Aileen Wuornos
Soprannome: Monster
Luogo omicidi: Florida (U.S.A.)
Periodo omicidi: 1989 – 1990
Numero vittime: 7
Modus operandi: Arma da fuoco
Cattura e Provvidementi: Arrestata il 16 gennaio 1991. Condanna a morte con iniezione letale il 9 ottobre 2002
Ancora una serial killer al femminile: Aileen Wuornos. Sulla sua storia girano un sacco di voci e di leggende. L’ opinione pubblica è divisa in due sul suo caso. La sua condanna a morte ha fatto gridare allo scandalo: c’è chi ha insinuato che la corte fosse piena di pregiudizi. Noi di occhirossi.it cercheremo di esporre i fatti in maniera imparziale e ordinata. Innanzi tutto, non date retta a chi sostiene che è la prima serial killer della storia U.S.A. Ce ne sono state tante prima di lei…l’unica differenza è che Aileen Wuornos uccideva con una pistola e non con veleno, uccideva sconosciuti e non parenti o amici. Ma il suo non è comunque un caso unico. Patetica e spaccona durante tutto il processo, è stata capace di confessare che tutte e sette le sue vittime volessero stuprarla. Subito dopo si incontrava con i giornalisti e si vantava di aver avuto 250.000 rapporti sessuali. Cosa che, oltre a contraddirla, significherebbe avere 35 rapporti al giorno, per 20 anni. Una vera e propria balla insomma! Ma andiamo con ordine…
Aileen Carol Pittman nasce il 29 febbraio 1956. Suo padre, Leo Dale Pittman, non la conoscerà mai. È uno psicopatico pedofilo, morto suicida in prigione nel 1969. Sua madre, Diane Wuornos, ha sposato il folle Pittman all’età di 15 anni, ma ha chiesto e ottenuto il divorzio proprio 2 mesi prima della nascita di Aileen. Aileen non rimarrà comunque a lungo con la madre: nel 1960, Diane si stufa delle responsabilità che comporta la maternità e affida i due figli, Aileen e Keith, ai suoi genitori, Lauri e Britta Wuornos, per poi far perdere le proprie tracce. Come succede un po’ a tutti i serial killer, nemmeno l’infanzia di Aileen Wuornos è felice e spensierata.
Viene allevata dai nonni materni a Troy nel Michigan, convinta che essi siano i suoi genitori. La scoperta delle vere parentele, avvenuta a 12 anni, avrà nella ragazzina delle conseguenze psicologiche che tutti possiamo immaginare. La famiglia inoltre non è certo accogliente: Lauri Wuornos è un alcolizzato, severissimo con i bambini, ricorre spesso a punizioni corporali molto violente, come le frustate con la cintura. All’età di sei anni, giocando con dell’acido e dei fiammiferi, Aileen si sfregia permanentemente la faccia, pochi anni dopo comincia ad avere rapporti sessuali con il fratello. È solo l’inizio perché, mano a mano che passano gli anni, Aileen comincia a fare sesso con chiunque capiti. All’età di 13 anni, rimane incinta.
Nel luglio dello stesso anno Britta Wuornos muore. Lo stress causatogli da quei due figli impossibili l’aveva portata all’alcolismo. Muore in preda alle convulsioni mentre il marito si guarda bene di chiamare l’ambulanza…costa troppo.
Possono andare peggio di così le cose? Si. Nel giro di pochi anni Lauri Wuornos si suicida, Keith muore di cancro alla gola…e ad Aileen non rimane che vivere di prostituzione e autostop, in giro per la Florida e la Georgia.
Compiuti i 20 anni il fato comincia a sorriderle: Lewis Fell, un ricco 69enne presidente di un prestigioso yacht club, si innamora di lei e riesce a convincerla a convolare a nozze nel 1976. La notizia fa il giro dei giornali di gossip, Aileen ha tra le mani l’opportunità di sistemarsi a vita…ma è troppo selvaggia e autodistruttiva per capire. Tratta malissimo il marito, lo picchia fino a quando viene incarcerata per aggressione e Fell fa annullare il matrimonio con effetto immediato.
Nei 10 anni successivi, la vita di Aileen Wuornos si snoda tra relazioni fallite, prostituzione, falsificazione di documenti, furto con scasso e rapina a mano armata. Aileen è confusa, si droga, si ubriaca e tenta un paio di volte il suicidio.
Nel 1986 c’è una novità.
Aileen, piena di rabbia e disperazione, entra in un club gay di Daytona. Vuole provare qualcosa di nuovo, e qui una 24enne, Tyria Moore, si innamora perdutamente di lei. Per stare con Aileen, Tyria abbandona il proprio lavoro. Le due viaggiano di motel in motel, si mantengono con i soldi della prostituzione. Una vita davvero dura da sopportare, soprattutto quando il “valore” di Aileen come prostituta cala drasticamente…non è certo una bella donna. Qualcosa deve cambiare… Richard Mallory, proprietario di mezza età di un negozio di elettronica in Florida, è un uomo a cui piace davvero tanto il cambiamento. Avrà cambiato le serrature del suo appartamento almeno otto volte in tre anni, assume i dipendenti a tempo: appena finiscono il lavoro che gli ha affidato, li licenzia.
Le uniche costanti della sua vita sono sesso e alcol.
Per soddisfare questi due vizi ogni tanto sparisce dalla circolazione, va a far baldoria per giorni e giorni. Così, quando nel dicembre del 1989 Mallory non si presenta più al negozio, nessuno ci fa caso. Fino a che non viene trovata la sua Cadillac abbandonata nei pressi di Daytona. Le ricerche non durano molti giorni.
Il 13 dicembre 1989 Mallory viene ritrovato sulla Interstate 95, in Florida. È avvolto in un tappeto di gomma, ucciso da tre colpi di una calibro 22. Viene arrestata una spogliarellista, tale Chastity, che avrebbe confessato a un amico di essere lei l’assassina. Ma tutto si rivelerà essere falso: Chastity era solo ubriaca la sera della confessione all’amico, non c’entra niente. Caso archiviato.
Il primo giugno dell’anno dopo viene ritrovato un altro corpo a 40 miglia da Tampa, nella Contea di Citrus. È un uomo, nudo, ucciso da diversi colpi di calibro 22. Vicino al cadavere giace un preservativo usato.
La vittima viene identificata il 7 giugno: si tratta di David Spears, 43 anni, di Sarasota. Spears era un camionista, partito il 19 maggio per andare a Orlando..e mai arrivato. Il suo automezzo viene ritrovato qualche giorno dopo, sulla Interstate 75: le portiere sono aperte e la targa è stata tolta. Mentre gli investigatori cercano di identificare il cadavere di David Spears, il 6 giugno viene rinvenuto un corpo nudo, sempre sulla Intestate 75, 30 miglia a sud dalla Contea di Pasco. Il cadavere è in avanzato stato di decomposizione: i medici non riescono a prendergli le impronte digitali e non possono valutare il tempo di morte, figuriamoci l’identità (oggi sappiamo che si trattava di Charles Carskaddon). Anche le 9 pallottole che ha nel suo corpo, sono corrose dalla decomposizione…ma dopo attente analisi si riesce a determinare che sono state sparate da una calibro 22.
È il 4 luglio. Una macchina esce violentemente fuori strada, siamo sulla State Road 315, vicino Orange Springs. Rhonda Bailey assiste all’incidente seduta sotto il suo portico. Dall’auto scendono due donne, si lanciano furiosamente addosso delle lattine di birra e si insultano.
Le donne si avvicinano a lei, la bruna sta zitta mentre la bionda, ferita al braccio, la implora di non chiamare la polizia, tanto non si sono fatte nulla e loro padre abita in fondo alla strada. Le ragazze risalgono sul veicolo danneggiato e ripartono.
Il viaggio dura ben poco perché l’auto smette di funzionare definitivamente. Un vigile si offre di aiutare le ragazze, ma la bionda lo allontana bestemmiando e gridando…e le due strambe ragazze si allontanano a piedi. Il giorno dopo la polizia ispeziona il veicolo abbandonato. Si tratta di una Pontiac Sunbird del 1988, grigia e a quattro porte. I vetri sono tutti spaccati e all’interno ci sono tracce di sangue. La targa è stata tolta.
Dopo numerose ricerche si risale ugualmente al proprietario: Peter Siems, un pensionato di 65 anni, scomparso il 7 giugno mentre andava a trovare dei parenti nell’Arkansas.
Gli investigatori, capitanati da John Wisnieski, stilano immediatamente un identikit delle due donne e lo diffondono su scala nazionale. Non sono invece ottimisti sulla sorte di Siems. E hanno ragione.
Troy Burress scompare il 30 luglio, nel bel mezzo del suo tragitto di consegna. Guida un camioncino delle Salsicce Gilchrist. Quando il suo datore di lavoro viene a sapere che Buress è scomparso, si preoccupa e organizza delle squadre di ricerca.
Alle 4 del mattino trovano l’autocarro di Buress sulla State Road 19 a 20 miglia da Ocala…ma di lui nessuna traccia.
Il ritrovamento di Troy Buress avviene solo cinque giorni più tardi. Lo trova una famiglia durante un picnic, a 8 miglia dal punto dove era stato abbandonato il furgone, nella Foresta Nazionale di Ocala. Il suo corpo è stato decomposto velocemente dal caldo e dall’umidità della Florida, solo la fede nuziale ne permetterà l’identificazione. Causa della morte: due colpi di calibro 22 al torace.
Anche questa volta tutti i sospetti si dissolvono come bolle di sapone e il caso rimane insoluto. Dick Humphreys è un investigatore 56enne del corpo speciale della Florida, specializzato in crimini contro i bambini. Una carriera di successo, la sua. In passato è stato capo della polizia in una città della Alabama.
Il 10 settembre 1990 Dick festeggia il suo 35esimo anniversario di matrimonio.
L’11 settembre 1990 Dick scompare.
Il 12 settembre viene ritrovato morto, ucciso da sette colpi di pistola (manco a dirlo, calibro 22). La sua auto viene invece ritrovata nella Contea di Suwanee.
Passano un paio di mesi e viene ritrovato un altro corpo nudo, il settimo in meno di un anno.
Si tratta di Walter Gino Antonio, 60enne camionista, riserva della polizia e guardia di sicurezza. Gino Antonio viene trovato su una strada di accesso nella Contea di Dixie. E’ morto nemmeno 24 ore prima, il 18 novembre, colpito da quattro colpi di calibro 22. La macchina viene ritrovata cinque giorni dopo, molto lontano, nella Contea di Brevard.
Il Capitano Steve Binegar, comandante della Marion County Sheriff’s Criminal Investigation Division è l’unico che collega tra di loro gli omicidi e formula una sua teoria: in quelle zone nessuno si ferma più da tempo a caricare gli autostoppisti, l’omicida deve essere per forza qualcuno che non aveva nulla di minaccioso per le vittime. Doveva essere sicuramente una donna. Binegar ricorda inoltre quello strano incidente delle due donne a Orange Springs.
Così si rivolge alla stampa, chiede aiuto per rintracciare le due donne, dichiarando che sono probabilmente coinvolte nei delitti. Il cerchio si sta stringendo, cominciano a giungere le prime indicazioni utili per gli investigatori.
Un uomo di Homosassa Springs dice di aver affittato loro una roulotte 1 anno prima. Le due dissero di chiamarsi Tyria Moore e Lee.
Una donna di Tampa segnala che le donne hanno lavorato al suo motel. I loro nomi erano Tyria Moore e Susan Blahovec. Un anonimo identifica gli identikit di Ty Moore e Lee Blahovec. L’anonimo aggiunge che la bionda era una prostituta, la leader della coppia, e che erano entrambe lesbiche.
Le segnalazioni si sprecano, Aileen cambia continuamente nome, da Susan Blahovec a Cammie Marsh Greene a Lori Grody.
Il problema per gli investigatori sta nel fatto che tutti i nomi che Aileen Wuornos fornisce…esistono veramente. E si tratta proprio di donne con la fedina penale sporca.
Per loro fortuna, Aileen non è stata molto attenta. Ha lasciato un palmo insanguinato in un’auto delle vittime, una impronta digitale su una ricevuta e altre impronte utili. Riunendo assieme tutte queste informazioni e sottoponendole al computer del National Crime Information Center si arriva alla conclusione che Susan Blahovec, Cammie Marsh Greene, Lori Grody , Lee sono tutti nomi usati dalla stessa persona: Aileen Carol Wuornos.
La caccia alla Wuornos comincia il 5 gennaio 1991.
Diversi ufficiali vengono mandati in coppia a battere tutta la Georgia in cerca della donna. Ci riescono Mike Joyner e Dick Martin, camuffati da spacciatori e con i nomignoli di “Bucket” e “Drums”. Non è un arresto semplice.
L’8 gennaio avvicinano la donna in un pub, ma degli agenti l’ arrestano sotto il loro naso. Fatta scarcerare, riescono nuovamente ad avvicinarla, ma si accorgono che dei poliziotti in divisa li stanno pedinando e sono costretti a cacciarli. Il 9 gennaio “Bucket” e “Drums” avvicinano la donna al Last Resort pub. Sono muniti di trasmettitori e sono pronti a farla bere e confessare. Purtroppo al pub c’è una festa di bikers e, per paura che Aileen scappi con uno di loro, sono costretti a procedere all’arresto.
Aileen viene dichiarata in arresto con il nome di Lori Grody, per aver acquistato illecitamente delle armi. Non viene fatta nessuna menzione agli omicidi e non viene comunicato nulla alla stampa. Le prove infatti non bastano a condannarla e gli investigatori hanno in mente un piano.
Per realizzarlo gli serve Tyria Moore.
Tyria è scappata. Ha abbandonato quella donna rabbiosa e violenta, non ce la faceva più a fare quella vita. Inoltre temeva che prima o poi Aileen le avrebbe fatto del male.
La polizia la localizza il 10 gennaio, a Pittston nella Pennsylvania. Gli investigatori la interrogano e la convincono facilmente a collaborare: Tyria ha paura di Aileen e si rende subito disponibile.
La ragazza viene portata in un motel a Daytona e messa in comunicazione telefonica con Aileen in carcere. Le due parlano per 3 giorni di fila, Aileen è convinta di essere in galera per quella stupidaggine ed è sicura che presto ne uscirà.
Le domande insistenti di Tyria a proposito degli omicidi però la insospettiscono, Aileen comincia a parlare in codice per non farsi comprendere: ha capito che le telefonate sono intercettate. È il 16 gennaio quando Aileen Wuornos getta finalmente la spugna, per paura che succeda qualcosa alla sua amica Tyria: “Ti coprirò perché tu sei innocente. Non voglio farti finire in galera. Senti, se devo fare una confessione, allora la farò.”
EPILOGO
Come promesso, la prima cosa che fa Aileen in sede di interrogatorio è proprio scagionare Tyria.
Tutto il resto della confessione è un baraccone senza precedenti. Nonostante il suo avvocato le suggerisca di non farlo, Aileen comincia a raccontare tutti gli omicidi in maniera strana. Dice di aver ucciso sempre per legittima difesa, perché quegli uomini l’avevano rapita, picchiata e violentata.
Ogni volta Aileen aggiunge particolari, ne cambia alcuni, ingrandisce a dismisura le storie, si rende poco credibile. Ci mette molta enfasi nel dire che lei non ha nessuna colpa. Addirittura, quando qualcosa della sua deposizione non le piace, perché magari la incolpa, cambia immediatamente tutto, sconvolgendo ogni dettaglio precedente e creando scenari poco realistici.
Aileen comincia a sentirsi famosa, è su tutti i giornali, in televisione. La intervistano e le arrivano offerte monetarie per l’acquisizione di diritti cinematografici e letterari. Firma i diritti per due film, 1 opera teatrale e numerosissimi libri, ignorando forse che in Florida c’è una legge che condanna i criminali che cercano di trarre profitto dalle loro storie.
Presa dalla megalomania, la donna comincia a raccontare la sua storia a chiunque: impiegati, secondini, giornalisti, compagne di cella. Ogni volta la sua storia cambia, si arricchisce di particolari che evidenziano la sua eroicità e il suo status di vittima innocente.
La storia di Aileen Wuornos assume una piega ancora più patetica quando emerge la figura di Arlene Pralle, una 44enne appartenente alla setta dei Cristiani Rinati.
La donna, dopo aver visto la foto di Aileen sul giornale, decide di scriverle una lunga e accorata lettera “sotto consiglio di Gesù stesso.” Tramite questa missiva, la folle 44enne convince Aileen a cambiare avvocati ma non si limiterà a questo.
Da questo momento Arlene Pralle diventa lo strenuo difensore della serial killer, gestisce i suoi contatti con la stampa, compare negli show televisivi e cerca di convincere l’opinione pubblica che la vera Aileen Wuornos è una buona persona che non può essere condannata. Insomma, se già non bastava Aileen ad ingrandire la propria storia, adesso ci pensa anche Arlene Pralle.
La follia raggiunge l’apice quando, il 22 novembre 1991, Arlene Pralle e suo marito adottano giuridicamente Aileen Wuornos. Mentre la “nuova” madre di Aileen cerca di impietosire la stampa sulla sorte di sua “figlia” e a spargere cattive voci sugli investigatori che l’hanno arrestata, gli avvocati della Wuornos scelgono la strada della legittima difesa.
Nonostante tutto, tra il 27 gennaio e il 31 marzo 1992, Aileen Wuornos viene condannata 6 volte alla sedia elettrica in 6 processi. Le viene risparmiato l’omicidio di Peter Siems poiché il cadavere dell’uomo non è mai stato ritrovato.
Dopo la prima condanna gli agenti hanno dovuto placare l’ ira di Aileen: la donna si è infatti alzata in piedi, scagliandosi contro la giura e urlando “Io sono innocente! Sono stata violentata! Spero che violentino pure voi, brutta feccia! “.
Durante gli altri processi Aileen ha provato anche a cambiare le versioni dei fatti: solo Mallory l’avrebbe violentata, gli altri stavano per farlo…ma lei li ha anticipati uccidendoli.
Dopo questa nuova confessione, il 15 maggio 1992, Aileen si è voltata verso il giudice e ha sibilato “spero che anche tua moglie e i tuoi figli siano sodomizzati..”.
Infine, durante la lettura di una delle condanne a morte, la donna ha completato il suo teatrino facendo gestacci e insultando tutti i presenti.
Nemmeno la scoperta che Mallory era stato in galera per 10 anni per violenze sessuali l’ha aiutata.
Nel 2002 Aileen scrive una lettera alla corte suprema dove dice che odia la vita umana e vorrebbe uccidere ancora.
Il governatore Job Bush ordina un’immediata perizia psichiatrica. Da questa emerge che la donna è in grado di intendere e volere e che vuole veramente farla finita, perciò le viene permesso di licenziare i suoi avvocati e di ritirare tutti gli appelli.
Alle 9.47 della mattina di mercoledì 9 ottobre 2002, Aileen Wuornos è stata giustiziata con l’iniezione letale (la sedia elettrica era appena stata abolita).
Tra il vasto materiale mediatico sulla figura della prostituta assassina, vi consigliamo due opere completamente diverse tra loro: il primo è “Monster“, film del 2004 , con Charlize Theron nel ruolo di Aileen e Christina Ricci nel ruolo di Tyria. In questo film moltissime cose sono state cambiate, viene dato molto peso alla storia d’amore tra le due donne e la figura di Aileen ne esce interessante e compassionevole.
D’altro avviso è invece il documentario di 87 minuti realizzato nel 1993 da Nick Broomfield. L’uomo fu l’ultimo a intervistare Aileen Wuornos prima dell’iniezione. Dopo l’incontro, appena uscito dal carcere, le prime parole di Broomfield sono state: “Ecco una persona che ha completamente perso la propria mente in preda alla rabbia..”
“I’d just like to say I’m sailing with the Rock and I’ll be back like Independence Day with Jesus, June 6, like the movie, big mothership and all. I’ll be back.” (Le ultime parole di Aileen Wuornos. The Rock è un riferimento Biblico alla figura di Gesù Cristo)
DANIELE DEL FRATE 03-01-2005
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