di benzina dalle stazioni di servizio per passare poi ai furti con scasso all’interno di appartamenti residenziali, aiutati e consigliati talvolta dal padre di Danny, un ex-carcerato.
Dopo aver comprato un’auto con i proventi dei loro furti, cominciarono ad agire anche in zone più lontane e a frequentare prostitute a Charleston e Columbia, con le quali ebbero le loro prime esperienze sessuali.
I loro esperimenti sessuali coinvolsero in qualche caso anche dei ragazzini, ma il trio commise un errore quando un giorno decisero di stuprare la sorellina minore di Marsh.
Minacce e promesse di soldi non servirono per assicurarsi il silenzio della ragazzina e i genitori, infuriati, scaricarono tutta la loro rabbia su Gaskins e Marsh (Danny fu infatti difeso dal padre con un fucile). Trascinati in un granaio, i due ragazzi furono frustati a sangue dai genitori della ragazzina.
Il trio si spezzò, ma Gaskins in seguito trovò un altro complice e ricominciò a fare furti con scasso nei fine settimana.

Un sabato del 1946, stava rubando in una casa quando una ragazza lo sorprese in flagrante e lo minacciò con un’accetta. Gaskins, per tutta risposta, la disarmò e la colpì con due accettate, sfregiandole le gambe e la testa. La ragazza sopravvisse e identificò Donald Gaskins: il ragazzo fu trovato colpevole e spedito al South Carolina Industrial School For Boys, un riformatorio di stato nei pressi di Florence, dove Gaskins ebbe modo di essere duramente educato alla legge della violenza e a quella del più forte.
Alla sua seconda notte in custodia, gli fu teso un agguato nella doccia e fu picchiato e stuprato da un gruppo di 20 ragazzi. Per ottenere più sicurezza nel suo dormitorio, Donald fu costretto ad accettare la protezione del Boss del riformatorio, un ragazzo che in cambio di protezione esigeva sesso quotidiano ed altri servizi.
Gaskins progettò insieme a quattro detenuti la fuga da quell’inferno tredici mesi dopo il suo arrivo, ma furono tutti catturati nuovamente. Come punizione, Gaskins subì 30 frustate e 30 giorni di lavori forzati in isolamento, con fustigazioni notturne per ogni banale infrazione commessa.
Fu fatto poi tornare nel suo dormitorio al riformatorio, dal suo Boss che continuò ad abusarne.

Per la seconda fuga, Donald scelse un solo complice, ma anche in questo caso furono presto catturati e puniti con 50 frustate e 4 mesi di lavoro duro.
Quando Gaskins tornò al dormitorio trovò questa volta ad attenderlo un nuovo Boss, ancora più esigente del primo, che oltre ad abusare di lui godeva nel guardare il suo schiavo che veniva stuprato da gruppi di ragazzi.
La terza fuga decise di farla da solo. Si recò da una zia nella contea di Williamsburg, che però lo convinse a tornare in prigione perché gli promettevano clemenza.
Si trattava naturalmente di una promessa falsa. Donald fu punito con un regime di isolamento e 20 frustate ogni notte.
Dopo 7 giorni di questa punizione brutale, Gaskins reagì dando un pugno ad una guardia e a causa di questo fu spedito per cinque settimane all’ospedale psichiatrico statale della Columbia.
Durante la sua degenza, soffrì anche di una appendicite acuta che rese necessaria una operazione chirurgica d’urgenza per salvargli la vita.
Ritenuto sano di mente e adatto per la normale custodia, venne rinviato al riformatorio nel 1950, dove riuscì nuovamente a fuggire recandosi a Sumter, una vicina cittadina, dove si unì ad un circo itinerante.

Durante la sua permanenza al circo, Donald si innamorò di una ragazza di 13 anni che sposò il 22 febbraio del 1951. Successivamente fu nuovamente arrestato e passò 3 mesi in cella di isolamento.
Rilasciato al compimento del suo diciottesimo anno, provò quattro differenti lavori nei suoi primi 6 mesi di libertà, fino a trovare un impiego più stabile in una piantagione di tabacco.
Tuttavia presto mise nuovamente le mani in sporchi affari. Insieme ad un complice cominciò infatti a collaborare con vari possidenti per frodi alle assicurazioni. Intorno al natale del 1956 incendiò 6 granai, ma si sparsero rapidamente le voci sul loro conto e il suo complice decise saggiamente di fuggire in un altro stato.
Un giorno, sul lavoro, la figlia adolescente del suo datore di lavoro e una sua amica rinfacciarono a Gaskins le voci che circolavano su di lui e lui reagì picchiandole con un martello e spaccando ad entrambe il cranio. Incarcerato per incendio doloso, assalto con arma mortale e tentato omicidio, Donald fu condannato a 6 anni nella prigione di stato del South Carolina, dove entrò nell’autunno del 1952.
Qui trovò nuove facce e regole da memorizzare, ma la vita della prigione era immutata rispetto ai tempi del riformatorio.
In carcere c’erano “uomini di potere” che erano rispettati e potevano prendere ciò che volevano e altri che invece dovevano subire da tutti. Anche qui Gaskins divenne preda di un Boss e nei primi 6 mesi di detenzione fu vittima continua di brutali stupri da parte del suo compagno di cella.

Gaskins capì che l’unico modo per salvarsi da quella continua umiliazione era diventare anche lui un uomo di potere. L’unico modo per poterlo diventare era uccidere qualcuno potente che aveva il rispetto di tutti.
Si guardò intorno e scelse Hazel Brazell, l’uomo più grosso e difficile a cui potesse mirare, molto rispettato da tutti. Per ingraziarselo, cominciò a portargli alcuni doni, fino a quando un giorno, durante una delle sue visite, lo sorprese mentre si trovava seduto sulla toilette e rapidamente gli tagliò la gola.
Alle guardie raccontò in seguito di averlo ucciso durante una lotta per essere stato aggredito e si prese una condanna di 9 anni supplementari per omicidio preterintenzionale.
Passò 6 mesi in cella di isolamento e quando ne uscì la situazione per lui era cambiata: ora anche lui era una persona rispettata all’interno della prigione.
Due anni dopo sua moglie chiese e ottenne il divorzio e, abbattuto da questa notizia, nel 1955 escogitò un piano per fuggire attraverso lo scarico dell’immondizia.
Dopo aver rubato una macchina, guidò fino alla Florida dove si unì nuovamente ad un circo itinerante. Qui incontrò quella che sarebbe diventata la sua seconda moglie, anche se il matrimonio durò solo due settimane, poiché Gaskins lasciò la ragazza a casa dei suoi genitori e tornò sulla strada. Ufficialmente non divorziarono mai, ma negli anni successivi Gaskins si sposò per altre quattro volte.

Il suo nuovo amore era ora Bettie Gates, una contorsionista che lavorava con lui al circo: insieme abbandonarono l’attività e si recarono a Cookeville, in Tennessee, con un’auto rubata, dove la ragazza disse a Donald che doveva aiutare suo fratello ad uscire di prigione. In realtà anziché il fratello, si trattava del suo uomo. L’uomo scappò così di prigione e Donald venne nuovamente arrestato, condannato a 3 mesi di detenzione per aver aiutato un prigioniero a fuggire, e successivamente ad altri 6 mesi per essere stato coinvolto in una rissa nel carcere.
Tornato in South Carolina, prese un’altra condanna per aver oltrepassato i confini federali con un’auto rubata e per questo fu condannato a 3 anni di carcere nella prigione federale di Atlanta, in Georgia. Questi anni li passò in compagnia di guardie del corpo della mafia e altri personaggi di rilievo nel crimine, che per lui furono una sorta di “insegnanti”.

Nel giugno del 1961, Gaskins venne rilasciato sulla parola e tornò a vivere per qualche periodo con la madre e il patrigno, fino a quando un giorno, per un diverbio con l’uomo, Donald lo colpì e minacciò con una forca. A causa di questo gesto, fu costretto ad andarsene e ricominciò una esistenza a base di furti con scasso e furti d’auto, dopodichè trovò lavoro come autista per un predicatore, lavoro che lui usava prevalentemente come scusa per avere più possibilità di rubare in giro per case.
In quel periodo si sposò per la terza volta con una ragazza di 17 anni e venne incarcerato per lo stupro di una dodicenne. Scappato nuovamente dalla prigione, si sposò una quarta volta con un’altra diciassettenne abbandonata. Cercò di gestire la terza e la quarta moglie contemporaneamente, ma la sua ultima fiamma lo scoprì e, per vendetta, lo denunciò alla polizia.
Gaskins fu così ricondotto in galera nel 1964 e condannato a 6 anni di prigione per lo stupro della ragazzina dodicenne e per l’evasione dalla galera.
Rilasciato nuovamente prima del termine dei sei anni, nel 1968, Donald si districò tra numerosi lavoretti saltuari prima di scoprire, nel settembre del 1969, la sua vera vocazione: l’omicidio seriale, attività nella quale si immerse totalmente, fino a totalizzare un ammontare di vittime enorme, oscillante tra le 70 e le 100 unità.

Nel descrivere i suoi omicidi, Gaskins fece una distinzione tra gli omicidi per esclusivo divertimento che in genere compiva guidando attraverso le coste del sud, che lui definiva “semplici” perchè coinvolgevano persone sconosciute con il quale non aveva nessun collegamento, e gli omicidi “seri” in cui uccideva per altri motivi specifici.
Tutto iniziò per l’appunto nel settembre del 1969, quando Gaskins fece salire sulla sua auto una bionda autostoppista nei dintorni della Myrtle Beach.
Gaskins fece alla ragazza una proposta e lei gli rise in faccia, provocando in lui una forte reazione emotiva. L’uomo la picchiò e guidò verso una vecchia strada abbandonata che portava ad una palude, dove la ragazza venne stuprata, sodomizzata, torturata e mutilata con un coltello prima di venire trascinata dentro una pozza nella palude e lì affogata.
Successivamente, nelle sue confessioni, Gaskins disse che fino a quel momento non aveva mai provato un tale piacere e quindi decise di continuare. Quel primo omicidio fu come una rivelazione, un raggio di luce, una visione che lo spinse da quel momento a cercare compulsivamente vittime da stuprare, torturare per ore (o addirittura giorni) e quindi uccidere.
Da quel giorno prese l’abitudine di girare lungo le strade statali litoranee in cerca di vittime e di esplorare luoghi isolati e nascosti dove portare le sue prede od occultare i cadaveri.

Entro il natale del 1969, Donald Gaskins aveva già ucciso altre due ragazze di cui non conosceva neanche l’identità.
Nel tempo raffinò le sue tecniche per fare in modo di poter tenere in vita il più possibile le sue vittime, per sentirle urlare e soffrire per ore o per giorni.
Nel 1970, Gaskins mantenne una media di un omicidio ogni 6 settimane, sperimentando svariati metodi di tortura e rimanendo deluso quando le sue vittime morivano troppo presto.
Nel 1971, fece 11 vittime di cui non sapeva neanche il nome, compreso il suo primo rapimento-tortura-omicidio di 2 ragazze contemporaneamente, raccolte insieme su una strada.
Le sue prime vittime di sesso maschile furono dovute ad un equivoco: si trattava infatti di due ragazzi dai capelli lunghi che Gaskins, vedendoli da dietro, pensò essere due ragazze. Era il marzo del 1974. Accortosi dell’errore, Gaskins decise ugualmente di caricarli sulla sua auto e li guidò fino ad un covo vicino a Charleston, dove, dopo averli legati, li sodomizzò e torturò entrambi, prima di tagliare loro i genitali, cucinarli e mangiarseli davanti ai loro occhi prima di porre “misericordiosamente” fine alle loro sofferenze uccidendoli.

Gli omicidi lungo la costa si susseguivano sempre più numerosi, tanto che al momento della confessione Gaskins non seppe quantificarli né dare nome e cognome di una sola di quelle persone, tranne che di una ragazza che tenne con sé per 4 giorni.
Si trattava della sedicenne Anna Colberson, rapita vicino a Myrtle Beach nel 1971. Gaskins la stuprò e torturò in atroci maniere per quattro giorni interi prima di assordarla con una martellata, tagliarle la gola e lasciarla morire lentamente, divorata dalle sabbie mobili in una palude.
Per quanto riguarda invece quelli che lui definiva gli omicidi “seri”, questi iniziarono nel 1970 e coinvolsero conoscenze personali di Donald, perciò si trattava di omicidi che necessitavano di accurate strategie.
I suoi primi 2 omicidi “seri” furono quello di una nipote quindicenne, Janice Kirby e della sua amica Patricia Alsobrook, diciassettenne.
Gaskins aveva già avuto l’idea di stuprarle in passato, ma l’occasione giusta si verificò per lui in una notte del novembre 1970. Le ragazze dovevano andare a bere in un locale abbastanza distante e necessitavano di un passaggio che Donald si offrì di dare loro, ma anziché portarle a bere cambiò direzione e le portò in una casa abbandonata dove ordinò ad entrambe di spogliarsi. Le due ragazze lottarono per salvarsi colpendo il loro assalitore con un asse di legno, ma alla fine furono sopraffatte e minacciate con una pistola, quindi stuprate, affogate e seppellite in ubicazioni separate.
La polizia, durante le indagini sulla scomparsa delle due ragazze, chiese informazioni anche a Gaskins, che rispose di averle viste allontanarsi con dei ragazzi che avevano offerto loro un passaggio.

Un mese più tardi, Gaskins rapì, stuprò e assassinò Peggy Cuttino, senza poi seppellirne il cadavere. Peggy era la figlia tredicenne di una famiglia politicamente importante. Siccome l’alibi di Gaskins sembrò abbastanza solido alla polizia, per quel reato fu condannato all’ergastolo un altro uomo.
Gaskins, tra un assassinio e l’altro, trovò anche il tempo per sposarsi una quinta volta, il primo gennaio del 1971, con una ragazza che aveva messo incinta.
In fin dei conti il matrimonio era solo un diversivo e anche i suoi omicidi di conoscenti continuarono più frequenti che mai.
La successiva vittima “seria” fu una afroamericana di 20 anni, Martha Dicks, che per qualche ragione era infatuata di Gaskins e spargeva in giro false voci sul fatto che loro erano innamorati e che lei aspettava un bambino da lui. A Gaskins queste voci davano molto fastidio e così un giorno, dopo averla invitata a passare una notte con lui, la uccise con una overdose fatale di pillole e liquore per poi seppellirla in una fossa lungo una strada.
Verso la fine del 1971, l’assassino si trasferì con la moglie e il figlio a Charleston, dove commise altri due omicidi “seri” ai danni di una coppia di rivenditori di armi e successivamente, nel luglio del 1973, si spostò a Prospect, nel South Carolina, dopo che la sua casa di Charleston bruciò completamente.
Questo rogo, secondo Gaskins, era stata doloso ma non fu mai trovato il presunto colpevole.

Omicidi “seri” e “non seri” si susseguivano senza sosta ed a volte lo stesso Donald non riusciva più a riconoscerli tra loro.
Dopo il luglio del 1973, Gaskins commise alcuni tra i suoi più atroci delitti.
Il primo fu quello di un ragazzino di 14 anni, che trovò sulla strada a fare l’autostop, raccolto e tenuto prigioniero per due giorni di stupri, torture e cannibalismo.
Il secondo fu quello di Doreen Dempsey di 23 anni, incinta di un secondo figlio, e sua figlia Robin Michelle di 2 anni. Gaskins conosceva entrambe le persone, ma lo scopo dell’omicidio era in questo caso solo di divertirsi a stuprare e torturare.
Era il dicembre del 1973 e Doreen decise di lasciare la città. Gaskins le offrì un passaggio in auto e lei accettò, dopodichè la portò nei boschi, dove pretese sesso e Doreen lo compiacque. Ma quando Gaskins chiese di spogliare anche la bambina la donna si rifiutò di farlo e Gaskins uccise Doreen con un martello. Poi stuprò e sodomizzò la bambina di 2 anni per poi strangolarla e seppellire entrambe.
Durante le sue confessioni, Gaskins descrisse questo duplice brutale omicidio come il miglior sesso che aveva mai avuto nel corso della sua vita.

Nel 1974 e nel 1975, la routine di omicidi continuò incessante: gente che non gli aveva pagato l’auto rubata, coppie, un tizio che aveva fatto la corte alla moglie senza prima contrattare con lui un’offerta in denaro per avere quel privilegio, oppure semplicemente gente che aveva avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato o di avere un guasto alla macchina mentre Gaskins stava passando con l’auto da quelle parti, come capitò a tre ragazzi hippy nel corso del 1975.
Un ragazzo e due ragazze erano incappati in un guasto al loro furgone e furono caricati da Gaskins con la promessa di portarli all’officina più vicina e invece furono legati e portati in un luogo isolato, dove furono stuprati e torturati nelle più fantasiose e disgustose maniere prima di essere affogati nella palude.
Tuttavia in quel periodo Gaskins commise un errore che gli risultò poi fatale: quello di farsi aiutare frequentemente da un amico, un semi-ritardato mentale di nome Walter Neely, nel seppellire le sue vittime e in altre operazioni simili. Per qualche strana ragione Donald si fidava di lui e lo lasciò sempre in vita.
Successivamente, l’assassino coinvolse anche Diane Neely, l’ex-moglie di Walter, per adescare una delle sue vittime. Come era scontato, Diane e Walter chiesero 5000 dollari per tacere.
Gaskins risolse il problema dando loro un appuntamento in un luogo isolato in un bosco, dove al loro arrivo trovarono Donald ad aspettarli con due fosse aperte nel terreno e una pistola in mano.
Walter Neely fu comunque graziato e aiutò Gaskins a seppellire la sua ultima vittima, un ragazzino di 13 anni di nome Kim Ghelkins, stuprato, torturato e strangolato per essersi rifiutato di fare sesso con lui.

Gaskins fu comunque accusato dell’omicidio del bambino dai genitori di Ghelkins, che avevano molti sospetti su di lui. La polizia intervenne e, perquisendo la casa del sospettato, trovarono alcuni vestiti della vittima.
Non essendo prove sufficienti alla condanna per omicidio, Gaskins fu comunque accusato per incitamento alla delinquenza di un minore e arrestato prima di un tentativo di fuga.
Mentre era in prigione da tre settimane, il suo ex-amico fidato Walter Neely confessò ogni cosa alla polizia e condusse gli agenti al cimitero privato di Gaskins, dove furono disseppelliti i resti di varie delle sue vittime.
Contrattando per ottenere la pena dell’ergastolo, Gaskins confessò il maggior numero di omicidi che poteva e fu condannato a vita.
Dopo l’ennesimo omicidio, stavolta avvenuto in una prigione di massima sicurezza ai danni di un carcerato di nome Rudolph Tyner, ucciso su commissione in cambio di promesse di denaro, la pena fu commutata in una sentenza capitale nel 1982.
L’uccisione dell’altro carcerato avvenne tramite dell’esplosivo che era stato fatto entrare misteriosamente all’interno del carcere di massima sicurezza, dopo che erano andati a vuoto vari tentativi di avvelenamento.
I primi 3 anni dopo l’uccisione di Tyner, Gaskins li passò non nel braccio della morte, bensì in una unità di isolamento sporca e squallida, infestata da topi. Riportato in seguito al braccio della morte per attendere la sentenza capitale, cominciò a filosofeggiare circa quella che sarebbe stata la sua morte, dicendo di non averne paura e che la sua vita era stata dannatamente piena di eventi e piacevole.

Gaskins è sempre stato ottimista circa la data della morte e mentre registrava su nastro la sua autobiografia per Wilton Earl (pubblicata poi nel 1993 con il titolo “La verità finale”) disse anche: “Quando mi metteranno sulla sedia elettrica io morirò ricordando la libertà e i piaceri della vita sapendo che altri succederanno a me e che non saranno mai presi“.
Dopo l’ultimo appello rifiutato dalla Corte Suprema Americana a giugno del 1991, la data della sua morte fu fissata per settembre dello stesso anno. Pochi giorni prima dell’esecuzione, Donald ingoiò una lama di rasoio e si tagliò cercando di anticipare la data della morte, ma i medici della prigione cucirono le ferite in tempo per fare in modo che Gaskins giungesse puntuale al suo appuntamento con la sedia elettrica, che avvenne all’1.05 del 6 settembre del 1991.
Secondo l’autorità giudiziaria è probabile che le vittime totali di Gaskins siano state intorno alle 200 unità, ma non ci fu modo di verificare ogni singola rivendicazione e sospetto: per certo si sa che il numero minimo delle sue vittime oscilla intorno alle 100 unità.

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