Recensione del gioco Call of Cthulhu: Dark Corners of the Earth

Videogiochi

Edito da: Bethesda Softworks, 2005/06
Sviluppato da: Headfirst Productions
Piattaforma: PC, XBOX
Genere: Survival Horror/Fps
Demo: Non Presente

COMMENTO

REQUISITI MINIMI PC:
– Windows XP/2000
– 256MB RAM
– Pentium III 800Mhz o superiore
– 16X CD-ROM drive
– Scheda video compatibile DirectX 9.0 3D con almeno 128MB RAM
– Scheda audio compatibile DirectX 8.1
– Mouse
– 2.0GB spazio libero su HD

I miti di Cthulhu. C’è qualcosa di più classico, nel panorama della letteratura Horror? Forse solo Poe. Non si può negare che H.P. Lovecraft (l’autore dei racconti in questione) sia stato un precursore, ed abbia aperto la strada verso tutta una serie di nuovi modi di intendere l’orrore. L'”Orrore Cosmico“, ad esempio, quella sensazione di essere soli, piccoli, insignificanti puntini sulla faccia del pianeta, e di avere a che fare con forze oscure talmente grandi ed antiche che è pressoché inutile combattere. Chiunque abbia letto un racconto di Lovecraft sa a cosa mi riferisco, gli sviluppatori di Headfirst Productions sicuramente si. Eccoci quindi a parlare dell’ennesimo gioco ispirato a Cthulhu ed ai suoi allegri parenti, che da “Alone in the Dark” del 1992 ad oggi non hanno mancato di ispirare sviluppatori ed editori, spesso con buoni risultati. Gl’ingredienti del genere ci sono tutti, e sono presi senza lesinare direttamente dai racconti originali: se siete dei cultori, troverete moltissime citazioni dirette. Anzi, forse, se siete dei cultori questo prodotto potrebbe sembrare addirittura *troppo* aderente al background al quale s’ispira, talmente tanto che man mano che la trama si dipana i colpi di scena saranno per voi sempre meno incisivi, ma dategli comunque una possibilità: è un prodotto curato, che sa divertire. Vediamolo nel dettaglio.

LA STORIA
Ci sono alcune persone con le quali il destino è meno generoso. Questo è sicuramente il caso di Jack Walters. Jack lavora come investigatore privato negli Stati Uniti dei primi del ‘900 ed è bravo in quello che fa. Talmente bravo che spesso viene chiamato dalla polizia per districare situazioni difficili. Come quella notte di Settembre 1915, quando la polizia lo ha fatto chiamare perché durante un’irruzione in una strana casa nel Massachussets – abitata si dice da pazzi cultisti – questi ultimi hanno chiesto proprio di lui. Jack non è il tipo da tirarsi indietro, ed accetta di andare a fare un sopralluogo, mentre la polizia e gli occupanti iniziano a scambiarsi convenevoli col piombo. Dentro la casa Jack scoprirà che non solo è atteso, ma che è tenuto d’occhio da parecchio tempo, ed addentrandosi nel sottosuolo inizierà a comprendere cosa vuol dire avere a che fare con chi adora gli Antichi. Questa esperienza gli costerà un soggiorno di 6 anni nel manicomio di Arkham, dei quali il nostro investigatore non ha alcuna memoria. Quando la sua mente finalmente si riprende, Jack decide di ricominciare a lavorare, e poco dopo ha già un nuovo caso per le mani, un caso di sparizione che lo porterà ad Innsmouth, nelle fauci dello stesso orrore col quale ha avuto a che fare 6 anni prima. Non c’è che dire, quando uno è fortunato… o forse non è solo sfortuna, ma proprio destino?

REALIZZAZIONE TECNICA
Il prodotto si presenta come un FPS, anche se in effetti è un FPS anomalo. Possiamo dire che è molto “First Person” e poco “Shooter“: il giocatore vive la trama attraverso gli occhi di Jack Walters, ed è talvolta chiamato a combattere, ma questo non è uno di quei giochi in cui ci si fa strada a suon di fucilate e basta, anzi. Il gioco ha molto più in comune con un Survival Horror od uno Stealth Game che con un clone di Doom qualunque. La veste grafica è sicuramente d’effetto, nonostante il motore non sia lo stato dell’arte, una grande cura è stata posta nel ricreare l’atmosfera dei racconti ai quali il gioco s’ispira. Riuscendo in pieno, a mio parere: la palette scelta (toni di grigio e marrone su tutto), gli effetti visivi (come l’effetto pellicola usurata, Silent Hill 2 ha fatto scuola) ed i modelli dei deformi abitanti di Innsmouth (oltre che dei mostri, ovviamente) coinvolgono, e calano molto bene il giocatore nei panni del protagonista. Il comparto sonoro non è da meno, sicuramente studiato nei dettagli: il commento musicale mi pare molto azzeccato, ma sicuramente la parte del leone la fanno gli effetti sonori, ottimamente campionati e sapientemente utilizzati. Il doppiaggio (in inglese) è efficace ed i voice actors parlano chiaro e ben scandito, senza rinunciare all’interpretazione. Per quello che riguarda i controlli, io ho provato la versione PC (tastiera + mouse) e devo dire che su un PC non dell’ultimissima generazione il controllo del personaggio è lievemente lento e non perfettamente risponsivo. Nulla che comprometta il divertimento, ma diventa fastidioso ripetere diverse volte le lunghe scene d’azione solo perché i comandi non rispondono come dovrebbero (credo che sia un retaggio della versione XBOX, comunque).

FATTORE DIVERTIMENTO
Diverte? Si, diverte. Diverte perché è piacevole da giocare, anche se a mio parere la struttura di gioco non è esente da difetti. Il gioco passa da una fase iniziale di esplorazione/dialogo, gradualmente verso una finale sempre più incentrata sull’azione/combattimento. Il punto è che alcune scene (una per tutte, l’irruzione dei cittadini che vorrebbero linciare il protagonista, a circa 1/4 del gioco) devono essere fatte in fretta e non prevedono più di una soluzione, e se si sbaglia qualcosa si ricomincia la scena. Questo alla lunga diventa frustrante, soprattutto per chi, come me, predilige la riflessione e l’esplorazione al gioco puramente d’azione. Se però sorvoliamo su questo, abbiamo un sistema di gioco solido e ben studiato (anche se lineare e senza “aperture” di sorta). La storia non è lunga, ma ha il pregio di non lasciare mai il giocatore senza nulla da fare o di creare senso di smarrimento. Ultimo appunto: come in tutti i giochi ispirati ai miti di Cthulhu la pazzia gioca un ruolo attivo: dovremo stare attenti che il nostro protagonista non assista a scene troppo cruente o sovrannaturali, che non si fermi ad esaminare cadaveri, resti umani, macchie di sangue o simili, pena la perdita di sanità mentale, che si traduce in disturbi della vista, dell’udito o del movimento (controlli).

FATTORE HORROR
Spaventa? Secondo me si. Forse un po’ meno se siete dei “veterani” dei racconti di Lovecraft e di conseguenza sapete già cosa vi aspetta, ma è innegabile che l’atmosfera sia carica di tensione e che le scene si susseguano con ben calcolato ritmo. Se poi seguite il consiglio del manuale e ci giocate soli e con le luci spente, sfido chiunque a dire che questo prodotto lascia indifferente sul piano dei tuffi al cuore. La sensazione di sentirsi impotenti e braccati (prima) ed impotenti e spacciati (poi) è resa davvero bene e l’adrenalina è quasi sempre alta. Nulla di nuovo, insomma, ma tutto ben congegnato e funzionante. Peccato che l’esperienza di gioco duri poco (il gioco è abbastanza corto) e che una volta finito è difficile che venga voglia di rigiocarlo, visto che già si conosce la storia.

In una parola: AZZECCATO
Tutto il succo dei racconti del ciclo di Cthulhu è qui e questa volta non ci limitiamo a leggere, ma proviamo l’esperienza di vivere l’incubo in prima persona.

SCREENSHOT

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Testato su pc:

  • Windows 2000
  • 512MB RAM
  • Pentium 4 2.0Ghz
  • NVidia FX5200 128MB
  • Scheda Audio AC97 5+1
  • Media Player 9

NOTA
Da segnalare che il gioco ha diversi comprovati problemi di compatibilità con alcune schede video e versioni dei codec (usa infatti il formato wmv per i filmati). Ad esempio si è rifiutato di partire su un P4 2.8HT con ATI9700, Windows XP e Media Player 10.

Pregi:

  • Buona realizzazione tecnica
  • Cattura bene l’atmosfera dei racconti
  • La regia è molto ben fatta

Difetti:

  • Frustrante in alcuni passaggi
  • Assolutamente lineare, nessuna divagazione concessa
  • Longevità limitata, corto & dal basso replay value

FABIO FRANCHELLO

Email: [email protected]

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