David Carpenter, Serial Killer
Soprannome: Il killer del sentiero
Luogo omicidi: S.Francisco ( California U.S.A.)
Periodo omicidi: 1979 – 1981
Numero vittime: 10
Modus operandi: vittime pugnalate e uso d’armi da fuoco
Cattura e Provvidementi: ergastolo
Il 19 agosto del 1979, una donna di quarantaquattro anni, di nome Edda Kane stava passeggiando da sola nel parco di Mt. Tamalpais, vicino a San Francisco, quando incrociò un uomo che le saltò addosso, la pugnalò al petto e le sparò un colpo di pistola alla testa per poi abusare del suo cadavere, che infine ricoprì di foglie e rami.
La polizia, dopo il ritrovamento del corpo, che avvenne qualche giorno dopo, interrogò il compagno della vittima che fu subito scagionato avendo fornito un alibi di ferro.
L’assassino colpì nuovamente dopo circa sette mesi, sempre nello stesso parco: l’8 marzo del 1980, una ragazza fu pugnalata diverse volte allo stomaco ed al seno e poi nascosta in mezzo ai rifiuti. In seguito la vittima venne identificata come Barbara Swartz di ventitré anni.
Questo omicidio, a causa del suo particolare modus operandi, indusse la polizia a credere che l’inafferrabile Zodiac Killer, che aveva terrorizzato la California negli anni sessanta, fosse tornato in attività, anche se né i giornali né la polizia stessa ricevettero le famose lettere con i caratteri da decifrare.
L’11 ottobre del 1980, Rich Stowers, di diciannove anni e la sua ragazza, Cindy Moreland, di diciotto, si accordarono con degli amici per passare il fine settimana in un campeggio, ma, invece di partire insieme agli altri, raggiunsero la destinazione da soli. Quando i loro coetanei arrivarono poco più tardi, trovarono solamente la vettura, ma dei due ragazzi nessuna traccia.
Una volta denunciata la scomparsa, il parco fu setacciato a tappeto e, due mesi dopo, i corpi furono finalmente rinvenuti dentro ad una buca: la ragazza violentata e poi pugnalata, il ragazzo ucciso da un proiettile calibro 45.
Il parco fu perciò messo sotto stretta sorveglianza da molti agenti, ma nonostante tutto il Killer non si fermò e, il 15 ottobre del 1980, uccise Anne Alderon, di ventisei anni, con tre colpi d’arma da fuoco alla testa e dieci pugnalate al torace.
Questo omicidio fu inizialmente attribuito ad un uomo con precedenti penali che abitava nei pressi del parco, ma anche questa pista si rivelò errata e l’indiziato fu rilasciato per mancanza di prove. Nel frattempo la stampa diffuse la notizia che gli investigatori avevano a che fare con un assassino molto scaltro che soprannominarono: “Il Killer del Sentiero”.
Il 28 novembre, una ragazza di ventidue anni di nome Diana O’Connell, venne assalita dall’assassino mentre si trova nel parco di Reyes. Dopo essere stata violentata, la donna lo implorò di lasciarla andare promettendogli di non dire nulla a nessuno, ma il suo estremo tentativo di salvarsi fallì e in tutta risposta si vide puntare una pistola alla tempia: il proiettile la uccise all’istante.
Il 29 novembre del 1980, una coppia di fidanzati amanti delle escursioni fissò un appuntamento nello stesso parco di Reyes, a pochi chilometri da San Francisco, per trascorrere insieme il fine settimana. La ragazza, Shauna May, fu presa alle spalle mentre aspettava il fidanzato e quindi violentata. In seguito, fu pugnalata ripetutamente al torace, per poi essere finita con un colpo di pistola alla testa, il corpo fu poi gettato dentro ad un fosso.
Due giorni dopo, la polizia ritrovò il cadavere di Shauna e, poco distante, scoprirono anche quello in decomposizione della O’Connell.
Il 28 dicembre dello stesso anno, Anna Kelly Menjivar fu violentata e mutilata con una grossa lama nel parco di Castle Rock. Il corpo, che era stato nascosto dentro ad una buca, fu ritrovato in pessime condizioni solamente il 16 giugno del 1981.
La furia omicida e la sete di sangue del Killer non volevano saperne di placarsi, mentre le vittime continuavano a crescere.
Il 29 marzo del 1981, i fidanzati Steven Haertle e Ellen Hansen, caddero nella trappola dell’assassino in un parco nelle vicinanze di Santa Cruz. Il ragazzo fu ferito con la pistola ad un occhio, al collo e ad una mano e cadde a terra svenuto, creduto morto dal suo assalitore, mentre la ragazza fu violentata per diverse ore e poi uccisa sempre con la pistola.
Quando il giovane si riprese, con grande fatica riuscì ad arrivare alla strada principale e qui fu soccorso da un automobilista.
Finalmente gli investigatori avevano in mano una carta che si poteva rivelare vincente. Il superstite, ricoverato all’ospedale, fu prontamente interrogato e descrisse l’aggressore come un uomo con pochi capelli, il naso schiacciato, la faccia rotonda e i denti gialli, che si era allontanato con una piccola utilitaria rossa.
Queste dichiarazioni ebbero riscontro con altre testimonianze che videro lo stesso uomo aggirarsi per i vari parchi della California.
Malgrado tutte queste informazioni, le notizie divulgate dai telegiornali rischiarono di mandare tutto all’aria perché indirizzarono il Killer verso qualche espediente per eludere la caccia all’uomo.
La prima cosa che fece l’assassino fu tentare di sbarazzarsi della vettura. Si mise in contatto con una ragazza che conosceva, Heather Scaggs, di vent’anni, desiderosa di acquistare una macchina tutta per sé a basso costo. Il 2 maggio del 1981, il Killer le chiese di presentarsi da sola in un dato posto per siglare il contratto, così la giovane donna, ignara del pericolo, si recò all’appuntamento con la morte.
Il ragazzo di Heather, non vedendola tornare, denunciò la scomparsa alla polizia, raccontando che la fidanzata si era recata ad un appuntamento con uno sconosciuto.
Inizialmente i detective pensarono che anche quella ragazza era stata aggredita dal Killer del Sentiero, ma dalle indagini emerse che la donna probabilmente conosceva l’uomo in questione, così interrogarono amici e familiari e, dopo circa due settimane, scoprirono che qualche giorno prima della scomparsa, si era recata in uno studio fotografico per fare sviluppare delle foto.
Interrogato dagli agenti, dopo aver visto l’identikit del ricercato, il responsabile del negozio fotografico affermò che quell’uomo era un suo dipendente da parecchi anni.
Gli agenti si recarono subito all’abitazione del sospettato e, prima di suonare alla porta, notarono che nel vicolo adiacente la casa era posteggiata un utilitaria rossa.
Quando Carpenter aprì loro la porta, i poliziotti notarono subito la forte somiglianza all’identikit data dal sopravvissuto Haertle. Il 15 maggio del 1981, il sospettato numero uno fu così portato in centrale per degli accertamenti.
Il 24 maggio fu trovato il corpo della Scaggs, in fondo al grande Bacino di Redwood, a nord di San Francisco, il torace era stato ripetutamente pugnalato e la gola tagliata.
Durante l’interrogatorio, Carpenter confessò immediatamente tutti e dieci gli omicidi. Gli investigatori scoprirono inoltre che era già stato in carcere per aver violentato e colpito con un martello una donna di nome Lois DeAndrade, nel luglio del 1960. Le grida della vittima avevano richiamato sul posto l’agente di polizia Wayne Hicks con il quale Carpenter aveva avuto un breve scontro a fuoco, prima di rimanere ferito e arrestato.
Il 9 marzo del 1961, la corte federale lo aveva condannato a quattordici anni di reclusione, ma dopo soli sette anni gli era stata concessa la libertà condizionata. Nel giro di poco tempo tentò nuovamente di violentare una ragazza, perciò gli furono aggiunti sette anni alla condanna e fu scarcerato solo nel 1977. Quell’anno le porte della prigione si aprirono per mettere in libertà un futuro serial killer.
David nacque a San Francisco il 6 maggio del 1930. Il padre, Elwood Carpenter, non era quasi mai a casa, mentre la madre, Frances, lo picchiava spesso e volentieri, mettendolo in castigo per delle intere settimane, vietandogli anche di giocare con i suoi coetanei.
A scuola le cose andavano anche peggio. I compagni di classe lo prendevano in giro per il modo grottesco in cui la madre lo vestiva e perché balbettava. Insomma, l’infanzia di David si svolse decisamente sotto una cattiva stella.
Una volta cresciuto, la sua ossessione per il sesso lo portò a diciassette anni a molestare due cugine, rispettivamente di otto e tre anni. Sorpreso dalla madre, fu rinchiuso in un istituto psichiatrico per alcuni mesi.
Si sposò il 5 novembre del 1955 con Ellen Heattle, di quarantaquattro anni, quando lui ne aveva appena venticinque. Con questa donna ebbe tre figli: Michael David, Gabrielle Louise e Circe Anne.
La sentenza per dieci omicidi fu pronunciata il 5 aprile del 1984, a Los Angeles.
Il giudice Morrow Dion disse alla corte: “Tutta la vita dell’imputato è stata un’espressione continua di inaudita violenza, il processo si conclude con la pena di morte nella camera a gas di San Quintino, questa per me è la giusta punizione“.
Tutt’ora il Killer è in attesa dell’esecuzione.
Luigi Pacicco maggio 2007
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