Charles Withman è un serial killer anomalo.
Nessuna indagine durata anni, nessun piano diabolico, nessun alibi perfetto. Solo una giornata di ordinaria follia che passerà alla storia.
Charles nasce il 24 giugno 1941 a Lake Worth, in Florida.
Fin dalla più tenera età, si parla addirittura dei primi 2 anni di vita, viene educato all’utilizzo delle armi, tanto che crescendo seguirà quella strada, fino a diventare uno Eagle Scout, un GPA, un tiratore scelto dei Marines.
Nonostante ciò la sua vita non è ricca di avvenimenti, è invece una normalissima vita di un normalissimo americano in una normalissima cittadina di provincia. Withman si sposa anche.
Un giorno cominciano per lui dei fortissimi mal di testa, che diventeranno sempre più forti e frequenti..fino a che la situazione crollerà.
Sono le 00.00 del 1 agosto 1966, Charles ha 25 anni, si avvicina alla madre e la strangola con un tubo di gomma.
Alle 3.00 del mattino si dirige in camera da letto e con cinque coltellate uccide sua moglie Kathy, mentre questa dorme.
Vicino ai due corpi Withman lascia una lettera, scritta a macchina il pomeriggio del giorno prima. La lettera recita così (traduzione dall’inglese):
“Non capisco proprio cosa mi spinga a battere a macchina questa lettera. Forse devo lasciarvi un vago motivo per spiegare ciò che ho appena fatto. Ultimamente proprio non mi capisco. Ho sempre supposto di essere un giovane ragionevole ed intelligente, nella media. Tuttavia, ultimamente (non posso ricordare quando è cominciato) sono stato vittima di diversi pensieri irrazionali. Questi pensieri ricorrono costantemente e per concentrarmi nelle mansioni di tutti i giorni ho bisogno di un tremendo sforzo mentale. In marzo, quando i miei genitori hanno divorziato, ho sofferto molto di stress. Ho consultato il Dottor Cochrum del centro di salute dell’università, e gli ho chiesto di suggerirmi qualcuno a cui rivolgermi per ottenere una consulenza sui disordini psichiatrici che pensavo di avere. Ho discusso con il dottore per circa due ore ed ho provato a spiegargli i miei timori su quegli impulsi violenti. Dopo quell’incontro il medico non mi ha più ricevuto, da allora combatto da solo la mia agitazione mentale, ma inutilmente. Dopo la mia morte desidero che sia effettuata un’autopsia per verificare se è realmente presente un disordine fisico visibile. Ho avuto alcune emicranie tremende nel passato ed ho consumato due grandi bottiglie di Excedrin negli ultimi tre mesi.
Dopo molte riflessioni ho deciso uccidere mia moglie, Kathy, stasera l’ho ‘estratta a sorte’ sull’elenco telefonico. (…) Non riesco a trovare alcun motivo razionale per spiegare il perché di tutto questo. Non so se è egoismo, o se lo faccio perché non voglio che mia moglie affronti l’imbarazzo che le mie azioni le causerebbero. (…) Intendo ucciderla nel modo meno doloroso possibile.
Motivi simili mi hanno spinto ad uccidere mia madre. Non penso che quella povera donna povera abbia mai goduto pienamente della propria vita. Era una donna giovane e semplice che ha sposato un uomo molto possessivo..”
(Withman a questo punto venne interrotto da una telefonata e riprenderà la lettera solo dopo aver compiuto il duplice omicido. Questa volta però scrive a mano.)
“Sono stato testimone per almeno un mese delle botte che ha preso. Inoltre mio padre l’ha sempre fatta vivere sotto il suo livello abituale.
Immagino che sembrerà che io abbia ucciso entrambi i miei più grandi amori. Ho solo provato a fare un lavoro completo e rapido.
Se la mia assicurazione sulla vita è valida, verificate che tutti gli assegni a vuoto che ho compilato questa settimana siano compensati. Pagate i miei debiti. (…)
Quello che avanzerà donatelo, in via anonima, a una fondazione per la salute mentale. Forse la ricerca potrà impedire ulteriori tragedie di questo tipo.
Charles J. Whitman”
Compiuto il suo dovere di testamentario e uccise le due donne, Charles passa alla seconda parte del suo piano.
In tre grandi borse vengono infilati: una Radio AM/FM a 14 transistor, un BlockNotes, tre bottiglie da due litri di acqua, tre contenitori per gas da 2 litri, quattro batterie, diverse corde di nylon, una bussola, una penna a sfera nera, un machete, un martello, un set completo per la pulizia della pistola, mirini di precisione, un orologio con allarme, un accendino, una borraccia piena di acqua, un binocolo, un coltello da caccia, un coltello seghettato, un coltello tascabile, un paio di occhiali, una scatola di posate, una torcia elettrica, un set di tappi per le orecchie, due rotoli di nastro adesivo, una barra di ferro lunga 30 cm, dei guanti grigi, del cibo assortito (pane, merendine, carne in scatola, arachidi, panini, miele), un barattolo di deodorante spray e un rotolo di carta igienica.
Ma anche una revolver 357 Magnum Smith & Wesson, una pistola Galesi-Brescia, un fucile di precisione Remington da 35mm, un fucile da caccia, un fucile a pompa, una carabina e 700 munizioni.
La mattina del 1 agosto 1966 è una mattina molto afosa qui ad Austin, mentre l’ex tiratore scelto dei Marines varca i cancelli dell’Università del Texas. Ha con se molte valigie, ma viene scambiato da tutti per uno studente in partenza.
L’Università del Texas ha una particolare struttura a forma di torre, ed è proprio in cima alla torre che Charles vuole andare. Un addetto aiuta addirittura il ragazzo a capire il funzionamento dell’ascensore e molto probabilmente sarà risparmiato per questo suo gesto altruista.
Destino diverso per la receptionist del 28esimo, e ultimo, piano. Withman la avvicina piano piano alle spalle, proprio come ha fatto con la madre, e le fracassa la testa con un tubo di ferro (o con il manico del suo fucile). Adesso il terrazzo panoramico è tutto suo.
11.45 – Charles è pronto per cominciare la sua “caccia grossa”. Il mirino del Remington da 35mm è pronto e tante persone-prede si aggirano tranquillamente nel cortile sottostante. Ignorano di essere tenute sotto tiro da un folle omicida.
11.48 – L’ascensore che porta al terrazzo panoramico si apre. Cinque ragazzi hanno deciso di ammirare il panorama nel giorno sbagliato, all’ora sbagliata. Withman scocciato dall’interruzione, senza battere ciglio, scarica su di loro diversi caricatori. Due dei ragazzi muoiono sul colpo, uno rimarrà ferito gravemente e resterà sul terrazzino per tutto il tempo, due riescono a scappare giù per le scale.
Lo “show” di Withman può finalmente cominciare. La morte comincia a scendere sul campus.
Partono i primi colpi e cominciano a cadere le prime vittime.
Immediatamente la folla comincia a correre in preda al terrore, molti cercano rifugio e si nascondono dietro a qualsiasi anfratto, dietro ai muretti, dietro ai cespugli, ma anche una buca per le lettere va benissimo.
Il folle lassù in cima ha però una mira dannatamente precisa.
Cade anche uno dei primi poliziotti accorsi sul posto. Il poveraccio ha compiuto il gravissimo errore di sporgersi dal suo nascondiglio. Voleva vedere meglio da dove arrivassero gli spari.
Cade il ragazzo dei giornali, cadono degli studenti, cade una ragazza incinta di otto mesi, cadono i tiratori scelti della polizia.
L’ex tiratore scelto dei marines è un vero cecchino, nessuno riesce a eludere la sua abilissima mira. Almeno il sacrificio della receptionist non è stato vano, se Withman non avesse perso tempo a ucciderla, avrebbe potuto puntare il proprio Remington sul piazzale proprio nell’ora di massima presenza, nell’ora del cambio di classi
EPILOGO
Prima o poi tutti commettono degli errori, anche i tiratori infallibili.
Sono da poco passate le 13.30 e Charles è ormai in preda di un delirio d’onnipotenza. Sempre tiri più difficili, sempre meno attenzione a quello che gli succede intorno.
Cade un poliziotto che era a 500 metri.
Alle spalle del cecchino una squadra di coraggiosi volontari della polizia riesce però a penetrare sul terrazzo, nel più completo silenzio. Uno di questi, Houston McCoy, lascia da parte i convenevoli giudiziari di un normale arresto e spara due colpi alla nuca di Withman con la propria pistola di ordinanza.
Charles Withman è adesso in preda agli spasmi e presto sarà morto. L’incubo è finito.
Pieno di rabbia, l’agente Ramiro Martinez, prende dal borsone del cecchino il fucile a pompa e, con un colpo preciso, stacca il braccio con il quale, quella mattina, Charles ha distribuito morte e terrore. La “caccia grossa” è durata 96 minuti, 46 colpi sono stati sparati, 30 persone sono state ferite più o meno gravemente, 16 sono invece morte.
La figura di Charles Withman ha ispirato diverse storie per libri e film, il più famoso dei quali è sicuramente “Panico allo stadio” con Charlton Heston.
(17-10-2004)D.D.F.
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