Recensione del libro Occhi Rossi
Adele Patrizia D’Atri
pubblicato nel 2007
“La vita è un libro di oscure pagine da cui trapelano i mostri che ognuno ha nell’anima“[Tratto dal racconto I Mostri di A.Patrizia D’Atri] . E’ forse da qui che prende avvio la penna della novella scrittrice, Adele Patrizia D’Atri, che nello scrivere diretto e innovativo nel genere horror-noir, porta a galla le paure, le angosce, le fobie e le allucinazioni della nostra epoca. Qui l’assassino, proprio come lo descrivono le cronache quotidiane, è mosso ad uccidere per motivi che ai nostri occhi appaiono insignificanti, ma che invece hanno origine nel profondo di ognuno. Chiaro e lucido il ritratto del killer, che è sempre l’uomo o la donna della porta accanto, che uccide con naturalezza e dopo tanta brutalità ritorna ai suoi pensieri abituali. Indagando più a fondo emerge il profilo sociale dell’ omicida che è sempre un personaggio solo, normale, dannatamente normale, un po’ frustrato, magari con un’infanzia difficile. Una vita quella narrata in questa raccolta di racconti, dove novelle “Biancaneve” non cercano di essere svegliate dal lungo sonno da improvvisati principi azzurri. Dove ogni fobia, ogni forma di pazzia ha radici nel vero, nell’accaduto. Dove il vuoto, la ricerca dell’anima, che poi essa stessa può trovare noi, i fantasmi si trasformano in un reale incubo in cui, ad un certo punto, ci si domanda se la stessa esistenza è reale. Noi tutti dovremmo “verificare di essere svegli”. Perché i mostri esistono, “sono reali come la vita stessa“[tratto dal racconto I Mostri di A.Patrizia D’Atri] . In ogni racconto ci sono lacrime di pioggia, silenzio, il ritorno all’infanzia, laddove si forma la mente di ognuno e dove potrebbe nascere la potenzialità di un assassino. C’è poi la vendetta che ha radici profonde. Una sera che può diventare indimenticabile per una stramba nonnina che ama sferruzzare e con i ferri uccide il nipote, cattolico convinto che stava premeditando il suo stesso assassinio. Originali i personaggi protagonisti di quest’horror ironico e a tratti grottesco. C’è l’allucinato che esce in ciabatte e mutande a comprare uno spray per uccidere uno scarafaggio gigante. Il medico “I – netto” che scopre che non è tagliato per fare lo psichiatra. L’assassina che nel momento di recidere la lingua della vittima scopre che ha i denti cariati. L’anima che compare al suo corpo nella tazza del water mentre la sua proprietaria sta tirando lo sciacquone. L’uomo “tartaruga” che rischia di rimanere ucciso dal suo stesso peso. Ma c’è molto di più. Questi racconti sono favole moderne dove dei e demoni, inferno e paradiso s’incrociano, si sfiorano, per poi lasciare alle vittime il libero arbitrio di muoversi in un mondo chiuso, minuscolo, come la mente di un assassino. Infine, i racconti di Adele Patrizia sono poesie. Ci sono “scie azzurre sul mare viola“[Tratto dal racconto Occhi Vitrei di A.Patrizia D’Atri]. C’è “cenere caduta e luce arancione ad abbagliare pupille spente“[Tratto dal racconto Senza Testa di A.Patrizia D’Atri].
“Esistenza è tormento. Fobia. Morte. Vita e morte. E se è vero questo, è vero il contrario” [Tratto dal racconto Senza Testa di A.Patrizia D’Atri].
Angela Francesca D’Atri
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